La fortuna dei Primitivi
Tesori d’arte dalle collezioni italiane fra Sette e Ottocento
Galleria
dell’Accademia, Firenze
24
giugno – 8 dicembre 2014
Guido di Pietro, poi Fra’ Giovanni da Fiesole detto Beato Angelico (Vicchio di Mugello, 1395 ca. – Roma, 1455) Crocissione; Incoronazione della Vergine 1440-1450 tavole Firenze, Museo di San Marco |
La seconda mostra accolta e organizzata dalla Galleria dell’Accademia
nell’ambito di Firenze 2014. Un anno ad arte – l’ottava che apre
al pubblico dal gennaio scorso – è dedicata ad un fenomeno storico culturale
che ebbe luogo fra Sette e Ottocento in Italia, ovvero la nascita del
collezionismo della produzione artistica dei cosiddetti “Primitivi”,
mai portato fino ad oggi all’attenzione del pubblico più vasto.
La mostra coincide con i cinquanta
anni dalla pubblicazione del libro di Giovanni Previtali “La fortuna dei
Primitivi”, titolo che è stato non a caso ripreso anche per la mostra.
Il libro tracciava la storia della rinascita dell’interesse, anche
collezionistico, verso quei pittori, i cosiddetti Primitivi, che, nello schema
storiografico vasariano, avevano preceduto Michelangelo, Raffaello e i grandi
maestri che Vasari considerava modelli insuperabili. Previtali, affrontando il fenomeno culturale, ne cercò le motivazioni ricordando una considerevole
serie di collezionisti che riteneva esserne stati parte fondamentale.
Proprio a questi collezionisti e alle opere da loro raccolte è dedicata
la mostra, da considerarsi forse la
prima sulla storia del collezionismo. Si è assistito infatti, in tempi più e
meno recenti, a mostre che hanno avuto ad oggetto la collezione di dinastie
famose, i Medici, i Gonzaga, Bembo, il papa Borgia, ma mai mostre come questa
che analizzassero singole collezioni allo scopo di spiegare un particolare
indirizzo del collezionismo, quello, appunto, che dette vita al recupero dei
Primitivi.
I collezionisti, circa
quarantadue rappresentati in mostra da opere di alta qualità – compresi autentici
capolavori riconosciuti – abbracciano un arco temporale abbastanza ristretto
che va dalla metà del Settecento fino al
primo ventennio circa dell’Ottocento, per una scelta scientifica ben
precisa: il collezionismo di opere appartenenti alla tardo
antichità cristiana, al Medioevo e al primo Rinascimento ebbe nell’epoca
indagata carattere pionieristico. Successivamente, soprattutto a motivo
delle requisizioni delle armate napoleoniche e delle Soppressioni di chiese e
conventi da parte del governo napoleonico, che favorirono in maniera
notevolissima la circolazione di opere sul mercato, il collezionismo assunse
caratteri di quasi sistematicità contribuendo in maniera determinante alla
costituzione delle collezioni dei principali Musei d’Europa.
E’ estremamente interessante infatti vedere i grandi musei anche
sotto il profilo fondamentale dell’aggregazione dei loro nuclei
collezionistici; è utile a dare radici storiche a tante affermazioni generiche
che spesso si fanno sulla depredazione del nostro patrimonio da parte di altri
paesi. Studi come quelli sottesi a questa mostra, servono a portare alla luce
il fenomeno importantissimo della circolazione delle opere d’arte dagli Stati
preunitari d’Italia, all’Europa e infine al mondo.
Le opere in mostra sono
suddivise in piccole sezioni introdotte
dall’effigie del collezionista al quale erano appartenute e l’allestimento,
compatibilmente con gli spazi disponibili, è stato studiato per “simulare” la
dimora, il luogo, nel quale i vari collezionisti conservavano queste loro opere.
Oltre che sulla base degli studi compiuti e dunque su ciò che era noto dei collezionisti
rappresentati in mostra, la loro scelta è stata fatta cercando di dare visibilità
a tutte le aree d’Italia che ne furono teatro, da Roma che fu centro propulsore
del fenomeno in esame, alla Toscana e varie altre aree dell’Italia centrale, al
Veneto, Napoli, Modena – Parma.
