ROMA E LA SUA GRANDE BELLEZZA PROTAGONISTE DELLA MOSTRA “GENIUS LOCI CAPUT MUNDI” DI ALFONSO MANGONE

       La mostra, ad ingresso libero, organizzata da Tina Vannini e curata da Francesca Barbi Marinetti, proseguirà per tutta l’estate, sino al 12 settembre, e conta circa venticinque opere dell’artista.

ROMA E LA SUA GRANDE BELLEZZA PROTAGONISTE DELLA MOSTRA “GENIUS LOCI CAPUT MUNDI” DI ALFONSO MANGONE

“Roma si presta bene ad essere raccontata: i suoi luoghi rappresentano la cultura e la magia d’Italia. Roma è tutto. E ho deciso di rappresentarla seguendo le linee dell’espressionismo, ispirandomi ai grandi maestri francesi, e non solo”,dichiara l’artista

E’ stata inaugurata, presso gli spazi espositivi de Il Margutta RistorArte, in via Margutta 118, a Roma, la mostra personale di Alfonso Mangone “Genius Loci Caput Mundi”, per celebrare la “grande bellezza” romana. La mostra, organizzata da Tina Vannini e curata da Francesca Barbi Marinetti,proseguirà sino al 12 settembre, a ingresso libero, econta venticinque opere dell’artistaFernando Alfonso Mangone. Oltre centocinquanta gli intervenuti durante la serata inaugurale, con la presenza di artisti, critici e personaggi dello spettacolo come Nadia Bengala.

Un incredibile viaggio onirico ed emozionale, fatto di colori e pennellate, di angolazioni e di primi piani, per scoprire Roma come non l’avete mai vista, per rappresentare la città in tutta la sua storia e cultura. Si parte con Piazza di Spagna e Trinità dei Monti, Piazza Navona e Campo de Fiori, Trastevere e Largo Argentina, proseguendo alla scoperta delle piazze storiche, le strade, gli scorci carichi di antichità e arte che l’hanno resa la Città Eterna e l’hanno incoronata come una delle più belle del mondo.

Genius lociè un concetto preso in prestito da Norberg-Schultz che con un approccio esistenzialista ha studiato l’assetto urbano interessandosi a quegli aspetti intimisti per cui un luogo viene trasformato dall’intervento dell’uomo attraverso i tempi. L’identità di una città ha aspetti eterni ed altri mutevoli. Vi è il paesaggio cosmico, determinato dalla luce, dalla modulazione del territorio, dal tipo di vegetazione che vi si trova, capace di trasmettere caratteristiche sempre riconoscibili quali la temperatura, gli odori o la stessa linea dell’orizzonte. E vi sono aspetti determinati dalla presenza dell’uomo, come il piano urbanistico con le sue architetture, la stratificazione storica, la densità demografica, la cultura e le abitudini della gente che vi abita. Mangone ci offre il suo sguardo fermandolo su tele dense di pittura attraverso cui ci racconta proprio questo affascinante rapporto.

“Con le mie opere mi piace trasmettere serenità e positività, ma soprattutto bellezza. Senza prendersi troppo sul serio, senza grandi drammi, ma soltanto con un leggero velo di spensieratezza– dichiara l’artista Fernando Alfonso MangoneRoma si presta bene ad essere raccontata: i suoi luoghi rappresentano la cultura e la magia d’Italia. Roma è tutto. E ho deciso di rappresentarla seguendo le linee dell’espressionismo, ispirandomi ai grandi maestri francesi, e non solo. Ma non mi piace mettere troppo di me stesso, preferisco far parlare la città: è “Lei” che è la nostra testimone, di Noi e della nostra Storia”.

“Roma si presta a questa narrazione –dichiara la curatrice Francesca Barbi Marinetticon le sue piazze incastonate tra curve vorticose, le sue strade gremite di folla, i suoi resti monumentali che silenziosamente si stagliano nel presente di cieli carichi di tinte infuocate. Pennellate vibranti di vita restituiscono un tipo di contemplazione dal ritmo veloce. Non c’è spazio per l’attesa, anche l’eredità del passato è irretita dal tempo in divenire, dalla contemporaneità frenetica. È il gesto pittorico di chi affida la propria permanenza all’essere in viaggio e al piacere di testimoniarlo.

Per la mostra, che si concluderà venerdì 12 settembre, si ringrazia Armando Principe di PrinceArt.

BIOGRAFIA DELL’ARTISTA –Fernando Alfonso Mangone nasce nel 1958 ad Altavilla Silentina. Alla fine della scuola media si iscrive al Liceo Artistico dove la sua naturale inclinazione comincia a consolidarsi in una formazione artistica più scandita ed articolata. Ammesso all’Accademia delle Belle Arti di Napoli si trasferisce nel 1977 All’Accademia di Belle Arti di Catanzaro dove segue il corso di pittura del prof. Gianni Pisani. L’anno successivo, rivelando una precoce propensione al nomadismo, si trasferisce a Firenze e prosegue i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti, seguendo il corso di pittura del professore Gustavo Giulietti e conseguendo il Diploma nell’anno accademico1980/1981, magna cum laude.

La permanenza a Firenze e nelle immediate vicinanze si protrae fino al 1989 e segna il suo esordio nell’attività di pittore in un contesto culturale ed artistico tra i più animati e rappresentativi a livello europeo di questi anni. Nel decennio che va dal 1978 al 1989 coltiva il suo impegno artistico tra Firenze e Roma istaurando rapporti di collaborazione con numerosi intellettuali, artisti, critici d’arte e galleristi italiani e stranieri. Nel 1989 si trasferisce in Olanda dove l’artista vive una fase di frenetica attività creativa ed espositiva in diverse città come: l’Aia, Amsterdam, Groningen.

Degne di nota, fra le altre, le mostre realizzate presso l’istituto Italiano di cultura di Amsterdam, fra il 1992 ed il 1993, a cura di Aldo Braibanti e Barbara Tosi, e gli interventi commissionati da “Stad-Kunst”, “Green Peace”, “Amnesty International” e da numerosi gruppi teatrali e musicali. Nel 1995 si trasferisce a Berlino dove continua la sua intensa attività pittorica ed artistica. Tra il 1997 e il 2000 Mangone avvia un’intensa collaborazione con la multinazionale Heineken-Italia.

In anni più recenti Ferdinando Alfonso Mangone approfondisce il suo percorso di ricerca pittorica realizzando svariate mostre personali e collettive a :Milano, Venezia, Paestum, Salerno, Positano, Groningen, Roma, Torino e Napoli. Nel luglio 2013, in occasione del 70° anniversario del bombardamento di Roma, è stato protagonista del progetto “Sagome”, nato nel 2007, sotto il patrocinio dell’Unicef e sostenuto da PrinceArt in collaborazione con la fondazione “Don Luigi Di Liegro”.

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