Dal 14 al 17 aprile 2014 al Piccolo Teatro Studio
Volo903_fotoAndreaButti |
“Volo nove zero tre. Emil Zátopek”:
la corsa dell’atleta attraverso la storia della Cecoslovacchia
Martedì
15 e mercoledì 16 aprile, una lezione-spettacolo dedicata
agli
studenti delle scuole superiori sulla relazione tra sport e politica
Dopo
il debutto dello scorso anno al Teatro Sociale di Como, che ha sostenuto fin dall’inizio
lo spettacolo e ha partecipato alla sua realizzazione, Volo nove zero tre arriva all’importante traguardo del suo debutto
milanese al Piccolo Teatro. Lo spettacolo, pensato per una fruizione non
tradizionale, cioè non frontale ma “a tutto tondo”, come se ci si trovasse in
un’arena sportiva, è da subito sembrato adatto ad essere ospitato all’interno
di una struttura architettonica unica nel suo genere come quella del Teatro
Studio, dove sarà in scena dal 14 al 17 aprile 2014.
Prima
delle repliche di martedì 15 e mercoledì 16 aprile, verrà presentata una
lezione-spettacolo dedicata ad un pubblico di studenti delle scuole superiori
sul tema della relazione tra sport e politica. Il testo della lezione-spettacolo
è il risultato di un laboratorio che la compagnia ArteVOX ha realizzato con un
gruppo di studenti dell’Università degli Studi di Milano con il sostegno del
COSP (Dipartimento di Beni Culturali
e
Ambientali e Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute).
È con
il numero 903 che l’atleta cecoslovacco Emil Zátopek (1922-2000) ai Giochi
Olimpici di Helsinki del 1952 vince tre medaglie d’oro e consegue i record del
mondo nelle tre differenti discipline della corsa: 5.000 metri, 10.000 metri e
la maratona. Impresa unica, memorabile, quella maratona che decide di correre
all’ultimo momento: “Se vuoi vincere corri i cento, se vuoi vivere corri la
maratona”. Vive Emil, ma la fatica della vita si vede tutta: sul volto, sulle
spalle, nelle gambe. Si contrae, si contorce. Ansima, sbuffa, digrigna, stride
come una locomotiva. La locomotiva umana, come era stato soprannominato.
Nessuno stile, tutta forza. Corre anche nella vita Emil, attraverso la storia
del suo Paese, la Cecoslovacchia, e non sfugge a nulla: al regime, alla primavera
di Praga, al suo declino. Eppure, convinto di avere incontrato la fortuna e di
avere vissuto la vera vita, sorride. Anche quando il regime lo confina in
Siberia, per 7 anni ai lavori forzati nelle miniere di Uranio, dopo che si era
schierato con i rivoluzionari firmando il Manifesto delle Duemila Parole
durante la Primavera di Praga nel 1968. Anche quando, rimpatriato, lo mettono a
fare il netturbino e mentre passa i sacchi ai suoi compagni, tutti escono dalle
case per vederlo e lui corre, corre ancora… dietro il camion della
spazzatura.
“Emil
Zátopek, la locomotiva umana, più di ogni altra cosa amava correre e amava vincere”,
spiega il regista, Massimiliano Speziani. “Questo lo distingueva da tutti. Ma
distinguersi nel suo Paese era una pericolosa inclinazione, che andava
sorvegliata, tenuta sotto controllo. Vincere senza distinguersi per il bene
della bandiera e dell’ideale socialista, questo si sarebbe voluto da lui, ma
sarebbe stato come chiedere ad un uccello di volare, dopo avergli spezzato le
ali. Volo nove zero tre. Emil Zátopek: il
viaggio di un atleta tenta di restituire questa paradossale contraddizione
di un sistema coercitivo che vorrebbe “normalizzare” un uomo reso
scomodo dal suo stesso talento e dalla sua passione per la corsa, per esaltarne
solamente le sue doti sportive che tengono alta la bandiera di un ideale, con
incetta di record e medaglie. Ciò che rendeva Emil Zátopek un fenomeno sportivo
era appunto la sua individualità, la sua ricca umanità: conoscitore del dolore
e capace di sconfiggere la sofferenza in gara e fuori dalle competizioni, uomo
che non poteva rimanere insensibile alla proposta di rinnovamento di un Socialismo dal volto umano, promulgato
nel Manifesto delle Duemila Parole, nella primavera praghese del 1968. Partendo
da queste premesse in scena prende vita una sorta di processo onirico. Due
attori ad animarlo di fronte al pubblico, testimone silente. L’aula del
processo: un’arena, una pista da corsa, uno stadio olimpico. Il resto è nelle
gambe, nel respiro, nella fatica di una corsa, quella degli interpreti intenti
ad evocare la corsa di una vita, la vita di Emil Zátopek”.
LA SCHEDA DELLO SPETTACOLO
Piccolo Teatro Studio(via Rivoli 6 – M2
Lanza),
dal 14 al 17 aprile 2014
Volo
nove zero tre. Emil Zátopek: il viaggio di un atleta
progetto di Stefano Annoni da una suggestione di Renata
Molinari
testo di Maddalena Mazzocut-Mis
con Stefano Annoni e Daniele Gaggianesi
regia Massimiliano Speziani
assistente alla regia Anna Maini
direttrice di produzione Marta Galli
Produzione ArteVOX e
ASLICO, Teatro Sociale di Como
in collaborazione con
l’Università degli Studi di Milano
con il patrocinio del
CONI LOMBARDIA e del CONI Comitato Provinciale di Como
Orari:
lunedì 14, mercoledì 16 e giovedì 17 aprile ore 20.30; martedì 15 aprile ore
19.30 .
Durata: 60 minuti circa, senza intervallo.
Prezzi: platea 25 euro, balconata 22
euro.
Informazioni e prenotazioni 848800304 – www.piccoloteatro.org
Milano, 9 aprile 2014