9.4.2014 foto Bernardino Luini |
Milano, 9 aprile 2014 – Dal 10 aprile 2014
l’arte del Rinascimento torna nelle sale di Palazzo Reale con una grande mostra
dedicata a Bernardino Luini, curata da Giovanni Agosti e Jacopo
Stoppa, con l’allestimento di Piero Lissoni e l’immagine coordinata a
cura dello Studio Dondina Associati.
“Bernardino Luini e i suoi figli” è un
progetto promosso dal Comune di Milano-Cultura, organizzato da Palazzo Reale
insieme alla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici di Milano e al Dipartimento di Beni Culturali e
Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, e alla
Pinacoteca Ambrosiana e prodotto insieme a 24 ORE Cultura – Gruppo 24
ORE e Arthemisia Group con il sostegno di Cosmit e Ford.
“Questa mostra fa parte
del nucleo centrale dei progetti espositivi su cui abbiamo costruito la
‘Primavera di Milano’, il palinsesto di eventi culturali dedicato alla nostra
città, alla centralità che ha sempre avuto nella storia culturale del mondo
intero, e ai suoi artisti che hanno trovato proprio a Milano la terra fertile
per lo sviluppo della loro creatività – dichiara l’assessore alla Cultura
Filippo Del Corno –. Un omaggio dovuto a una grande figura della storia
dell’arte milanese e italiana che ha contribuito con il proprio lavoro e la
propria personalità a costruire l’identità di Milano”.
La mostra, ospitata nelle sale del piano nobile di
Palazzo Reale e nella sala delle Cariatidi, racconta l’intero
percorso dell’artista, dalle ricerche giovanili ai quadri della maturità,
con un occhio costante, da un lato, al lavoro dei suoi contemporanei
(Bramantino, Lorenzo Lotto, Andrea Solario, Giovanni Francesco Caroto, Cesare da
Sesto e molti altri); dall’altro, alla traiettoria artistica dei figli di Luini,
e in particolare del più piccolo Aurelio. Un intero secolo di arte lombarda va
dunque in scena a Palazzo Reale, attraverso tele, tavole, disegni, affreschi
staccati, arazzi, sculture in legno e in marmo, codici miniati, volumi a stampa.
Il percorso espositivo presenta
una selezione di duecento opere provenienti soprattutto dalle raccolte
milanesi (dalla Madonna del roseto della Pinacoteca di Brera al
Gesù Bambino dell’Ambrosiana, dal Sant’Antonio del Poldi Pezzoli
al ciclo con i ritratti sforzeschi del Castello Sforzesco), ma integrate da
significativi prestiti europei (per esempio dal Louvre e dallo
Jacquemart-André di Parigi, dall’Albertina di Vienna, dal Szépmüvészeti Múzeum
di Budapest) e americani (dai musei di Houston e di Washington).
Il progetto, oltre ad essere la
più grande retrospettiva mai dedicata a uno dei protagonisti dell’arte del
Cinquecento in Lombardia, è anche una saga famigliare, quella di
Bernardino e dei suoi figli appunto, che vivono in un contesto in cui l’attività
artistica è un mestiere, con regole ben precise. “La mostra intende dare atto
di questa concretezza dell’agire dell’artista, dentro le pratiche di bottega: un
modo di procedere ben diverso dalle mitologie romantiche”, affermano i
curatori.
“La mostra
di Luini è nata dentro la scuola e per la scuola –
sottolineano i curatori –. Nel disegnare questo progetto, infatti,
ci siamo mossi come insegnanti e non (solo) come studiosi, coinvolgendo
direttamente i nostri allievi all’Università Statale nel momento di preparazione
della manifestazione: hanno collaborato infatti sia studenti di diciotto anni
che giovani studiosi che si sono formati con noi”.
E si tratta di un il contributo che continuerà anche a
Mostra iniziata, visto che nella settimana tra il 5 e l’11 di maggio un
gruppo scelto tra questi giovani studiosi accompagnerà gratuitamente i
visitatori nel percorso espositivo.
“Tratto questa mostra come se Bernardino Luini fosse
un pittore contemporaneo – spiega l’architetto Piero Lissoni –.
Ho usato la presenza di monoliti molto efficaci per allestire un’esposizione
di circa 200 opere, le quali non toccano mai le pareti. Mi piace l’idea che i
dipinti siano leggermente fuori contesto e che dialoghino con Palazzo Reale
attraverso un intermediario, le grandi quinte appositamente create. Al
contributo del mio studio si aggiungono le aziende che hanno deciso quest’anno
di fare sistema con le sedi espositive milanesi per parlare a un pubblico
internazionale. Milano è pronta a mostrare la sua leadership come città, al pari
di Londra e di Parigi”.
