CRISTIANO DE ANDRÉ
DA OGGI IN RADIO“IL CIELO È VUOTO”
DOMANI ESCE
“COME IN CIELO COSÌ IN GUERRA (SPECIAL
EDITION)”
Da oggi, 19 febbraio, è in radio “IL CIELO È
VUOTO”, brano di CRISTIANO DE ANDRÉ presentato, insieme a
“Invisibili”, al 64° Festival di Sanremo e rimasto in gara,selezionato tra i due brani dal
pubblico tramite televoto e dalla giuria della stampa dopo la prima esibizione
di ieri sera.
“Il cielo è vuoto”(di Diego Mancino e Dario Faini con la collaborazione di
Cristiano De André) è un brano rock-orchestrale: un incoraggiamento a dipingere
il proprio “cielo”, un’esortazione a riempirlo di sogni e valori, anche quando è
“vuoto”.
Domani, 20 febbraio, esce “COME IN CIELO COSÌ IN
GUERRA (SPECIAL EDITION)” (Nuvole
Production/Universal Music Italia), la riedizione dell’album di Cristiano De
André uscito la scorsa primavera, che contiene anche i due brani sanremesi “Invisibili” e “Il cielo è
vuoto”.
Questa la tracklist di “Come in cielo così in guerra
(Special edition)”:
“Invisibili”, “Il cielo è vuoto”, “Non è una favola”, “Disegni nel vento”,
“Credici”, “Il mio esser buono”, “Il vento soffierà”, “Ingenuo e romantico”,
“Sangue del mio sangue”, “Vivere”, “La stanchezza”, “La bambola della
discarica”.
Venerdì 21 febbraio, durante la serata del Festival di Sanremo
“Sanremo Club”, dedicata alla tradizione italiana della canzone
d’autore, Cristiano De André reinterpreterà il brano di Fabrizio De André
“Verranno a chiederti del nostro amore”, tratto dall’album “Storia
di un impiegato” (1973).
Adirigere, per la prima volta, l’orchestra del Festival di Sanremo
durante le esibizioni di Cristiano De André, è Davide Rossi (Coldplay,
Goldfrapp), che ha prodotto “Invisibili” e “Il cielo è
vuoto” e ne ha curato anche l’arrangiamento degli archi. Cristiano De
André torna al Festival di Sanremo per la quarta volta, a 11 anni dalla sua
ultima partecipazione.
“Invisibili”(di Cristiano De André e Fabio Ferraboschi), è una
canzone intima e personale dalle sonorità acustiche, in cui il cantautore
ricorda la Genova di quando era ventenne.
www.facebook.com/CrisDeAndre
twitter.com/Cristiano_De_A
Milano, 19 febbraio 2014
CRISTIANO DE ANDRÉ
“COME IN CIELO COSÌ IN GUERRA (SPECIAL
EDITION)”
SCHEDA ALBUM
In occasione del 64° Festival
di Sanremo, Cristiano De André pubblica “Come in cielo così in guerra (Special
Edition)”, riedizione dell’ultimo album di inediti “Come in cielo così in
guerra” (uscito nella primavera del
2013), contenente anche i due brani “Invisibili”
(brano scritto da Cristiano De André e Fabio Ferraboschi) e “Il cielo è vuoto” (brano scritto da Diego Mancino e Dario Faini
con la collaborazione di Cristiano De André) presentati al Festival di Sanremo. I due brani sono stati prodotti
da Davide Rossi (Coldplay, Goldfrapp),
che ne ha curato anche l’arrangiamento degli archi.
