Jazz Club Giovedì 30 gennaio 2014, ore 21.30
PINO RUSSO – NOVECENTO
Il nuovo anno si apre con la presentazione del nuovo cd di Pino Russo intitolato “Novecento” edito dalla prestigiosa etichetta discografica Spasc(h).
Come facilmente intuibile dal titolo, questo progetto si propone di prendere in esame la musica di tre autori che hanno lasciato un segno importante e tangibile nella storia del jazz e nel panorama musicale mondiale non solo del loro tempo, ma anche del presente e del futuro.
Un originale approfondimento raccontato da una chitarra in solo.
Miles Dewey Davis III (Alton, 26 maggio 1926 – Santa Monica, 28 settembre 1991) compositore, trombettista jazz statunitense, considerato uno dei più influenti, innovativi ed originali musicisti del XX secolo. Sempre pronto ad interpretare i cambiamenti evolutivi del suo tempo e di conseguenza del jazz di cui ha dettato nuove strategie interpretative tracciando nuovi percorsi espressivi.
Thelonious Sphere Monk (Rocky Mount, 10 ottobre 1917 – Weehawken, 17 febbraio 1982) pianista e compositore statunitense, conosciuto per il suo singolare stile d’improvvisazione e per il consistente contributo al repertorio del jazz. Sempre fedele alla sua creatività compositiva e mai disposto a compromessi artistici, ha delineato così un modus suonandi sempre personale, solido e imperturbabile alle mode.
John William Coltrane (Hamlet, 23 settembre 1926 – New York, 17 luglio 1967) è stato un sassofonista e compositore statunitense. Tra i più grandi sassofonisti della storia del jazz, ha sicuramente lasciato un segno profondo nel tessuto di questa musica. “Trane”, come fu anche soprannominato, è stato uno dei più importanti innovatori del jazz degli anni sessanta, ponendosi come cerniera tra la poetica del bebop e la rivoluzione del free jazz. Il pensiero musicale di Coltrane, colto nelle diverse fasi della sua evoluzione, ha creato folle di proseliti e di imitatori tutt’oggi attivi sui più disparati palcoscenici del mondo.
L’appuntamento dunque è per giovedì 30 gennaio 2014 alle ore 21.30 presso il Jazz Club di Piazzale Valdo Fusi, 1 a Torino.
La presentazione del nuovo cd prevede al momento anche ulteriori tappe in Piemonte: ad esempio presso il Jazz Club di Biella il 06 febbraio, e presso il Diavolo Rosso di Asti il 09 febbraio.
Le liner notes del disco:
La seduzione, autentica, del Novecento
Per alcuni la semplicità è una conquista. Per altri una vocazione. Per altri ancora – come nel caso di Pino Russo – un processo evolutivo. Nell’arco dell’apprendimento di un artista, solitamente, all’acquisizione di stili e tecniche segue la maturazione espressiva e la saggezza che conduce alla personalizzazione del proprio linguaggio. È qui, al limite estremo e ultimo dell’essere lettore delle proprie opere e di quelle degli altri, che Pino Russo si può dire musicista completo. Perché pone, fra gli obiettivi prioritari del proprio lavoro, il decifrare ciò che è complesso, articolato e annodato attraverso una comunicazione sensoriale che permette a chiunque di elaborare una propria visione della musica. Un compositore, o un interprete, non
ha l’obbligo di assecondare il pubblico ma il dovere di spiegare – suonando – le ragioni delle sue scelte e perché le ritiene così importanti per l’arricchimento proprio e degli altri. Pino Russo ha raggiunto la propria semplicità attraverso un atto seduttivo che lega il forte carattere dell’esecutore all’esemplare autenticità dell’improvvisazione. Partendo da un diploma in chitarra al conservatorio, e con uno studio approfondito
del contrappunto di Johann Sebastian Bach, questo artista ha elaborato un viaggio fatto di sedimenti. Nel quale la musica viene prima del musicista e l’idea si antepone a tutto il resto. Così come accade in questi accumuli sonori capaci di segnare un ventennio di jazz – “’Round Midnight” è del 1944, “Nardis” del 1958 e
“Naima” di un anno più tardi – declinato su tre nomi: Thelonious Monk, John Coltrane e Miles Davis. Selezione di brani importanti (ma da non considerarsi un semplice “The best of…”) dove è evidente il gioco tra pensiero melodico e pensiero razionale. Tra materiale tematico e dominio dei blocchi accordali, tra cantabilità ed elaborazione di tutto ciò che è linea verticale e orizzontale nella musica. Seduzione che nasce dalla sintesi e dalla distensione delle strutture: è qui che Pino Russo si inserisce con l’accuratezza di un miniaturista coinvolto nella sfida di offrire una sua nuova e audace versione delle “Coltrane Changes” di “Naima” e di tutto ciò che c’è di modale in Davis: dal modo dorico (ma anche frigio, lidio e misolidio) di “Blue in Green” alla scala gitana minore di “Nardis”. Così Pino Russo, con un approccio classico e nobile ai
brani originali, regala una musica addirittura “asciutta” ma ben cadenzata nelle modulazioni.
Piena di cantabilità e dinamiche, calibrata nelle trasparenze e “limata” sino a raggiungere l’essenza di ciò che rappresenta: un infinito girovagare nell’uomo del Novecento.
Davide Ielmini – 6 Novembre 2013
Pino Russo è eclettico chitarrista, compositore, arrangiatore, docente di chitarra Jazz e di Armonia Jazz al Conservatorio Vivaldi di Alessandria.
Chitarrista versatile rispetto agli opposti confini del jazz e della musica classica.
Premio Mimmo Mancinelli 2009 come miglior chitarrista e vincitore del premio speciale per l’edizione 2009 del Barezzi Live, ha sviluppato un’intensa ricerca timbrica sulla chitarra classica amplificata esplorando linguaggi musicali diversi tra jazz, bossanova, musica classica, mediterranea e contemporanea.
Vanta presenze sui palchi dei più importanti Jazz Festival e Rassegne chitarristiche e collaborazioni con musicisti di fama mondiale (Enrico Rava, Barney Kessel, Tal Farlow, Bill Cobham, François Jeanneau, Tullio De Piscopo, Gianni Basso, Felice Reggio, Flavio Boltro e tanti altri).
La Carisch ha recentemente pubblicato una raccolta di sue composizioni dal titolo “Guitar Project” e il suo ultimo album in solo è “Novecento” (Splasc(h)).
Web: www.pinorusso.it