Tra i collezionisti ricordiamo Agostino Mariotti, Sebastiano
Ranghiasci, Tommaso Obizzi, Padre Raimondo Adami, Angiolo Maria Bandini,
Alfonso Tacoli Canacci, Stefano Borgia, Sebastiano Zucchetti, Ottavio Gigli
…. (ecc.), personaggi di varia
estrazione sociale, spesso membri del clero, persone colte, eruditi, bibliofili
che in molti casi furono anche in contatto fra loro influenzandosi a vicenda.
La mostra indaga dall’interno la costituzione delle loro raccolte
attraverso una serie numerosa di ricerche d’archivio che hanno portato anche
alla pubblicazione di profili biografici inediti quali quello di Tommaso Obizzi,
del Padre Francesco Raimondo Adami, dell’Avvocato Don Agostino Mariotti. Di particolare curiosità sono anche le notizie
date dal catalogo su quei personaggi, mercanti, restauratori, intermediari che
aiutavano i collezionisti nell’acquisizione dei pezzi, figure dai contorni
ancora molto sfumati che però tornano in più occasioni nei documenti aprendo e
stimolando nuovi capitoli di studio.
“Tra gli artisti rappresentati figurano pittori, scultori
e miniatori di Firenze e d’altri centri italiani quali il Maestro della Maddalena, Arnolfo di Cambio, Bernardo Daddi, Taddeo
Gaddi, Nardo di Cione, Lippo Memmi, Vitale da Bologna, Ambrogio Lorenzetti,
Pietro da Rimini, Matteo Giovannetti, il Beato Angelico, Attavante degli
Attavanti, Andrea Mantegna, Cosmè Tura, Piermatteo d’Amelia e Giovanni Bellini.
Ma altrettanto affascinante è l’aspetto meno immediatamente evidente della
scelta di opere d’arte, una sorta di spessore storico che ognuna porta con sé,
una bruma di notizie sepolte negli archivi, di fatti accaduti, di vite vissute,
dalla quale prendono forma – perspicacemente plasmate da studi e ricerche – le
identità poco conosciute o addirittura dimenticate dei raccoglitori che si
adoperarono, con atteggiamento pionieristico, per salvare quelle remote
testimonianze artistiche dalla distruzione o dall’abbandono.” (Cristina Acidini).
I musei presso i
quali le opere sono conservate sono in gran parte italiani, ma è presente anche
il Museo Fesch di Ajaccio, ed altri numerosi musei d’Europa e americani nei
quali per varie ragioni, illustrate nel catalogo, le opere sono confluite. I
prestiti per oltre 130 opere in mostra provenienti da tutti i più prestigiosi
musei nazionali e internazionali (Palais Fesch, Musée des Beaux- Arts di
Ajaccio, Musée des Beaux-Arts di Caen, Musée des Beaux-Arts
di Chambéry Musée des Beaux-Arts de Nantes,
Musée du Louvre,
Victoria and Albert Museum e la National Gallery di Londra, il Lindenau Museum
di Altenburg, il Paul Getty Museum di Los Angeles, National Gallery di
Washington …) sono stati generosi e difficili nello stesso
tempo, poiché la movimentazione delle opere su tavola e delle miniature pone
problemi conservativi più complessi.
Una mostra quindi che – come commenta Angelo Tartuferi Direttore della Galleria dell’Accademia e della mostra
oltre che curatore – “si pone come l’esatto contrario delle tanto
vituperate ‘mostre Blockbuster’ (…) per la serie cospicua di autentici capolavori, che qui sono riuniti però in base
a un criterio scientificamente motivato, la necessità cioè di documentare il
gusto collezionistico di una folta schiera di personaggi assai diversi tra loro
per cultura ed estrazione sociale, accomunati da un insopprimibile anelito ad
accaparrarsi i dipinti, le sculture, gli oggetti di arte suntuaria e le
miniature delle epoche anteriori all’avvento della maniera moderna di Raffaello
e Michelangelo.
