VENERDI 17 GENNAIO – ore 22,00
Caffè Tra Le Righe/Spazio Off & Assoc. Amici Jazz San Severo
PIERO BASSINI TRIO ITALIANO
Piero Bassini pianoforte
Giorgio Muresu contrabbasso
Luca Mezzadri batteria
Continua con successo, dopo la pausa natalizia, la IV edizione del San Severo Winter Jazz e il palco del Caffè Tra Le Righe/Spazio Off ospiterà il PIERO BASSINI TRIO ITALIANO.
Bassini negli ultimi anni ha diradato moltissimo i suoi concerti a causa di un problema alla mano destra, ma il suo pianismo e la liricità delle sue veloci frasi musicali continuano a farne un musicista di serie A.
La classicita’, in Piero Bassini, va ben oltre quella della tradizione della musica afroamericana, riallacciandosi come avveniva in Bill Evans a un modo “colto” di pensare al ruolo del pianoforte jazzistico. In questo risalta l’anima bianca del pianista: la sua raffinatezza formale, l’acuta introspezione timbrica e la ricercatezza armonica evocano la tradizione colta europea.
Nato nel 1952 a Codogno, dove risiede, Piero Bassini si è avvicinato alla musica molto giovane e dall’età di 22 anni si è dedicato esclusivamente al jazz, esordendo in un memorabile concerto per piano solo al Festival delle Nuove Tendenze del Jazz Italiano svoltosi nel 1975 presso l’Universita’ Statale di Milano e suscitando l’entusiasmo di pubblico e critica per la tecnica e lo spessore della sua musica. Un concerto memorabile che lo ha portato a calcare i palcoscenici di diversi festival nazionali, come Umbria Jazz, Bergamo, Lovere, La Spezia, Ivrea ecc. e ad incidere svariati dischi a suo nome con brillanti musicisti della scena jazz italiana e mondiale.
Piero Bassini ha percorso un lungo cammino che lo ha portato a produrre una musica totalmente diversa alle attese, una musica personale, matura, ricca di tensione e di dubbi, animata da una grande urgenza espressiva, ma anche di delicate atmosfere introspettive.
Dopo le influenze inevitalibili di Chick Korea e Keith Jarrett, Bassini recupera le radici più autentiche del bop formando il suo primo importante gruppo nel 1980: L’OPEN FORM TRIO, uno dei migliori gruppi italiani di tutti i tempi, con Attilio Zanchi e il compianto Giampiero Prina , con cui ha inciso i dischi Old Memories, Appointment in Milano, premiato dal Sunday Times, Perpetual Groove e Round Trip (questi ultimi tre in collaborazione con Bobby Watson).
Da allora Piero ha approfondito sempre di più lo studio del jazz moderno, esplorando e sviluppando elementi musicali che da Oscar Peterson a McCoy Tyner giungono fino a Bill Evans e Paul Bley, senza trascurare la sua grande passione per Mozart e altre grandi pagine della musica classica.
Oggi la sua musica, benchè fortemente impregnata dalla tradizione jazzistica, presenta delle sfumature e dei colori originali che ne determinano una percezione non classificabile in schemi predefiniti, ma che catturano l’ascoltatore, come rapito dai rapidi vortici di note che hanno sempre rappresentato la sua cifra stilistica.
Seguiranno In the Shadows (con Michele Bozza, Giampiero Prina, Gianni Grechi e Luis Agudo), Nostalgia (con Furio Di Castri e Giampiero Prina), e Intensity (con Luca Garlaschelli e Massimo Pintori). L’ultimo CD, Live in Iseo – Italy (con Mauro Sereno e Massimo Manzi), ha ricevuto critiche entusiastiche ed e’ stato segnalato tra i migliori CD del 2004 dalla rivista specializzata Musica Jazz. Due le incisioni per piano solo: Tonalita’ del 1976 e Lush Life del 1991 segnalato dalla rivista Musica Jazz tra i migliori dischi di jazz italiano dell’anno.
Intensity ……. è un’opera meravigliosa che Sergio Veschi produttore della Red Records così definisce: Una musica che viene da dentro (Inner Urge) con una logica e un pensiero musicale impeccabile e molto advanced che coniuga intelligenza, cuore, energia. Solo i veri artisti suonano se stessi perché è anche l’unica cosa che sanno e possono fare. Gli altri forse suonano meglio quello che altri hanno già fatto. Un vero poeta è chi mette a nudo se stesso e il suo mondo interiore.
Su FB e Youtube ci sono entusiastici commenti a questa suite.