L’artista
Nato a Dumenza, un piccolo paese sul Lago Maggiore ai
confini con il Canton Ticino intorno al 1480, Bernardino Luini fu principalmente
pittore di affreschi, realizzati non soltanto nelle chiese di Milano,
dove si stabilisce intorno al 1500 e dove verosimilmente muore nel 1532, ma
anche in altre località lombarde come Saronno e Como, la Certosa di Pavia, e
persino a Lugano. “I numerosi dipinti di Luini hanno rappresentato per secoli
una sorta di identità figurativa della Lombardia”, affermano i
curatori della mostra.
Luini
lascia quasi subito la capitale del Ducato e i suoi linguaggi figurativi (da
Bergognone a Leonardo), per recarsi verso Est, in Veneto, e verificare altre
scelte d’espressione, in parallelo al crescere di Lorenzo Lotto. Il rientro a
Milano avviene prima del 1512, quando – con la Madonna affrescata
all’abbazia di Chiaravalle – sono poste le premesse dello stile che sarà suo per
l’intera esistenza.
“Luini è
stato il rappresentante di un classicismo moderato e comunicabile – spiegano
i curatori – alla ricerca di una nuova leggibilità e in sintonia con
istanze di rinnovamento della Chiesa. In una manciata d’anni all’alba del
Cinquecento, l’artista ha messo a punto, semplificando le inquietudini e le
ambiguità sentimentali di Leonardo, una formula espressiva di enorme successo
devozionale, che sarà tra l’altro graditissima al cardinale Federico Borromeo.
Quante generazioni hanno pregato di fronte alle Madonne di Bernardino Luini;
quanti santini sono stati tratti dalle sue creazioni”.
La fama di Luini raggiunge il culmine nel corso
dell’Ottocento, quando incontra il gusto dell’Europa romantica: Stendhal, Balzac
e Ruskin ne celebrano le qualità in termini entusiastici. Non è andata allo
stesso modo nel corso del Novecento, poiché nella prima metà del secolo il
“crollo delle azioni” dei pittori leonardeschi trascina inesorabilmente con sé
anche Bernardino Luini.
Si svolge a
Luino nel 1975 la prima significativa mostra che riesce trascinare l’artista
fuori dal cono d’ombra in cui era relegato a partire dalla fine dell’Ottocento,
ribaltando i cliché critici che avevano caratterizzato la sua
figura.
Le sezioni della
mostra
L’esposizione è
articolata in dodici sezioni:
1. Da ragazzo, a Milano: il contesto in cui Luini si
è formato a contatto con la tradizione lombarda, da Foppa a Bergognone.
2. Gli anni di vagabondaggio nel
Veneto: i primi lavori a confronto con l’esperienza dei pittori veneti
dell’entroterra, alla ricerca di nuove esperienze figurative.
3. Ritorno a Milano: l’ex capitale del ducato,
negli anni del dominio francese, caratterizzata dalle astrazioni di Bramantino e
dalla sensibilità di Andrea Solario.
4. La Pelucca: la villa di Gerolamo Rabia, il
prototipo di una nuova decorazione d’interni dai temi sacri e profani.
5. Le occasioni di
Bernardino: relazioni personali e lavorative con un maestro della
generazione precedente, Bernardo Zenale.
6. L’invenzione di una formula: la messa a punto di
uno stile “definitivo”.
7. Santa
Marta: Luini in rapporto con la mistica Arcangela Panigarola e il Circolo
dell’Eterna Sapienza che gravita intorno alla chiesa milanese di Santa Marta, un
focolaio filofrancese.
8.
Volti: l’abilità di Luini ritrattista tra i suoi contemporanei.
9. Dopo Roma: andare
nell’Urbe troppo tardi e scoprire che non ti cambia la vita.
10. Invecchiare con successo: le grandi
commissioni pubbliche e la riproducibilità delle invenzioni leonardesche.
11. Casa degli Atellani:
ricostruita in una sala di Palazzo Reale da Piero Lissoni, questa sezione espone
una rassegna di effigi dei duchi di Milano e delle loro consorti.
12. Una complicata eredità:
nella Sala delle Cariatidi, dove la mostra trova il suo epilogo nell’ultimo
scorcio del Cinquecento, va in scena la carriera di Aurelio Luini, il figlio più
dotato di Bernardino, tra gli stimoli e le resistenze della Milano precocemente
spagnola.