Uscito a 12 anni di distanza da “Scaramante” e dopo lo straordinario
successo di “De André canta De André vol. 1 & 2”, “Come in cielo così in
guerra” è caratterizzato da un grande lavoro di ricerca, sia sulle parole, sia
sui suoni. Per inciderlo Cristiano è volato fino in California, a Berkeley,
dove ha registrato nei mitici Fantasy Studios affidando la produzione e gli
arrangiamenti a Corrado Rustici, il quale ha arricchito con maestria le canzoni
di profumi world e sonorità avvolgenti che valorizzano testi carichi di
significati e pathos. Si è avvalso della collaborazione di un team di musicisti
ben rodato: bassista e batterista, Kaveh Rastegar e Michael Urbano, che ormai
godono di una discreta popolarità anche in Italia per essere la sezione ritmica
di Ligabue; mentre il pianista è un session man di chiara fama già a fianco di
personaggi del calibro di Sting, Stevie Wonder, Elton John e la compianta
Whitney Houston. Cristiano ha suonato violino, bouzouki e chitarra acustica.
Le canzoni che compongono “Come in cielo così in guerra” (gli inediti
più la versione italiana di “Le vent nous portera” dei Noir Désir) sono dirette
e immediate e colpiscono fin dal primo ascolto. Ma ad ogni ascolto successivo
si scopre un particolare inedito, una sfumatura, un suono che la prima volta
era sfuggito.
Il titolo del disco è un modo per dire basta alle troppe deformazioni
che caratterizzano la nostra società. Basta alle caste, ai disonesti, a un
certo tipo di politica corrotta, alle storture della globalizzazione. Cristiano
parla della difficoltà del vivere: della sua, raccontandoci i suoi tormenti
interiori con ampi squarci autobiografici (“Disegni nel vento”, “Il mio esser
buono”, “Ingenuo e romantico”, “Sangue del mio sangue”, “Vivere”), e più in
generale allargando la visuale a quanto sta succedendo nella società che ci
circonda. Ascoltate “Non è una favola”, “Credici”, “La stanchezza”, “La bambola
della discarica” e vi renderete conto che non risparmia niente e nessuno: le
banche, la chiesa, la sottocultura mediatica, la mercificazione del sesso e
persino delle anime.
Cristiano è uno spirito anarchico. Desidera con tutto se stesso che si
riscoprano i valori più autentici. «Questo disco parla di quello che abbiamo
lasciato e abbiamo perso. Riappropriamoci di tutte quelle cose che abbiamo
iniziato a buttare in una discarica 40 anni fa. Noi siamo tutti pezzi unici,
torniamo a credere in noi stessi, senza delegare, senza svilirci. Ormai ci si
frequenta molto sui social network, meno nei salotti o nei bar. Ecco,
ricominciamo a parlare guardandoci negli occhi».
Quello svolto da Cristiano è un lavoro artigianale, nel senso più
nobile del termine. Ed è un lavoro di gruppo: ogni canzone è scritta da due o
più teste, quasi a comporre un puzzle incastrando una parola dopo l’altra, nota
su nota.
Cristiano in passato ha dovuto pagare lo scotto di essere figlio di un
mito. Ha impiegato molto tempo, soffrendo parecchio, per superare quella fase.
Con quest’album dimostra di essere uno dei nostri migliori autori. È un
polistrumentista dotato di grandi qualità, oltre che un interprete sensibile.
Il suo è talento vero. “Come in cielo così in guerra” è un disco ricco di
poesia, con canzoni che non lasciano indifferenti e s’insinuano nella mente per
non uscirne più. Qualcuno direbbe che «c’è della luccicanza».
BRANO
PER BRANO
INVISIBILI – Una canzone dalle sonorità acustiche,
intima e personale in cui Cristiano ricorda la Genova di quando era ventenne.
IL
CIELO È VUOTO – È
un brano rock-orchestrale, un incoraggiamento a dipingere il proprio “cielo”,
un’esortazione a riempirlo di sogni e valori, anche quando è “vuoto”.
NON
È UNA
FAVOLA –
A un primo ascolto potrebbe sembrare un’elegia a una donna bellissima e un po’
altera. In realtà Cristiano racconta con sguardo disincantato la realtà che ci
circonda, che… non è una favola.
