Dan Kinzelman’s Ghost – In distribuzione dal 22 aprile 2014

Parco della
Musica Records

presenta

Dan
Kinzelman’s Ghost

Dan Kinzelman, Mirco Rubegni, Manuele Morbidini,

Rossano
Emili – fiati e percussioni

STONE
BREAKER

Dopo
aver pubblicato il disco d’esordio del suo trio Hobby Horse, la Parco della
Musica Records presentaDan Kinzelman’s Ghost, il nuovo progetto del sassofonista Dan
Kinzelman. Un quartetto di musicisti che attraverso fiati e percussioni di
diverso tipo recuperano musiche di varia provenienza, scarti generati nel corso
degli anni e con uno sforzo creativo collettivo, attraverso una drastica
de-contestualizzazione o contrapponendo elementi apparentemente del tutto privi
di collegamento vanno alla ricerca di strutture dall’aspetto instabile ed
improbabile, giocattoli immaginari e impossibili e, quando accade,
bellezza.  

L’intertestualità e il
dialogo fra opere artistiche, in qualsiasi campo è una cosa che mi affascina da
tanto tempo.  Forse e’ anche uno degli elementi che mi e’ sempre
interessato del jazz (che nasce da una miscela di musiche apparentemente
distantissime fra loro, culturalmente).  Ghost è, per me, un luogo in cui
esplorare questo dialogo, sia  fra i musicisti che improvvisano durante il
concerto, ma anche fra la nostra musica e le musiche dalle quali il nostro
repertorio trae ispirazione. Un altro elemento importante per me di questo
gruppo e’ il fatto delle percussioni: non le sappiamo suonare e le suoniamo
male.  Questa e’ una cosa che da qualche anno sto esplorando in diversi
progetti, il fatto di scegliere a volte mezzi strumentali che non siamo in
grado di padroneggiare.  Penso che sia un modo interessante per mettersi
in difficoltà, cosa che ci costringe a trovare soluzioni che magari non avremmo
dovuto neanche cercare con i nostri strumenti abituali.  In più, gli
strumenti che non sappiamo suonare tirano fuori da noi qualcosa di bambinesco e
primitivo che mi riempie di felicità. L’ultima cosa particolare di questo
progetto è cercare di suonare in situazioni dove possiamo avere il pubblico
intorno.  Spostando il pubblico sul palco e intorno al gruppo, si
confondono i ruoli.  Non più protetti dalla barriera fra palco e platea,
sia i musicisti che gli spettatori si sentono più partecipi, tutti perdono
qualche sicurezza e si interrompe la formalità e l’abitudine della serata solita
al teatro.  Io credo che questo permette anche un ascolto (anche da parte
dei musicisti) di un altro tipo, più aperto alle sfumature e più attento all’
evento nel insieme.  L’attenzione in un certo modo viene focalizzata al
centro, al gruppo, ma vedi lo spettatore che guarda dall’altra parte, che forse
sta guardando anche te.  Ti senti osservatore e osservato allo stesso
tempo…una specie di panopticon dove tutti osservano e ascoltano tutti, con
un’attenzione che raramente si può avere in un concerto  ‘normale’.

Dan
Kinzelman

Dan
Kinzelman

Sassofonista, compositore, improvvisatore nasce nel 1982 e si avvicina
all’età di 8 anni, studiando in principio il pianoforte per poi passare al
sassofono a 12 anni. Nel 2000 vince una borsa di studio per l’University of
Miami dove si laurea nel 2004 con lode. Durante lo studio viene piu’ volte
premiato dalla rivista specializzata del jazz Downbeat, e il suo quintetto
viene scelto per fare un laboratorio con concerto finale alla Carnegie Hall di
New York. Dopo la laurea si
trasferisce in Germania per poi stabilirsi in Italia nel 2005. Attualmente vive
in Umbria e collabora stabilmente con alcuni dei nomi piu’ illustri del jazz
italiano comeEnrico
Rava,Mauro OttolinieGiovanni Guidi,
sia come solista che come arrangiatore e direttore musicale. Negli ultimi anni,Dan Kinzelmansi
sta rivelando una voce importante sulla scena musicale nazionale e non solo,
sia come strumentista solista che come compositore e bandleader. Caratterizzati
da scelte rigorose e talvolta estreme, i suoi progetti sono spesso
iconoclastici e fanno fatica a rientrare in un solo genere. Infatti, un
elemento comune in molto della sua musica e’ il tentativo di far convivere
esperienze musicali e sonori apparentemente distantissimi fra loro, con risultati
spesso sorprendenti. Tra i suoi progetti in corso oltre all’attività da
solista, il duo con il pianista Fabrizio Puglisi, il gruppo Pylon con Mirco Rubegni (fiati,
percussioni) e Joe Rehmer (contrabbasso, percussioni), il gruppo Hobby Horse con Joe Rehmer e Stefano Tamborrino (batteria, percussioni, voce),  e Dan Kinzelman’s Ghost con Mirco Rubegni (fiati e
percussioni), Manuele Morbidini (fiati, percussioni) e Rossano Emili  (fiati, percussioni).

Ufficio stampa Musica per
Roma

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