Attraverso
quest’antologia, serrata sul piano della qualità, è possibile seguire l’intero
percorso dell’artista e dei suoi figli, dall’anno 1500 circa fino alla soglia
del secolo successivo, dalla Francia alla Spagna: quasi cent’anni di vicende
figurative attraverso il racconto di una famiglia di pittori.
Gli itinerari
Nelle varie sezioni della mostra
sarà possibile compiere una visita ‘virtuale’ nei luoghi che ospitano le opere
inamovibili di Bernardino Luini, allo scopo di integrare il percorso
dell’esposizione e offrire un quadro il più completo possibile del lavoro
dell’artista, estendendo i confini della manifestazione ben al di là delle mura
del Palazzo.
Attraverso gli schermi
posizionati nelle sale si potranno ammirare, tra l’altro, i cicli murali di
San Giorgio al Palazzo e di San Maurizio al Monastero Maggiore a
Milano, dell’abbazia di Chiaravalle, del santuario di Saronno
e di San Magno a Legnano; e ancora della Certosa di Pavia e di
Santa Maria degli Angeli a Lugano. I video sono stati realizzati
proprio in occasione della mostra dal CTU (Centro per le
tecnologie e la didattica universitaria multimediale e a distanza)
dell’Università degli Studi di Milano.
La natura del lavoro di Luini e dei suoi figli rende
complementari alla mostra di Palazzo Reale le visite alle opere che non
possono essere trasferite, realizzate dall’artista e dai suoi figli in diverse
località lombarde e del Canton Ticino. In occasione della mostra, alcuni siti
apriranno straordinariamente al
pubblico e altri aumenteranno i lori orari di apertura.
Tutte le informazioni sui giorni e gli orari d’apertura dei diversi siti sopra
indicati sono disponibili sul sitowww.mostraluini.it.
Il
coinvolgimento del territorio e dei soggetti interessati è stato possibile
grazie alla collaborazione di Regione Lombardia; mentre l’apertura di
luoghi chiusi al pubblico (come ad esempio la casa degli Atellani a Milano) o
l’estensione degli orari di visita anche ai fine settimana (come ad esempio
Villa d’Adda Borromeo a Settimo Milanese) è stata resa possibile dal lavoro dei
volontari del FAI – Fondo Ambiente Italiano e grazie al Touring Club
Italiano (San Maurizio al Monastero Maggiore di Milano).
“Un progetto che integra esposizione, città e
territorio, proponendo un itinerario di turismo culturale che
valorizzerà Milano e molte altre zone lombarde – commenta l’assessore Del
Corno –. Una manifestazione, più che una mostra, capace di coniugare in
un unico programma il più completo riconoscimento a un importante artista
lombardo del nostro Rinascimento e la valorizzazione del patrimonio artistico
milanese, anche tramite un programma di restauri collegati all’esposizione. Più
che una mostra, quindi, un modello di progettualità nel ‘fare
cultura’”.
I
restauri
Sono numerosi gli
interventi di restauro sostenuti in occasione della mostra: sei opere
della Collezione Borromeo, provenienti dall’Isola Bella, sono state
restaurate ad hoc dai Principi Borromeo insieme al Comune di Milano,
mentre l’intervento su due importanti opere di Luini provenienti dalla
Pinacoteca di Brera – Fucina di Vulcano e Ragazze al bagno
– è stato eseguito dal Centro conservazione e restauro ‘La Venaria Reale’ ed
è stato possibile grazie al contributo di Fondazione Banca del Monte in
Lombardia.
I restauri hanno
interessato anche dipinti di musei stranieri, come il Compianto di
Budapest, e opere milanesi, come la pala di Aurelio Luini conservata nella
chiesa S. Tommaso in Terramara, praticamente sconosciuta ma nel centro
della città.
Moltissimi, inoltre,
gli interventi di conservazione necessari per le opere esposte che,
essendo per lo più opere su tavola, sono molto delicate e necessitano di
particolari supporti tecnici per l’esposizione, come clima frame e
clima box.
L’allestimento
Il progetto dell’architetto Piero Lissoni presenta le opere
nella “purezza” della loro matericità e del loro valore storico e artistico,
appoggiandole a strutture semplici e neutre che ricordano espressioni dell’arte
minimalista americana (Sol LeWitt, Donald Judd), riferimento visivo e
concettuale della poetica dello studio.
Nello stesso tempo l’allestimento rispetta, senza
nasconderlo, il “contenitore” (Palazzo Reale) nella sua valenza di monumento,
lasciando fluttuare le opere d’arte nello spazio delle sale espositive.