DISEGNI
NEL VENTO –
Una canzone dall’incedere musicale lento e struggente che Cristiano dedica ai
suoi figli. «A 24 anni non si riesce ad essere un padre modello. E comunque
credo che nessuno riesca ad essere un padre perfetto. Non lo è stato il mio con
me, né lo sono stato io». L’unica soluzione possibile è lasciare ai figli i
propri sogni, il senso del bello e quello di giustizia.
CREDICI
– È un’invettiva
contro un modello di società dominata dalla sottocultura mediatica, che ci sta
riportando nel peggiore dei medioevi, dove si respira un odore di basso impero.
Ce n’è per tutti: la Tv, le banche, i politici e la “cara madre chiesa… Tu che
con la Cei, lo Ior, l’Opus Dei ci mostri come sei”. È come se qualcuno ci
urlasse in faccia che ormai abbiamo toccato il fondo e lui rivuole indietro la
sua anima. «Il fatto è che abbiamo scambiato i soldi, che in realtà sono
soltanto un mezzo, per un valore. I valori veri sono altri l’onestà,
l’amicizia, l’amore». Ecco perché canta: “Al valore del nulla non crederci”.
IL
MIO ESSER BUONO –
Musicalmente parte in modo pacato, con un bell’arpeggio di chitarra, poi sale e
la melodia si arrotonda, sostenuta da un tappeto di tastiere e dal suono del
violino. Il testo è molto autobiografico: dentro ci sono ricordi, amore e
rabbia. C’è la sofferenza per la lontananza di un padre. La difficoltà del
crescere acuita da mille insicurezze. E la lotta contro una timidezza innata.
IL
VENTO SOFFIERÀ –
È la versione italiana di “Le vent nous portera” dei Noir Désir. «Una canzone
che ho sempre amato, è nel mio iPod da quando è uscita. Anche il testo è molto
vicino a ciò che penso. C’è questa idea del vento, che non è certo nuova ma che
continua ad affascinarmi, che spazzerà via la cattiverie della gente e tutto
quello che non è in sincrono con una società ideale… È un po’ come se fosse il
prosieguo di “Nel bene e nel male”, una mia canzone del ’95 che faceva parte
dell’album “Sul confine”».
INGENUO
E ROMANTICO –
Il tema è l’amore. C’è quello infelice, a volte disperato, che spesso fa rima
con “dolore”. Alcune persone non sono capaci di amare e non impareranno mai.
«Così, siccome abbiamo paura di soffrire, spesso fuggiamo. Rinunciando ad
amare. Ma è sbagliato, perché l’amore vero esiste: in questo caso ci si
incontra perché si è uguali. E quando ci si lascia restano i ricordi piacevoli
e positivi».
SANGUE
DEL
MIO SANGUE –
Questa canzone parla del tipo di legame più profondo che c’è, quello con i
figli, sangue del tuo sangue. Mentre crescono, “cambiano i disegni, cambiano
con noi”. Ma resta “profonda e naturale la nostra sintonia”.
VIVERE – Qui c’è tutta la sofferenza del
vivere. Che a volte non è un gioco semplice, bisogna “fare un accordo con gli
angeli, e risultarci simpatici”. «Per essere davvero liberi dobbiamo essere al
tempo stesso demoni e angeli. Io so che a qualcuno faccio paura e non mi
accetta. Altri invece pensano che io sia debole e cercano di schiacciarmi.
Quindi preferisco mostrarmi per quel che sono realmente piuttosto che
nascondermi. La fatica maggiore è trovare persone che hanno voglia di aprirsi:
ormai c’è un’omologazione pazzesca, c’è una specie di globalizzazione del
pensiero. Spesso la gente non ha voglia di parlare. Invece a me piace scavare,
guardare nell’anima di chi mi sta di fronte. Bisogna guardarsi negli occhi e
crescere insieme». L’obiettivo è sempre la libertà, “Con le certezze degli
illusi, con le bellezze dei sognatori”.
