IL SOGNO DI SAFIYYA, DI NUCCIO FRANCO – PRESENTAZIONE SABATO 22 MARZO, ORE 18.00 #ROMA

Nato dallo spettacolo vario di una ingegnosa umanità, con il sottofondo instancabile di unritornello di pace, attento alla profonda dissomiglianza fra mondi di pensiero e quelli di animo,

irrigidito contro certi compromessi sapienti e leggeri”.

Con queste parole la scrittrice Maria Pia Selvaggio descrive il libro di Nuccio Franco, Il sogno

di Safiyya, un racconto intenso, un viaggio che prende il via fra le ceneri e gli orrori della

guerra della Bosnia.

Qui il reporter Jan ritorna con i ricordi al periodo dell’adolescenza, interrogandosi sui motivi

della sua presenza in quella terra martoriata, insanguinata da massacri e terrificanti atti di

crudeltà. Nella mente ha il sorriso di Youssuf e gli occhi della figlia Safiyya, che ha lasciato in

Italia prima di partire come cronista. Sono stati loro, immigrati dal Marocco, con l’esempio e

l’amicizia, a insegnargli i valori della tolleranza, del rispetto, della comprensione.

L’autore trasmette al lettore in modo naturale e diretto, con uno stile giornalistico più che

narrativo, i valori della coesistenza, del rispetto, dell’integrazione. “Il filo conduttore del libro –

ci racconta Nuccio Franco – si sostanzia nel tentativo di trasmettere un messaggio forte,

soprattutto alle nuove generazioni, ossia il senso di tolleranza, il dialogo, il credere che nessuno

è inferiore a nessuno. Tutte cose, queste, che mi ha insegnato il mio mestiere,spesso in giro per

il mondo,come a Nevè Shalom: il confronto con l’altro, sovente definito diverso.

E poi c’è il sogno, quello dei personaggi di contribuire ad un mondo meno ignavo ed

indifferente alle umane miserie, in un dialogo rispettoso dell’altrui essere al mondo, nella forza

di credere nell’amore, al di là di schemi preconcetti, di sovrastrutture come la religione o i

rapporti sociali”.

Con Il sogno di Safiyya ,Franco trasforma in prosa narrativa le sue stesse esperienze, al fine di

trasmettere un messaggio concreto, “frutto del mio vissuto che tanto mi ha dato e insegnato come la

permanenza a Sarajevo e la sua aberrazione, la perdita di un amico, dell’Amico, l’aver conosciuto Safiyya e la

sua famiglia, Norah e Youssuf, che mi hanno insegnato il rispetto per la diversità, per la vita. Safiyya, che

rappresenta il mio alter ego, è riuscita a guidarmi con occhi di donna in questo viaggio, aiutandomi a decodificare

fatti e situazioni che stentavo a comprendere, convincendomi che la strada intrapresa insieme era quella giusta e

che la nostra amicizia aveva qualcosa in più, fatta di rispetto e comprensione reciproca”.

Iaphet Elli

Iaphet Elli, blogger, ho partecipato come editor a ExpoMilano2015.
Collaboro con diversi uffici stampa di città Italiane ,Stati Europei e Mondiali.

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