Le qualità materiche di tutte le
opere sono esaltate da una corretta fonte di luce, differenziata a seconda della
tipologia del materiale esposto e prodotta da un sistema di illuminazione
messo a punto apposta per la mostra da Flos su disegno di Lissoni. Il
visitatore è orientato a una lettura chiara e inequivocabile della narrazione
espositiva attraverso l’uso di due codici cromatici che distinguono Bernardino
Luini dagli altri autori portati a confronto. Materiali e arredi che
completano l’allestimento sono offerti da Cassina, Cleaf, Glas Italia,
Pilkington, Sacchi Elettroforniture e MPS modern promotion service.
Il catalogo
L’esposizione è accompagnata da
un catalogo di 440 pagine, 170 tavole e 159 figure e da un volume di
itinerari di 260 pagine, 343 figure che presenta schede accurate di trenta
località lombarde, piemontesi e ticinesi in cui si trovano opere di Bernardino
Luini e dei suoi figli, illustrate grazie a una campagna fotografica realizzata
ad hoc da Mauro Magliani
Il
volume dedicato agli itinerari, accompagnato dall’introduzione dei curatori,
propone i testi realizzati – sempre sotto la guida di Giovanni Agosti, Jacopo
Stoppa e Rossana Sacchi – da studenti, specializzandi e dottorandi
dell’Università degli Studi di Milano. Le ricerche messe a punto per la
realizzazione del volume hanno fatto emergere numerose novità storico-critiche
di cui si dà conto nel libro stesso. Entrambi i libri sono editi da Officina
Libraria.
L’immagine coordinata
e la grafica di allestimento sono curate dallo Studio Dondina Associati.
La mostra e il Salone
Internazionale del Mobile
Bernardino Luini e i suoi figli è sostenuta dal
Cosmit, il Comitato organizzatore del Salone Internazionale del Mobile, che
quest’anno si svolge dall’8 al 13 aprile.
La mostra apre al pubblico il 10 aprile, proprio nel cuore
della manifestazione che accende i riflettori sulla Milano capitale
internazionale del design.
“La
cultura per fare sistema e per affermare la centralità e la leadership della
città di Milano. È questo un punto cardine che segna il percorso di
collaborazione tra il Salone del Mobile e il Comune – spiega Claudio
Luti, presidente di Cosmit –. Vogliamo così rafforzare la capacità di
Milano di promuovere il suo patrimonio e il suo palinsesto culturale anche
all’ampio e qualificato pubblico internazionale del Salone. L’arte di Bernardino
Luini, trasferita nella contemporaneità dal progetto di uno dei più autorevoli
architetti italiani, come Piero Lissoni, e inaugurata nei giorni in cui il
design trionfa in tutta Milano, offre l’’immagine di una città che è davvero la
‘porta della creatività’”.
L’audioguida e la didattica
I visitatori avranno a disposizione un’audioguida, la
cui fornitura è compresa nel prezzo del biglietto d’ingresso, i cui testi
sono stati scritti dai curatori della mostra.
Un calendario di attività per famiglie con bambini dai 6 ai
10 anni e ragazzi dagli 11 ai 15 anni, sia all’interno del percorso di mostra
che nei luoghi di Luini lungo gli itinerari, viene proposto da Ad Artem, che
organizza anche le visite guidate all’esposizione. Per prenotazioni di
visite guidate, gruppi e scuole: Ad Artem 02 659772802 6597728.
Presso le sedi dei Consigli delle nove Zone di
decentramento, nei mesi di aprile/maggio, si svolgeranno incontri aperti al
pubblico durante i quali alcuni studenti del corso di Storia dell’arte
dell’Università degli Studi di Milano, formati dai professori Agosti e Stoppa,
curatori della mostra, approfondiranno sia il percorso espositivo che le vicende
storico-artistiche di Bernardino Luini e dei suoi figli.
Il sito Internet e i social
Sito della mostra:www.mostraluini.it
Sito di Palazzo Reale:www.comune.milano.it/palazzoreale
Social:
www.facebook.com/MostraLuini
www.facebook.com/palazzorealemilano
Orari e biglietti
Orari
Lunedì 14.30-19.30
da Martedì a Domenica 9.30-19.30
Giovedì e Sabato 9.30-22.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della
chiusura
Prezzi biglietti con
audioguida in omaggio
Intero €
11,00
Ridotto € 9,50
Gruppi € 9,50
Scuole € 5,50
Biglietto famiglia
1 o 2 adulti + bambini dai 6 ai 14 anni | Adulto € 9,50 –
Bambini € 5,50