LA
STANCHEZZA –
Tratta dell’incomunicabilità. «È dove ci hanno portato questa forma perversa di
potere, la globalizzazione, il consumismo. Siamo tutti comprati e venduti. A
nessuno interessa quel che abbiamo dentro, ma ciò che possediamo. E nessuno
capisce che in fin dei conti i soldi sono solo carta filigranata».
LA
BAMBOLA DELLA DISCARICA – Una poesia di Cristiano e Oliviero Malaspina
musicata da Corrado Rustici. La bambola del titolo rappresenta tutte quelle
donne disposte a vendersi per un passaggio in Tv o per un capo griffato. Ma
potrebbe essere anche una metafora di come abbiamo ridotto questa nostra povera
patria e la società in cui viviamo. «È tutto un meretricio, fisico e
intellettuale. Oddio, la prostituzione c’è sempre stata. Ma ormai siamo ben
oltre la “puttana” di cui parlava mio padre. Quella tutto sommato aveva una sua
dignità: allora una donna in genere si prostituiva per mangiare, non per
comprarsi un paio di scarpe di Jimmy Choo o una borsa di Prada… Stiamo finendo
tutti in una discarica come quella bambola. Togliamoci da lì finché siamo in
tempo».
CRISTIANO DE ANDRÉ
Biografia
Cristiano nasce a Genova il
29 dicembre 1962.
Cresce in un vivace ambiente
culturale, dove teatro e musica sono componenti quotidiane. Villaggio,
Tognazzi, Tenco, Lauzi, Paoli e De Gregori sono amici ed abituali frequentatori
di casa De André. A 11 anni Cristiano si avvicina con successo alla chitarra, a
17 al violino, che studia per cinque anni al Conservatorio Paganini di Genova.
Compone le prime musiche per alcuni spettacoli goliardici in scena al Teatro
Popolare di Genova, ma sarà Massimo Bubola, che conosce Cristiano dai primi
anni ’70, quando inizia a collaborare con il padre Fabrizio, a fargli
incontrare un gruppo di ragazzi di Verona con i quali inizierà a fare musica.
Sono Carlo Facchini, Marco
Bisotto e Carlo Pimazzoni, i componenti del gruppo “Tempi Duri”, con
i quali nei primi anni ’80 inizia l’avventura musicale.
Nel 1982 esce il primo
singolo dei Tempi Duri, l’anno dopo l’album di esordio “Chiamali Tempi
Duri” e quindi un tour. Con il gruppo Cristiano accompagna il padre
Fabrizio in alcuni suoi tour: come nel 1981 o nel 1984 nella tournée
“Creuza de ma”. Poi i componenti del gruppo partono per il servizio
militare e la band si scioglie. Nel 1985 Cristiano intraprende la carriera di
cantante solista e partecipa al Festival di Sanremo tra le nuove proposte con
il brano “Bella più di me”, raccogliendo consensi di pubblico,
arrivando al 4° posto e vincendo il premio della critica.
Seguono alcuni singoli, ma
per un lavoro più completo si deve attendere il 1987 con l’album
“Cristiano De André” comprendente la delicata “Briciola di
pane” dedicata all’ appena nata figlia Fabrizia. Album realizzato con la
collaborazione di Fio Zanotti e Massimo Bubola. Nel 1990 esce “L’albero
della cuccagna”, album ispirato e ricco di contenuti. Partecipano alla
realizzazione artisti di talento quali: Mauro Pagani, Vince Tempera, Ellade
Bandini, Fabrizio Consoli, Ares Tavolazzi e l’immancabile Massimo Bubola. Nel
filone della canzone d’autore e con un personale tono ironico si inserisce l’album
del 1992 “Canzoni con il naso lungo”: album maturo, immediato e ricco
di energia. Importante la collaborazione con l’amico Eugenio Finardi. Torna
Bubola ora nella veste di produttore artistico.
