Di ghetto in sinagoga, di
festival in museo, il cuore ebraico del Paese
La città di Pilsen, nella Boemia
Occidentale, vanta due sinagoghe, tra cui la seconda per grandezza in Europa
dopo quella di Budapest (in stile moresco-romano) e due cimiteri ebraici, uno
antico e uno moderno. Altri siti ebraici si incontrano fuori città, lungo la
cosiddetta Strada Ebraica che attraversa
l’intera regione di Pilsen.
Tra tutti quelli censiti in Europa, il quartiere
ebraico di Trebic è il meglio conservato in assoluto. Pregevole complesso
urbano, unico sito ebraico al di fuori della Terra d’Israele a essere stato
posto sotto l’effige Unesco, il quartiere di Zamosti si distende tra il fiume Jihlavka e la collina Hradek.
Vanta due sinagoghe e 123 edifici, tra cui il municipio, la scuola, il
mattatoio e l’ospedale. Il cimitero, con 3.000 lapidi è tra i più importanti
del Paese. Un percorso didattico conduce lungo le due vie principali e
attraverso vicoli, vicoletti e passaggi coperti tra le case. Il villaggio in
agosto è preso d’assalto per lo Shamayim, importante festival di cultura
ebraica.
Tra il XVI e il XIX secolo, centro spirituale, culturale e politico degli
ebrei di Moravia fu Mikulov, sede
dei rabbini provinciali. Oggi attorno alla sinagoga e al cimitero sopravvivono
una novantina di edifici tra Rinascimento e Barocco: abitazioni ma anche una
scuola, una casa delle anime e persino una cisterna per i bagni rituali.
La storia dell’insediamento ebraico di Brno,
in Moravia, è relativamente recente. Nel 1454 gli ebrei furono infatti espulsi
dalla città e la comunità ebraica tornò a mettere radici qui solo nel XVIII
secolo. Ne è conferma il fatto che la sinagoga di Brno, costruita tra il 194 e
il 1936, è in stile funzionalista. Tra i gioielli del ghetto, anche la celebre
villa liberty di via Cernopolni 45 firmata da Ludwig Mies van der Rohe e sotto
tutela Unesco.
Il ghetto “aperto” di
Golcuv Jenikov e gli altri imperdibili di Cechia
Tra i tanti, particolarmente interessante risulta il sito di Golcuv Jenikov, paese della Vysocina.
Dalle origini incerte a causa dei diversi incendi che mandarono in cenere gli
archivi locali, il ghetto si distingue dagli altri perché di tipo aperto,
ovvero non chiuso da mura o recinzioni. Tra le strade strette e le case basse
senza giardino si incontrano la sinagoga (costruita interamente in legno ma
preda delle fiamme e quindi ricostruita in pietra), la scuola (ora edificio
privato), il cimitero trecentesco e la Mikvah: un bagno rituale ebraico di
purificazione. Nelle botteghe, tra cui quella del macellaio dove si procedeva
alla macellazione ovviamente con rito tradizionale ebraico, si rifornivano
anche i cristiani, in cerca soprattutto di caffè, spezie, tè e merci pregiate.
Altri siti ebraici si rintracciano un po’ in tutto il Paese, a Hermanuv mestec, Holesov (con la bella sinagoga barocca Sachova decorata a motivi
floreali), Jicin, Kolin, Polna, Rakovnik, Rychnov nad Kneznou, Boskovice (il cui
ghetto è tra i maggiori del Paese, con 32 edifici e la sinagoga affrrescata, ed
è sede di un importante festival di cultura ebraica), Velke Mezirici…
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