INAUGURAZIONE “OPEN 16. Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni”
Grande affluenza ieri sera all’inaugurazione di “OPEN 16. Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni”. La mostra, curata da Paolo De Grandis e Carlotta Scarpa, vede quaranta artisti provenienti da tutto il mondo esporre le proprie opere tra il Lido di Venezia e l’Isola di San Servolo fino al 29 settembre.
Nel corso della serata inaugurale si sono susseguite le performance degli artisti Marco Nereo Rotelli “Voglio una donna” omaggio a Federico Fellini e Alvise Bittente “…and when you finish a cut, there is always someone reading to sew up”, e le proiezioni delle ultime opere di video arte della celebre artista cinese Yi Zhou.
Durante la presentazione anche due premiazioni: la regista Serena Nono, presente alla 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con il film “Venezia salva”, ha ricevuto il Premio OPEN 2013, realizzato quest’anno dall’artista Marco Nereo Rotelli e proiettato il trailer del film “Venezia salva”.
L’artista Maria Elisa D’Andrea è stata invece decretata vincitrice del Premio Speciale OPEN Arte Laguna: l’artista figurerà tra i finalisti del Premio Arte Laguna 2014 ed esporrà nell’ambito del circuito organizzato dalla stessa associazione.
OPEN Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni
Organizzazione: PDG Arte Communications
In collaborazione con: Municipalità di Lido Pellestrina, San Servolo Servizi
Ideatore e curatore: Paolo De Grandis
Co-curatore: Carlotta Scarpa
Artisti partecipanti: Australia/Italia – Virginia Ryan; Austria – Peter Nussbaum; Bangladesh – Ronni Ahmmed; Belarus – The Giant Movie Affiches TOP 30: Oleg Shobin, Andrei Belov e Irenkova, Bazinato e Anna Aparina; Cina – Yi Zhou; Corea/USA – Nam June Paik; Giappone – Kounosuke Kawakami; Italia – Luciano Angeleri, Alvise Bittente, Roberto Bricalli, Gaetano K. Bodanza, Casagrande & Recalcati, Maria Elisa D’Andrea, Claudia Danieli, Stefano Fioresi, Francesco Lussana, Marotta & Russo, Aldo Mondino, Puni, Consolata Radicati di Primeglio, Marco Nereo Rotelli, Luca Scacchetti, Federico Seppi, Barbara Taboni, Umberto Zampini; Perù – Ana Maria Reque; Spagna – Raquel Monje; Svizzera – Tamara Bialecka, Franco Carloni; Taiwan R.O.C. – Chen Chun-Hao, Chou Yu-Cheng, Kao Tsan-Hsing, Mei Dean-E, Yao Jui-Chung; USA – Will Kerr, Olga Lah, Bettina Werner
Sede: Venezia Lido e Isola di San Servolo
Periodo espositivo: 29 Agosto – 29 Settembre 2013
Contatti per la stampa: pressoffice@artecommunications.com – www.artecommunications.com
OPEN Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni celebra la sua sedicesima edizione dal 29 agosto al 29 settembre a Venezia Lido e all’Isola di San Servolo parallelamente alla Mostra d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia.
La mostra, ideata e curata da Paolo De Grandis, co-curata da Carlotta Scarpa è organizzata da PDG Arte Communications in collaborazione con la Municipalità di Lido Pellestrina ed è patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero degli Affari Esteri, Regione del Veneto, Provincia di Venezia.
Nel corso dell’esposizione sarà indetta la quarta edizione del Premio Speciale Arte Laguna che sarà assegnato ad un giovane artista selezionato dalla giuria del Premio Arte Laguna. Tale premio offrirà al vincitore la possibilità di figurare tra i finalisti del Premio Arte Laguna 2014 ed esporre nell’ambito del circuito organizzato dalla stessa associazione.
“Muovere ciò che è fermo, fermare ciò che si muove” diceva G.C. Argan del Signorelli, un gioco di leve e di molle per vincere l’inerzia della figura. Oggi, forse, “codificare il significante e decodificare il significato”, questa la sfida di OPEN.
Una scelta curatoriale linguistica, non tematica, fornire all’artista, un codice, o meglio il significante, una bandiera, un drappo, uno scampolo di tessuto di 3×1 m. Elemento grammaticale visivo che si basa su regole sintattiche legate al contesto urbano, alla configurazione spaziale, gli spazi all’aperto, l’aria del Lido di Venezia. Relazione spaziale in bilico tra sfondo e vicinanza, forma chiusa e forma aperta e poi esperienza e ancora pregnanza per rivelare la funzione del linguaggio visivo sia essa espressiva, esortativa, estetica o informativa.