Nel 1993 Cristiano torna
dopo otto anni al Festival di Sanremo, questa volta nella categoria
“campioni”. Presenta “Dietro la porta” un brano di notevole
intensità lirica composto con Daniele Fossati. E’ un grandissimo successo: il
secondo posto assoluto, il premio della Critica, il Premio Volare; il generale
apprezzamento del pubblico e di tutti i media per il brano e per
l’interpretazione permettono di attribuire a “Dietro la porta” la
qualifica di vincitrice morale del Festival 1993. E’ un’immensa soddisfazione
per Cristiano che vede ripubblicato il precedente album con l’inserimento del
brano sanremese. Nell’aprile 1995 esce “Sul confine”, in cui
Cristiano è accompagnato da fedeli amici che hanno contribuito alla scrittura
di questo intenso disco, tra gli altri Carlo Facchini, Eugenio Finardi, Stefano
Melone, Massimo Bubola, Oliviero Malaspina, Daniele Fossati, Manuela Gubinelli
ed il padre Fabrizio nel brano “Cose che dimentico”.
La forza interpretativa di
Cristiano viene esaltata dalla profonda e sentita composizione delle canzoni:
in questo album si possono avvertire gli intensi mutamenti interiori e
stilistici che gli hanno permesso di realizzare un’opera così convincente. Sono
canzoni di frontiera nate da un lungo periodo di ricerca professionale e
personale. La maturità di cui si parla è arrivata con le difficoltà che hanno
arricchito il talento innato e che hanno ridefinito la strada artistica di
Cristiano: una strada tortuosa e spesso in salita, percorsa fino in fondo ed in
completa autonomia. Come egli stesso sostiene: «credo nella continua ricerca di
se stessi e soprattutto nella coerenza. E’ proprio su questo che baso il mio
lavoro di musicista. Quando ero più giovane vivevo di valori collettivi, adesso
credo maggiormente in valori individuali: penso che sia importante percorrere
una strada interiore di ricerca perché se una persona riesce a sviluppare delle
capacità di introspezione, può sempre cavarsela».
Il titolo “Sul
confine” può evocare qualità e difficoltà di scelte, ma questo è solo il
punto di partenza di quella ricerca interiore verso il raggiungimento di un’integrità
artistica personale. Integrità che gli permette di creare uno stile suo unico e
riconoscibile. Il 1997 lo ha visto sul palco del tour “Anime salve”
di Fabrizio De André dove si è messo in luce come eccellente polistrumentista
di “prima fila”, ruolo che è stato di Mauro Pagani. Grande
soddisfazione questa riconfermata nel successivo tour invernale “Mi
innamoravo di tutto” e nel tour estivo del 1998.
Nel novembre 2001 esce
“Scaramante” intenso album di cui lo stesso Cristiano dice: «è un
disco terapeutico con cui mi sono tolto i dolori di dosso. E’ un disco che
segna il crocevia della mia vita». Con “Scaramante”, nel 2002, vince
il Premio Lunezia come miglior album. Torna al Festival di Sanremo nel 2003 con
il brano “Un giorno nuovo”, basato sul concetto della
“comprensione” e ricco di echi etnici. Segue la raccolta “Un
giorno nuovo – live in studio”, brani del suo passato artistico
riarrangiati e proposti in versione live.
Nel 2009, la svolta: arriva
per Cristiano il momento di concretizzare il progetto di intraprendere un lungo
tour in cui rileggere il repertorio di Faber con gli occhi di figlio e di
artista. Nascono l’album “De André canta De André” pubblicato nel 2009 e nel
2010 “De André canta De André – Vol. 2”, una nuova raccolta di brani del grande
Fabrizio
Nel 2013 pubblica per
l’etichetta Nuvole, fondata dal padre Fabrizio, l’album d’inediti “Come in
Cielo così in Guerra”, realizzato con la collaborazione di Corrado Rustici e
distribuito da Universal Music.