Mi fa piacere constatare che dopo quasi venti anni questa musica non solo non è invecchiata per nulla ma non ha perso nulla della sua capacità di emozionare e conquistare l’attenzione di chi l’ascolta.
Il nome di Piero Bassini compare anche sul Dizionario del jazz, curato da P. Carles, A. Clergeat e L. Comolli, recentemente pubblicato da Mondadori.
In questo trio, due eclettici musicisti che abbiamo avuto modo di apprezzare insieme a Piero alla trasmissione radiofonica “Piazza Verdi” di Rai Tre il 10/2/2007:
· il contrabbassista Giorgio Muresu che ha collaborato nell’ ambito della musica Jazz ed Etnica con artisti quali : Umberto Petrin, Giovanni Monteforte, Roberto Aglieri, Nicola Cattaneo, Marcello Noia, Massimo Pintori, Michele Bozza, Alessandro Fulgosi, Andres Villani, Stefano Valla, Luca Mezzadri, Mario Zara, Gianni Satta e molti altri.
· Luca Mezzadri, originale batterista che nel corso degli anni si è esibito all’interno di varie compagini strumentali suonando con vari musicisti, tra cui Enrico Rava, Carlo Bagnoli, Marco Brioschi, Furio di Castri, Bob Moover, Claudio Fasoli, Michele Bozza, Tino Tracanna, Michael Rosen, Ares Tavolazzi e tanti altri. Nel 2000 ha accompagnato la cantante americana Gwenn Perry in una breve tournè negli Emirati Arabi; ha inciso due CD: “Ritratto di Oca” (Edizioni Panastudio) e “120 Anni in musica” (prodotto da LIBERT’Art).
Antonio Tarantino
Direttore Artistico
348.0422174 – ANTONIO TARANTINO – ASSOCIAZIONE AMICI JAZZ SAN SEVERO 342.1038402 – PAOLA MARINO – CAFFE’ TRA LE RIGHE/SPAZIO OFF INIZIO CONCERTO ORE 22,00 |
Alcuni commenti su Piero Bassini
Eccellente sul piano dell’improvvisazione e della libera invenzione. La lucidità dei tuoi percorsi musicali, le tue trovate improvvise, il tuo incredibile virtuosismo interamente genetico, innato, che penso oggi abbia pochissimi rivali.
E’ un enorme talento naturale, una forza della natura, inventore di incastri melodico / ritmici, innamorato di contrappunti a velocità supersoniche.Fabio Jegher (musicista e direttore d’orchestra)
Piero Bassini è un artista di innegabile talento. …..concerterà molti all’ascolto di queste straordinarie, profonde, inesauribili, poeticamente nevrotiche improvvisazioni le quali offrono concreta conferma alla definizione che dell’opera d’arte dava Zola: un coin de la crèation vu a travers un temperament (‘un angolo della creazione visto attraverso un temperamento’).Gianni Morelenbaum Gualberto (critico musicale, direttore artistico)
Piero Bassini – Intensity – Red Records
Un pizzico di Oscar Peterson nella mano destra; il fascino latino di un Chick Corea e l’armonia coinvolgente, solida, a volte classicheggiante di Bill Evans; un senso del ritmo e uno swing decisamento nero.
Piero Bassini è questo e altro.
Lo dimostra in “Intensity”, con un ricorso alla più sfrenata originalità al servizio di un trio da “mille e una notte” grazie agli interventi e agli appoggi mai pretenziosi e sempre “solari” di Luca Garlaschelli al basso, Massimo Pintori e Ettore Fioravanti alla batteria in cinque brani a testa.
Dieci le composizioni, otto scritte dal pianista, per circa un’ora di musica che si ritaglia oasi di estasi e inebria con aromi d’altri tempi (ascoltatevi, a proposito, “Interval”). Quello che salta alla mente affrontando “Intensity” è l’immagine di un elastico, in tensione, che viene pizzicato, oscilla, per poi ritornare sempre alla sua posizione originaria.
Piero Bassini, con il “suo” jazz, fa questo: individua un “baricentro” musicale dal quale si allontana spesso, per ritornarvi, però, sempre. E’ una musica che a tratti accarezza, spesso colpisce duro (per esempio in “Two Chords”), e che si impreziosisce attraverso un ripetuto ascolto dove la melodia, in un procedimento di “flusso e riflusso” appare e si nasconde, restando sempre alla base del jazz di Bassini, per niente anacronistico, semmai lanciato verso il futuro. Davide Ielmini (giornalista e critico musicale)
Un album sofisticato, tutto da scoprire, messo a punto da uno dei pianisti più originali del panorama italiano. Il trio esegue quasi tutti brani di Bassini. Raccomandato per il suo calore e sensibilitàDonna Moderna