LA BELLEZZA DEL BUONO
Alba Il profumo delle Langhe passa nelle cantine della Tenuta Carretta
dove il Barolo e il Barbaresco affinano l’invecchiamento. È lo stesso
profumo che si sente a Pollenzo nelle campagne intorno all’Università del
gusto e negli antichi vicoli del borgo di Monforte. Perché la prima
edizione di Food Wine Design Week unisce il food e design nel segno del
gusto. Del buon gusto.
L’idea di Food Wine Design, FWD o anche Foward utilizzando l’acronimo
dell’iniziativa, di unire cioè le innovazioni del design alla migliore
tradizione italiana del food e del wine è stata di due personaggi spinti dal
desiderio di raggiungere traguardi qualitativi sempre più elevati.
Due protagonisti, Aldo Cingolani presidente della Bertone Design e
Franco Miroglio delle omonime aziende di famiglia, diversi e originali,
lontani dal food and wine spettacolo di Londra, New York, Parigi o della
Spagna. Pronti a unire le competenze ed il prestigio di entrambe le realtà
imprenditoriali per lanciare un nuovo messaggio: percepire
l’alimentazione, la ‘qualità’, come qualcosa che appartiene ad una cultura
antica e moderna.
Per fermare un certo squilibrio tra il design e il reale contenuto del piatto,
Cingolani e Miroglio hanno organizzato ad Alba, Pollenzo, nei poderi e
nelle cantine Oddero la Morra, nella Borgata Cerequio, a Serralunga
d’Alba, a Piobesi d’Alba, a Barolo, cinque giorni di incontri, mostre,
degustazioni, assaggi, workshop, conferenze e seminari, exhibit e
scorrazzate tra colline e castelli per capire e confrontarsi sulla nuova
vocazione all’eccellenza di alcuni settori produttivi italiani. Un compito
che la Banca del vino a Pollenzo ha nel suo Dna tanto che in occasione del
FWD ha organizzato al suo interno la mostra Nudi o Vestiti, Comunicare
con il packaging proprio per riaffermare come la forma di un oggetto
commerciale può essere un elemento di sostenibilità. E per riaffermare
infine che è la sostanza che vince. Per uscire definitivamente dallo
stereotipo che la cucina italiana fatica a comunicare se stessa.
Una storia di cinque giorni (dal 5 al 9 giugno) con lezioni di design e
cucina con grandi chef che non finisce qui, anzi è appena incominciata.
Design nelle Langhe significa, infatti, meravigliose cantine (nascoste tra le
vigne) che custodiscono preziosi oggetti capaci di avvicinare l’uomo ai
sapori della natura.
Qui, tra antiche gallerie, teatralità degli spazi, arredamenti di botti di
legno, bottiglie e calici di degustazione nascono quotidianamente vini
pregiatissimi. Come è noto. Ma siamo davanti anche a luoghi ridisegnati
nel segno dell’architettura, basti pensare alla Tenuta Carretta che all’interno
della sua cantina hanno realizzato un tempio del vino progettato
dall’architetto torinese Elisa Cavallo che unisce la tradizione con il futuro.
Ma non tutti sanno che in una delle aree con la più alta densità di castelli
del mondo nascono anche le idee del cibo e delle sue sfumature, degli usi
alimentari, dei piatti, dell’arredamento, delle stesse cucine. E’ qui tra
queste tenute millenarie, di generazione in generazione, assieme al piacere
del gusto, al valore simbolico del cibo, che il design più semplice affina
l’esperienza gastronomica. L’esperienza di un sogno, di un modo di vivere.
Il progetto del Food Wine e Design Week, che ha avuto l’adesione di un
grande imprenditore culturale giapponese Muneaki Masuda, è nato per
dare ancora più luce e colore al magico bene primario della qualità italiana.
Sia del Design che del Food and Wine.
In attesa di portare i vini al calice dell’esperienza mondiale di ‘Expo
2015’.
Per Franco Miroglio “l’iniziativa di FWD nasce senza sovvenzioni
pubbliche per fare rete nel territorio e mostare le eccellenze sin qui non
sempre note di una terra ricca invece di tradizioni. FWD vuole diventare –
ha aggiunto – un appuntamento annuale dove ripensare il cibo e lo stile
italiano”.
Per Aldo Cingolani “siamo davanti ad un momento di grande
trasformazione culturale dove il cibo è il segno di uno stile di vita ed
connaturato all’essere italiano. Uno stile che ci invidiano e che non
possiamo dimenticare. Legare il food al design non è un’azzardo come può
sembrare ma la naturale espressione di una realtà in cui il design non è
solo pensare una forma ma è un approccio, un modo di pensare e
progettare tutto ciò che ci riguarda, appunto, anche il cibo”.
In allegato il programma ufficiale della manifestazione