Vetro triturato, setacciato e fuso, incastonato in oggetti ritrovati. Raccontano
I boschi della’ infanzia sulla costa atlantica e quelli della maturità nelle terre d’Italia . Questa la cifra distintiva delle opere in mostra dell’artista argentina
dal 4 al 27 luglio.
In contemporanea, l’esposizione dei gioielli “sensoriali” della designer Silvia Rutolo.
Pezzi unici forgiati dal fuoco, impreziositi dalle sete di Como e aromatizzati da fresche fragranze
(Tremezzina 2 luglio 2014) Attrezzi di legno in disuso, pezzi di mobili distrutti, oggetti “morti” ritrovati che tornano a nuova vita nel vetro, diventando immortali. E’ da qui che parte “Giardini di vetro”, la mostra dell’artista italo-argentina, originaria di Buenos Aires, Miriam Di Fiore che dal 4 al 27 luglio esporrà la sua produzione artistica a Villa Carlotta – Museo e Giardino botanico sul Lago di Como -. In contemporanea, la designer Silvia Rutolo che presenterà in esclusiva la sua nuova linea di gioielli. Esperienze artistiche diverse per un’unica grande passione: il vetro.
Opere d’arte, quelle proposte nell’antica Villa dei Sommariva, che raccontano l’essenza della ricerca artistica di Miriam Di Fiore ovvero la sperimentazione continua di materiali e forme che portano l’artista dai piccoli oggetti a prodotti di design, ai grandi pezzi per l’architettura d’interni fino alla pura realizzazione di opere uniche per il mercato internazionale. Lavori apprezzati in tutto il mondo, come testimoniano le numerose collezioni private che li custodiscono e i molti musei che li espongono. A New York, al Corning Museum of Glass e al Newark Fine Art Museum; a Takoma (Washington) al 4° piano del Hotel Murano, un hotel-museo dove ogni piano è dedicato ad un artista del vetro contemporaneo; in Alabama al Mobil Fine Art Museum, in Spagna a Segovia nel Museo Nazional del Vidrio de La Granja, in Armenia presso il Cafsejian Center Of Arts e Museo d’Arte Contemporanea e finalmente in Italia a Villa Carlotta.
Dopo 10 anni d’assenza, Villa Carlotta è stata infatti scelta dall’artista come scenografia ideale per la sua prima mostra personale nel Bel Paese. Nelle sue creazioni l’ispirazione principale è l’amore per la Natura che nella Villa Tremezzina, grazie ad un parco botanico secolare, la fa appunto da padrone creando un richiamo ideale con i boschi e le foreste di Miramar sull’oceano Atlantico dove l’artista ha trascorso parte della sua vita.
“La mia dipendenza e dedizione per i paesaggi forestali vengono dal tempo della mia infanzia – spiega Di Fiore –. Miramar aveva un grande bosco di pini piantati per fissare le dune di sabbia ai confini della città. Tutta la mia infanzia è trascorsa tra la spiaggia , la foresta ed il giardino di mia madre . Il bosco è il mio luogo perfetto del quale ho sempre cercato di fissare la mutabile bellezza, la sfuggevole luce in continuo movimento e le geometrie variabili del suo mistero. Quello che intendo fare con il mio lavoro non è una “interpretazione” del Bosco, ma una rispettosa traduzione di un luogo importante per me che ho fotografato nella mente infinite volte”.
Miriam collega infatti i propri paesaggi a oggetti ritrovati che la connettano a un momento ben preciso della propria vita, a qualche luogo del passato con una poetica che “salva” oggetti dimenticati, perduti, in reliquiari dove custodire i ricordi.
“Combatto e gioco con la mia illusione di eternità – precisa l’artista – usando il vetro come arma e allo stesso tempo, come Jolly, magico tarocco che mi mantiene legata alla realtà, al tempo che scorre, al fare lento e ancestrale della vita dell’albero, in un tempo in cui tutto è velocissimo, immediato ma anche altamente deperibile”.
Veri e propri universi in vetro, quelli in mostra, realizzati interamente a mano con una particolare tecnica conosciuta nel mondo del vetro come la Di Fiore’s Technique. Un lungo processo che passa attraverso non meno di sette cotture successive, più di un mese di lavoro e diversi tipi di lavorazione. Vetro filato e modellato nella fiamma per definire i dettagli dei propri paesaggi (migliaia di piccolissimi rami, modellati uno a uno e poi fusi nel insieme) vetro triturato e setacciato per tradurre le masse cromatiche e l’acqua, il tutto costruito a strati di fusioni successive per dare vita a immagini con una enorme profondità ottica, “boschi virtuali” per raccontare luoghi reali, opere d’arte magiche e poetiche .
Ma i lavori di Miriam Di Fiore non sono gli unici in mostra. Infatti, per tutto il periodo dell’esposizione, gli ospiti di Villa Carlotta potranno conoscere anche le creazioni della designer Silvia Rutolo che presenta per la prima volta al pubblico la sua linea di ‘gioielli sensoriali’: Baco.