Quelle di OPEN sono bandiere che si sviluppano seguendo i canoni della composizione classica dell’immagine fatta di equilibrio, peso, prospettiva, ritmo, movimento, direzione e infine della simmetria.
Se il curatore offre un codice all’artista sarà poi lui stesso a farlo suo, interpretarlo, manipolarlo o perfino superarlo.
Manipolazione per Yi Zhou, uno sguardo incrociato tra bozzetti, disegni e video, sequenze visive ad intermittenza. Interpretazione per Puni, i tessuti, gli scampoli, i canovacci di uso quotidiano svelano la loro immediatezza estetico-sensibile per muoversi verso un rapporto con l’altro che rifiuta il dominio e il possesso. Dichiarazione politica, sociale e spirituale in Barbara Taboni. Evoluzione visiva in Casagrande & Recalcati e Claudia Danieli. Un autoscatto per Umberto Zampini, fronte e retro, gioco di riflessi, immagine speculare che l’obiettivo restituisce a funzione transitiva, un’“istantanea” che sospende la vita reale e la muta di segno. Per contrasto Alvise Bittente, sfrontato jongleur di paradossi, abilissimo di ogni contraddizione sventola i grafismi della sua non più flag ma flat, gioco beffardo di ristagno.
Appropriazione pop per Gaetano K. Bodanza, il colore germina e si propaga in estroflessioni che danno forma a creature aliene, insetti “altri” laddove prende forza il contatto con le forze primigenie della Natura, il pensiero irriverente. Gusto pop nel quale si innesca un mondo aperto all’eterno farsi e disfarsi dell’esistenza nei lavori di Stefano Fioresi, contaminato da supereroi in un cortocircuito espressivo dal gusto fortemente drammatico nell’intervento di Ronni Ahmmed. Composizione inedita di parole per Marotta & Russo, parola come forma e contenuto.
La scomposizione impone la scelta di trasferire la visione di un quadro attraverso parte del suo racconto e così il trittico pittorico di Will Kerr si traspone in due vessilli narrativi che volutamente si sottraggono alla trama originaria della tela per trasformarsi in materia perturbabile, ricca di virtuosismi calligrafici in cui l’occhio archeologico dell’artista provoca quesiti in perenne e inafferrabile metamorfosi.
Fino ad arrivare al superamento con Marco Nereo Rotelli, bandiere che si trasformano in dischi d’acciaio, per ricreare un cosmo nel quale le bandiere sono effigiate in una sequenziale contaminazione.
Le coordinate geografiche si ampliano all’emergente contesto Taiwanese per indagare le plurime ricerche espressive di Chen Chun-Hao, Chou Yu-Cheng, Mei Dean-E, Yao Jui-Chung.
Al movimento delle bandiere si contrappone la stasi delle installazioni site specific presso i crocevia del Lido di Venezia e l’Isola di San Servolo che, ormai da sei anni, con i suoi splendidi giardini e le architetture cariche di suggestioni è divenuta lo sfondo immancabile nel quale prendono vita le opere d’arte.
Apre il percorso espositivo un omaggio a Nam June Paik e Aldo Mondino. L’opera Voyeur’s Mail Box di Nam June Paik rappresenta il percorso espressivo di uno degli esponenti di spicco del movimento Fluxus, considerato il padre della video arte. Le sue video sculture e le video installazioni sono idee nate all’interno degli happening newyorkesi tra gli anni Sessanta ed i Settanta, dove arte, musica, teatro e fotografia si fondono insieme. Grande Arabesque di Mondino, una scultura che raffigura la gamba di una ballerina che sostiene un pesce dorato, è la viva testimonianza di un grande maestro che ha fatto dell’eclettismo la sua cifra stilistica e dell’ironia una forma di sperimentazione.
La materia assorbe, veicola, trasforma. I cristalli di sale di cui si nutrono le opere di Bettina Werner sono tracce di memoria sulle forme fondamentali dell’intelletto, che rappresentano la bellezza e la perfezione della natura stessa. I pagne con cui sono realizzati i tubini di Virginia Ryan divengono in modo tangibile significato e significante, traggono ispirazione dal suo vissuto personale in Africa per tracciare gli eventi attuali secondo una visione schiettamente femminile. Legata al sapere manuale ed artistico del lavoro a maglia, in un percorso tra lana e cotone, Maria Elisa D’Andrea alterna il dritto e rovescio delle costanti del vivere umano in ambientazioni di apparente, incessante, mutamento.