La mostra, a cura di Angelo Tartuferi e Gianluca Tormen, come il
catalogo edito da Giunti, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività
culturali e del turismo con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio
Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di
Firenze, la Galleria dell’Accademia, la Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze
Musei e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Presentazione
Cristina
Acidini
Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed
Etnoantropologico
e per il
Polo Museale della città di Firenze
Nel cinquantennale di un celebre saggio di Giovanni
Previtali, La fortuna dei primitivi. Dal
Vasari ai Neoclassici, questa mostra fa il punto su
un particolare fenomeno collezionistico, che poteremmo definire – in termini
d’attualità, entro uno sguardo retroattivo – di collaborazione alla tutela e
alla conservazione di un patrimonio artistico che avrebbe altrimenti potuto avere altre e
ben più tristi sorti.
Da questa rassegna di dipinti,
sculture e oggetti d’arte suntuaria che mutua il titolo dal saggio sopra ricordato
– La fortuna dei Primitivi – e precisa con il sottotitolo Tesori d’arte dalle collezioni italiane
fra Sette e Ottecento in quale ambito è stato svolto
l’ampio e competente lavoro di ricerca preparatoria, sia dai curatori Angelo
Tartuferi e Gianluca Tormen, sia dai numerosi e valenti esperti invitati a
coadiuvarli, da questa rassegna, dicevo, ci si aspetta di ammirare un
florilegio di rare e preziose opere d’arte italiana dal Duecento al
Quattrocento.
E questo infatti è l’aspetto
visibile, e quanto mai godibile, della mostra, la seconda che la Galleria dell’Accademia
organizza in questa edizione del programma “Firenze 2014 Un Anno ad arte”,
avvalendosi anche della preziosa partnership
della Biblioteca Medicea Laurenziana: tra gli artisti
rappresentati figurano pittori, scultori e miniatori di Firenze e d’altri
centri italiani quali il Maestro della Maddalena, Arnolfo di Cambio, Bernardo
Daddi, Taddeo Gaddi, Nardo di Cione, Lippo Memmi, Vitale da Bologna, Ambrogio
Lorenzetti, Pietro da Rimini, Matteo Giovannetti, il Beato Angelico, Attavante
degli Attavanti, Andrea Mantegna, Cosmè Tura, Piermatteo d’Amelia e Giovanni
Bellini.
Ma altrettanto affascinante è
l’aspetto meno immediatamente evidente della scelta di opere d’arte, una sorta
di spessore storico che ognuna porta con sé, una bruma di notizie sepolte negli
archivi, di fatti accaduti, di vite vissute, dalla quale prendono forma –
perspicacemente plasmate da studi e ricerche – le identità poco conosciute o
addirittura dimenticate dei raccoglitori che si adoperarono, con atteggiamento
pionieristico, per salvare quelle remote testimonianze artistiche dalla
distruzione o dall’abbandono.
La curiosità erudita, la
costruzione di una nuova filologia – quella delle immagini –, la passione
“antiquaria” di tanti fra gentiluomini, abati, segretari noti e meno noti
trovarono condivisione e convergenza in una forma di collezionismo che si
rivelò alla lunga una capillare azione di tutela, permettendo la sopravvivenza
di tante testimonianze sull’orlo della sparizione definitiva. E questi non in
nome della bellezza, poiché i canoni estetici nell’arte e nella vita a cavallo
tra quei due secoli della modernità erano ben lungi da quelli romanici o
gotici; non per pietas religiosa, o almeno, non soltanto: ma anche e
soprattutto per una visione storica, che alle testimonianze materiali conferiva
il rispetto dovuto a fonti inusuali e diverse, e tuttavia non meno fededegne,
rispetto ai documenti e ai testi scritti.