Pezzi unici, plasmati dal fuoco di una fiamma che arriva fino a 900 gradi, che portano nel loro DNA creatività e artigianalità. In esclusiva per gli ospiti dell’antica dimora collane e orecchini che ricordano per fattezze il bozzolo del baco da seta. Un’anticipazione formale di quello che è la loro essenza. Infatti all’interno “dei gusci di vetro” è racchiusa della seta imbevuta di particolari fragranze che vengono rilasciate attraverso dei microfori impercettibili. Tuberosa, fico, vaniglia bianca, mora e muschio, gelsomino, talco, acqua di panna, violetta, rosa i profumi che è possibile scegliere. E se il carnet non soddisfa i gusti, è sempre possibile usare il proprio personale profumo.
Accanto alla nuova linea di gioielli, ad essere in mostra, le sue creazioni classiche, gioielli che rubano al vetro forma e leggerezza e che stanno conquistando un pubblico sempre più vasto. I gioielli sono in vendita in uno dei negozi più prestigiosi di Venezia, Pauly, in Piazza San Marco.
“Decidere di presentare le mie creazioni nella cornice di Villa Carlotta non è un caso – precisa la designer Silvia Di Rutolo – Scegliere Villa Carlotta, vuol dire omaggiare un giardino botanico per me di costante ispirazione e in generale un territorio, quello comasco, rinomato in tutto il mondo per le sue sete, protagoniste della mia nuova linea di creazioni.”
Oltre ai suoi gioielli la giovane designer, durante tutto il periodo della mostra, sarà impegnata in suggestive dimostrazioni della lavorazione del “vetro a lume” realizzando composizioni, anche su richiesta dei visitatori, direttamente dalla sua fucina mobile installata nella torretta del parco.
Parallelamente alla mostra, l’8, il 15 e il 22 luglio, dalle 16.30 alle 18.00, Villa Carlotta organizza anche un laboratorio per i più piccoli, “Crea il tuo gioiello” che darà la possibilità ai ragazzi dagli 8 ai 13 anni di imparare a creare uno splendido monile.
Le iscrizioni ai corsi dovranno pervenire entro il martedì precedente a: segreteria@villacarlotta.it Costo: € 5,00
Villa Carlotta è una dimora del tardo ‘600 situata a Tremezzo, sul Lago di Como. E’ un luogo dove capolavori della natura e dell’ingegno artistico convivono in perfetta armonia in oltre 70 mila metri quadri visitabili tra giardini e strutture museali. Meta privilegiata di visitatori provenienti da tutto il mondo per ammirare il suo patrimonio floreale e artistico che annovera opere da Antonio Canova a Francesco Hayez, la Villa è anche membro dei più prestigiosi circuiti artistici e botanici d’Italia: circuito dei Grandi Giardini Italiani, Rete degli Orti Botanici della Lombardia, Rete Museale dell’800 lombardo ( insieme a prestigiose istituzioni quali la Pinacoteca di Brera e la Galleria d’Arte Moderna di Milano),circuito delle case-museo della Lombardia. Villa Carlotta gestita da un Ente Morale dal 1927, destina tutti gli introiti derivanti dai biglietti di ingresso “esclusivamente” ad opere di miglioramento della villa stessa e del suo parco botanico, demanio dello stato.
Miriam Di Fiore nasce a Buenos Aires, Argentina nel 1959 . All’età di 5 anni, con la famiglia si trasferisce in un piccola città, Miramar, sul’oceano Atlantico le cui foreste e paesaggi naturali contamineranno parte la sua produzione artistica. In Argentina ottiene una laurea in ceramica e educazione artistica . Sperimenta ogni tipo di lavoro possibile in fusione, al inizio piccoli oggetti, poi oggetti di design e per interni producendo grandi pezzi per porte e finestre, fino a quando incontra Narciso Quagliata che condivide con l’artista argentina la tecnica ” Light Painting” . Tra il 1997 e il 1999 affina la sua tecnica approdando ad una procedura tutta personale di lavorazione del vetro nota nel mondo come “Di Fiore’s Technique “, un processo lungo, che combina un lavoro a fiamma morbida con un lavoro di fusione, sovrapponendo livelli dell’immagine e sottoponendo l’opera moltissime cotture successive . Tutto rigorosamente a mano.
Dal 2006 vive nell’ Oltre Po Pavese a Mornico Losana, dove all’interno di una fabbrica di vino nel secolo scorso ha creato il suo laboratorio, meta di allievi da ogni parte del mondo .
http://www.miriamdifiore.com
Silvia Rutolo è una giovane designer abruzzese di gioielli trasferita a Murano per amore dell’arte vetraria dove è diventata presto allieva dell’onirico Lucio Bubacco. Nel tempo unito l’amore per la lavorazione del vetro a lume passione alla passione per i gioielli con dando vita a “Perlarte” Murano Glass Jewelry, il suo brand di artigianato in vetro da indossare in vendita in uno dei negozi più prestigiosi di Venezia, Pauly, in Piazza San Marco, e in una serie di punti vendita sparsi in tutta Italia. Senza alcun timore che le vengano rubati i segreti della sua arte, ama esibirsi in pubblico creando preziosi su richiesta direttamente dalla sua officina mobile itinerante.