Materia paraffinica sospesa, stalattiti che lasciano cadere gocce d’acqua nell’opera di Federico Seppi, uno stillicidio per la pura e semplice contemplazione. Materia avvolta di tasselli specchiati che assorbono e riflettono la luce nella figura distesa di Raquel Monje. Materia che si fa pigmento in Consolata Radicati di Primeglio e poi i nastri colorati di Olga Lah a creare un percorso alla recherche del significato più intimo laddove il visitatore potrà quindi dipanare il filo del gomitolo di questo ideale labirinto. Manufatto mimetico, camouflage, sguardo obliquo tra arte e architettura quello dell’artista peruviana Ana Maria Reque.
Un’altalena visiva di improvvisi oscuramenti e rivelazioni nell’opera del giapponese Kounosuke Kawakami, fino alla riscoperta degli objects trouvée industriali di Kao Tsan-Hsing scevri da qualsiasi pretesa esegetica e dediti alla ricerca interiore.
Fonde musica, arte e gestualità il percorso espressivo di Luciano Angeleri; un’incessante sperimentazione linguistica quella di Roberto Bricalli che ha tuttavia insito l’utilizzo, quasi ossessivo, del marmo quale materia classica, essenziale, perenne. E ancora marmo sul quale sono scolpiti i 7 Castelli Inesistenti di Luca Scacchetti, scrigni, simboli arcani illuminati da una purezza formale primordiale. E poi la Medusa di bronzo di Franco Carloni, morbida nelle forme, contrasto di lucido e opaco nella sostanza che la compone. Ricerca legata al recupero di materiali, in bilico tra Arte Povera e ispirazione Fluxus, per Francesco Lussana. E poi gli studi sui numeri, i simboli e le geometrie di Peter Nussbaum che si traducono in forme e colori che anelano alla luce, fino all’installazione video dal gusto fortemente intimista di Tamara Bialecka, un occhio al video incapsulato in un pozzo metallico, eterno interrogarsi sull’umana sopravvivenza.
Usano parole diverse, ma parlano la stessa lingua: quella dell’immagine. Sono Cinema e Arte. Espressione in movimento perpetuo l’uno, espressione colta e fissata in un solo gesto dello stesso movimento l’altra. Non c’è conflitto tra due forme artistiche che vivono d’immagine e si nutrono del desiderio di tradurre emozioni. Si compenetrano come diretta fonte ispirativa per il progetto collaborativo pittorico, grafico e di design di Oleg Shobin, Andrei Belov e Irenkova, Bazinato e Anna Aparina The Giant Movie Affiches TOP 30 presentato da ARTPLAZ Gallery, Minsk.
OPEN uno “spazio agito” che sollecita alla riflessione e diventa esso stesso strumento cognitivo. Al visitatore l’invito a sbirciare tra i possibili tracciati per scoprire poi l’ultima salvezza dell’arte: un viaggio attraverso la varietà senza posa di orizzonti, emozioni ed incontri.
Carlotta Scarpa
___________PREMIO OPEN
13ª edizione
Premio Speciale Collaterale alla 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
Vince il Premio OPEN 2013
SERENA NONO
PDG Arte Communications istituisce la tredicesima edizione del Premio OPEN, in occasione di OPEN 16. Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni.
L’istituzione di questo riconoscimento, ideato nel 2000 da Paolo De Grandis e Pierre Restany, nasce
parallelamente ad OPEN, Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni che il 29 agosto 2013
inaugurerà la sua sedicesima edizione. L’evento prevede la premiazione di un regista presente alla Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che con la sua opera riveli, in maniera inedita, un fertile
interesse verso la seducente tematica della mutua interazione tra arte e cinema, due forme artistiche che vivono d’immagine e si nutrono del desiderio di tradurre emozioni.
Il Premio OPEN 2013, un’opera ideata e realizzata dall’artista Marco Nereo Rotelli, è stato assegnato alla regista Serena Nono.
Nel corso delle passate edizioni il Premio è stato conferito ai registi Joao Botelho con il film Quem es tu?, Julie Taymor con Frida, Takeshi Kitano con Zatoichi, Marziyeh Meshkini con Sag – haye velgard, Stanley Kwan con Changhen ge (Everlasting Regret), Jia Zhangke con Dong, Peter Greenaway con Nightwatching, Philip Haas con The Butcher’s Shop, Michael Moore con Capitalism: A Love Story, John Woo, al Direttore Marco Müller e nell’ultima edizione a Robert Redford.
La mostra OPEN è realizzata da sedici anni in concomitanza con la Mostra del Cinema di Venezia, a conferma del preciso intento di rafforzare il legame esistente tra arte e cinema, e l’istituzione del Premio OPEN testimonia questo fecondo e stretto rapporto.