Diverranno così familiari al
grande pubblico – o così almeno si spera – personaggi storici finora apprezzati
da pochi specialisti: personaggi che per certi aspetti di ricerca, conservazione,
studio e amore dedicati alle opere d’arte da loro remote sono i nostri lontani predecessori,
e a loro ci sentiamo di tributare così un sentito omaggio di riconoscenza.
Scheda
tecnica
Enti
promotori
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Direzione Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici della Toscana
Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico,
Artistico ed Etnoantropologico
e per il Polo Museale della città di Firenze
Galleria dell’Accademia
Biblioteca
Medicea Laurenziana
Firenze Musei
Ente Cassa di Risparmio di Firenze
Titolo
La fortuna dei Primitivi
Tesori d’arte dalle collezioni italiane fra Sette e Ottocento
Sede
espositiva
Galleria
dell’Accademia
Periodo
della mostra
24 giugno – 8 dicembre 2014
Presidente
della mostra
Soprintendente
Cristina
Acidini
Direzione
della mostra
Angelo
Tartuferi
Vicedirezione della mostra
Lia Brunori
Direzione amministrativaperla Galleriadell’Accademia
Marzia
Marigo
Ideazione e curatela della mostra
Angelo
Tartuferi, Gianluca Tormen con Ada Labriola
Comitato scientifico
Cristina Acidini, Lia Brunori, Luca
Caburlotto, Sonia Chiodo, Cristina De Benedictis,
Massimo Ferretti, Miriam Fileti Mazza
Ada Labriola, Enrica Neri Lusanna,
Daniela Parenti, Simona Pasquinucci,
Angelo Tartuferi, Gianluca Tormen
Segreteria scientifica
Simone Giordani
Francesca Ciaravino
Segreteria generale
Giorgio Angioloni
Simone Giordani
Cristina
Panconi
Produzione
e gestione della mostra
Opera
Laboratori Fiorentini – Civita Group
Comunicazione
a cura di
Opera
Laboratori Fiorentini – Civita Group
Sito webwww.unannoadarte.it
perFirenze e la Toscana
Camilla
Speranza – Tel. 055 217265 – Cell. 333 5315190 camilla.speranzaufficiostampa@gmail.com
Immagine
coordinata e progetto graficopersitoweb
Senza
Filtro Comunicazione – Firenze
Direzione amministrativadelpersonale
Silvia Sicuranza
Ufficio Servizi aggiuntivi
Simona Pasquinucci, Veruska Filipperi, Angela
Rossi
Ufficio mostre
Sabrina
Brogelli, Monica Fiorini, Marco Fossi
Progettodell’allestimento
Guicciardini
& Magni architetti studio associato
Direzione
dei lavori
Cristina
Valenti
Realizzazionedell’allestimento
Opera
Laboratori Fiorentini – Civita Group
Catalogo
Giunti
Editore
A cura di
Angielo
Tartuferi
Gianluca
Tormen
SERVIZI MOSTRA
Titolo
La fortuna dei Primitivi
Tesori d’arte dalle collezioni italiane fra Sette e Ottocento
Sede
espositiva
Galleria
dell’Accademia
Periodo
della mostra
24 giugno – 8 dicembre 2014
Conferenza
stampa
Lunedì 23 giugno 2014 ore 12.00
Galleria
dell’Accademia
via
Ricasoli, 58, Firenze
Inaugurazione
Lunedì 23 giugno 2014 ore 18.00
Galleria
degli Uffizi
Prezzo
biglietto
Intero: €
11.00; ridotto: € 5.50 per i cittadini dell’U.E. tra i 18 ed i 25 anni
Gratuità
del biglietto per i minori di 18anni e
per i cittadini dell’U.E. sopra i 65 anni
Orario
Martedì
– domenica ore 8.15 – 18.50; la
biglietteria chiude alle 18.05
Chiuso
il lunedì
Servizio
didattico per le scuole
Visite guidate per le scolaresche solo su prenotazione
Costo di € 3.00 ad alunno.
Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.294883
Servizio
visite guidate
Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.290383
e-mailfirenzemusei@operalaboratori.com
Sito web
www.unannoadarte.it