Franco D’Andrea Sextet – Traditions and Clusters – Martedì 10 settembre 2013 ore 21 Teatro Manzoni (Via Manzoni, 42) – Milano

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Martedì 10
settembre 2013 ore 21

Teatro Manzoni
 (Via Manzoni, 42) – Milano

posto unico
numerato € 20

Traditions
and Clusters

Franco D’Andrea Sextet

con Dave
Douglas
e Han Bennink

Franco
D’Andrea
, pianoforte

Andrea
Ayassot
, sassofoni

Daniele
d’Agaro
, clarinetto

Mauro
Ottolini
, trombone

Aldo
Mella
, contrabbasso

Zeno De
Rossi
, batteria

ospiti

Dave
Douglas
, tromba

Han
Bennink
, batteria e percussioni

Spegnere 70 candeline ed essere insignito del primo premio come miglior
pianista dell’anno, capita a Franco D’Andrea, al Top Jazz 2011. Martedì 10
settembre, alle ore 21, il jazzista meranese si presenta a MITO SettembreMusica
traendo ispirazione dal suo ultimo album Traditions and Clusters, eletto
miglior disco al Top Jazz 2012. Sul palco del Teatro Manzoni di Milano si
esibirà l’intero sestetto che ha preso parte all’album, in una formula che lo
stesso D’Andrea descrive “Nel trio e nel quartetto si sentono le due parti,
l’amore per la storia del jazz e la ricerca del futuro. Il sestetto è la
sintesi, va a compattare le due cose, il sestetto è il mio tempo di ora”. Un
lavoro che parte dagli anni ’30 per guardare al futuro. All’attuale formazione
si somma la collaborazione con Han Bennink, batterista olandese noto per le sue
doti d’improvvisazione, e Dave Douglas, originale trombettista americano.

BIOGRAFIE:

Franco D’Andrea, maestro di grande cultura ed esperienza, autodidatta
(e poi didatta), rappresenta quella parte del jazz italiano che ha saputo
incarnare meglio la sintesi felice e feconda tra la musica afroamericana  e la musica europea del ‘900. Figlio di una
pianista, dovrà passare per la tromba, il clarinetto, il basso e il sax
soprano, prima di approdare al piano all’età di diciassette anni. I primi
ingaggi li ottiene a Roma, con la radio, con il trombettista Nunzio Rotondo
(1963) e con Gato Barbieri (1964-65). Seguono le incisioni con il batterista
Franco Tonani e con Franco Ambrosetti (1966).

Fra il 1968 e il 1972 forma il Modern Art Trio
con Bruno Tommaso (contrabbasso) e Tonani. Lo si ritrova in seguito
nell’orchestra del bassista Giorgio Azzolini (1971) e nel gruppo di jazz-rock
Perigeo (1972-77, con Giovanni Tommaso, Biriaco, Claudio Fasoli e Tony Sidney).

Con Bruno Biriaco (batteria) e Dodo Goya
(contrabbasso) forma un trio che si esibisce, fra l’altro, al Jazz Jamboree
di Varsavia (1978). In questo periodo è possibile vederlo a fianco di Steve
Lacy, Dexter Gordon, Jean-Luc Ponty, Hank Mobley, Charles Tolliver, Slide
Hampton, Kenny Wheeler, Pepper Adams, Toots Thielemans ecc. durante le loro
tournée, e ascoltarlo su disco con Lee Konitz, Johnny Griffin, Conte Candoli e
Franco Rosolino, o Max Roach, quale accompagnatore particolarmente ricercato.

Nel 1982 viene eletto quale “migliore jazzman
italiano” dalla rivista Musica Jazz. Dalla fine degli anni ’70 alla
metà degli anni ’80 collabora regolarmente con Enrico Rava (nel gruppo Quatre,
con Vitous e Humair) e si esibisce a capo di trii e quartetti col sassofonista
Tino Tracanna, Mark Helias e Barry Altschul, poi con Attilio Zanchi (cb) e
Gianni Cazzola (batteria).

Dalla fine degli anni ’80 lavora regolarmente col
quartetto di Aldo Romano; inoltre forma un duo con Hervé Bourde. Notevole la
sua attività didattica: insegna in diversi seminari e workshop, soprattutto ai
seminari di Siena Jazz o alla Mitteleuropean Jazz Academy di
Merano, o ai corsi della Scuola Civica di Musica di Milano. Aperta sia alla
musica seriale sia alla poliritmia africana (nel 1984 ha lavorato con il gruppo
di percussioni Africa Djolé), segnata dall’influenza del bebop e dei
climi mediterranei, la sua musica è tesa costantemente verso il rinnovamento di
quella sintesi che è, per lui, l’essenza della musica jazz.

L’Académie du Jazz de France gli ha
conferito nel 2010 il premio “Prix du Musicien Européen“. Nel
2011 gli è stato assegnato l’Honorary Award agli Italian Jazz Awards –
Luca Flores
. Il suo disco Traditions
and Cluster
(El Gallo Rojo, 2012) si è aggiudicato il Top Jazz
nell’annuale referendum della rivista Musica Jazz.

Dave Douglas è
senza dubbio il più prolifico e originale trombettista e compositore della sua
generazione. Dal 1993, ha pubblicato più di 30 registrazioni e ha scritto più
di 400 pezzi. I suoi contributi di musica improvvisata hanno ottenuto diversi
riconoscimenti tra cui una borsa di studio Guggenheim, il premio Aaron Copland,
un Grammy nomination, come trombettista, compositore e artista jazz dell’anno
da organizzazioni come il New York Jazz Awards, Down Beat, Jazz Times, Jazziz e
della critica jazz italiana. Douglas ha sviluppato il suo lavoro per diversi
ensemble, l’unico attualmente attivo è il quintetto di Dave Douglas, Keystone,
Brass Ecstasy, ed a partire dal 2011, Tea For 3, un trio di tromba supportato
da una sezione ritmica acustica. Dal 2005, Douglas ha aperto la propria
etichetta discografica, Musica Greenleaf, pubblicando sue registrazioni, album
di altri artisti jazz, e continua a dimostrarsi come un lungimirante leader nel
campo della distribuzione di musica digitale. E’ direttore artistico del
Laboratorio in Jazz e Musica Creativa presso il Banff Centre in Canada ed è
co-fondatore e direttore del Festival della Musica Tromba nuova, che festeggia
il suo nono anniversario nel 2011.

Han Benninkè un batterista e
polistrumentista nato a Zaandam, vicino Amsterdam, nel 1942.

In Olanda,
negli anni ’60, viene subito riconosciuto come un batterista dalla versatilità
non comune. Nel solco della tradizione inaugurata dal suo eroe Kenny Clark, ha
accompagnato in tour molte star americane del jazz quali Sonny Rollins, Ben
Webster, Wes Montgomery, Johnny Griffin, Eric Dolphy e Dexter Gordon.

Nel 1967 ha
fondato il collettivo musicale Instant Composer’s Pool con due colleghi
olandesi: il pianista Misha Mengelberg e il sassofonista Willem Breuker. Dalla
fine degli anni ’60 e per tutti gli anni ’70 ha collaborato frequentemente con
musicisti danesi, tedeschi e belgi, in particolare coi sassofonisti John
Tchicai e Peter Brotzmann, col chitarrista Derek Bailey e col pianista Fred van
Hove.

Bennink,
Brotzmann e van Hove hanno formato un duraturo trio, il cui lavoro è stato ben
documentato dalla FMP Records. Tanto nel trio con Brotzmann e van Hove, quanto
in una serie di album da solista pubblicati a partire dal 1971, Bennink ha
dimostrato il suo talento poliedrico suonando il clarinetto, il trombone, il
sassofono e molti altri strumenti.

I tanti
dischi registrati da Bennink a partire dalgi anni’80 contengono session con la
Instant Composer’s Pool Orchestra di Mengelberg, col bassista sudafricano Harry
Miller, con il sassofonista Steve Lacy, con i trombonisti Roswell Rudd e George
Lewis e con grandi bandleader quali Sean Bergin e Andy Sheppard. 

Dal 1988 al
1998 Bennink ha fatto parte, col sassofonista e clarinettista Michael Moore e
col violoncellista Ernst Reijseger, del Clusone Trio, una band famosa per il
suo stile piuttosto libero che combinava standard del jazz, improvvisazioni
aperte e dolci ballate.

Fin dagli
anni’60 una caratteristica saliente della vita artistica di Bennink è
costituita dai duetti improvvisati con musicisti di altre nazionalità e
tendenze musicali; negli anni ’90 ha registrato album in duetto con pianisti
come Mengelberg, Irene Schweizer e Myra Melford, col chitarrista Eugene Chadbourne,
col trombettista Dave Douglas e col sassofonista Ellery Eskelin.

Attualmente
suona di frequente nel quartetto del sassofonista Tobias Delius e in trio con
il pianista/tastierista Cor Fuhler e con il bassista Wilbert de Joode;
collabora occasionalmente con stelle del jazz come Johnny Griffin, Von Freeman
e Ray Anderson. Si esibisce inoltre nel trio Holshouser/Bennink/Moore con
Michael Moore e il fisarmonicista Will Holshouser; recentemente ha poi fondato
l’Han Bennink Trio col pianista

Simon
Toldam e con il clarinettista Joachim Badenhorst.

Nel 2008
gli è stato conferito lo European Jazz Prize. Nel settembre 2009 sono stati
realizzati una biografia e un film documentario sulla sua storia.

Bennink è
anche un versatile visual artist che ha esibito i suoi lavori in Canada,
Norvegia, Belgio, Bosnia e Italia. La sua ultima mostra si è tenuta nel 2012 al
Museum Belvédère di Heerenveen (Olanda). Di recente è stato insignito del
titolo di Cavaliere dell’Ordine di Orange-Nassau.

Nell’aprile
2012 ha celebrato il suo settantesimo compleanno alla Columbia University con
colleghi quali Uri Caine, Ray Anderson e George Lewis. Nell’aprile 2013, in
occasione del Jazz Ahead Festival, ha ricevuto lo Skoda Award, importante
riconoscimento alla sua carriera.

Per informazioni al pubblico:

Biglietteria MITO
SettembreMusica

Via Dogana 2

Tel:
02.88464725        

Iaphet Elli

Iaphet Elli, blogger, ho partecipato come editor a ExpoMilano2015.
Collaboro con diversi uffici stampa di città Italiane ,Stati Europei e Mondiali.