Isola del Giglio Eventi – La Tosca – Inganno, eros e potere

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                            Inganno, eros e
potere:

                    all’Isola del Giglio è di scena Tosca

l potere e la menzogna, la pulsione erotica e la

fede, sadismo, gelosia e vendetta: dall’Angelus alla fatale “ora quarta” e alla

morte dagli spalti di Castel Sant’Angelo, è una successione di colpi di scena, con

una pregnanza “cinematografica” straordinaria.

Tosca, opera in tre atti di Giacomo Puccini su libretto di Illica-Giacosa e tratta dal dramma di Victorien Sardou, va in scena giovedì 14 Agosto, ore 21.15, in Piazza dei Lombi, a Isola
del Giglio Castello
, secondo appuntamento del festival Il Giglio è lirica.

Cast:
Sandra Pacini (Floria Tosca), Gianni Mongiardino (Mario Cavaradossi), Ivan
Marino (Barone Scarpia), Davide Mura (Cesare Angelotti/Sciarrone), Andrea Del
Conte (Il Sagrestano), Luca Narcisi (Spoletta), Federico Masi (un carceriere),
Florinda Ferrara (un pastorello).

Coro Lirico
Giuseppe Verdi
di Prato diretto da Leonardo Laurini e Claudio Bianchi.

Maestro concertatore, Enrico Grillotti. Regia di Alberto
Paloscia
e Sergio Licursi.

Inganno.

Poi sesso, sadismo e
vendetta, il tutto mescolato a religione ed arte:
Tosca, il
dramma a tinte forti di Victorien Sardou, è

un abile impasto di lirismo e
incalzante teatralità, un amalgama perverso di erotismo e fede, un susseguirsi
di quadri

dall’impatto emotivo
straordinario. Insomma, pane per i denti di Puccini, che riesce, in
Tosca,
a concepire le melodie tra

le più intense e struggenti
della sua vena creativa.

Opera che definiremmo
d’azione, ha una tela drammaturgica di assoluta spettacolarità, gestita da una
regia perfetta,

che le conferisce un taglio
decisamente “cinematografico”. Non a caso, visto che siamo all’inizio del
secolo e questi

sono gli anni in cui cinema
mostra le sue affascinanti risorse narrative.

Inganno, si diceva: l’inganno
percorre tutta la trama dell’opera. Scarpia mente a Tosca e a Cavaradossi,
Tosca mente a

Scarpia e lo uccide,
Cavaradossi crede ad una finta fucilazione e muore; ci crede anche Tosca e, per
questo, si getta dai

bastioni di Castel
Sant’Angelo.

Una brutalità, una totale
mancanza di scrupoli che si genera dal crudele Capo della Polizia, l’artefice
di tutto, addirittura

– inconsapevolmente – della
propria morte: Scarpia, spietato, sadico, agitato da brame di potere e da
un’incontrollabile

pulsione erotica, è il vero
protagonista, a dispetto del titolo dell’opera. Del resto, le prime note della
partitura sono proprio

i tre accordi abbinati al
personaggio, una sorta di “tema di Scarpia” che torna, immancabilmente, nei
momenti più critici

della vicenda.

Tosca entra
nella vita di Puccini nel 1889, quando vi assiste al Teatro dei Filodrammatici
di Milano con la meravigliosa

Sarah Bernhardt. Ma per
vedere questo massiccio dramma di carattere sulle scene di un teatro d’opera
sarebbe passato ancora parecchio tempo: vuoi per il brutale realismo del
soggetto che così tanto si allontanava dall’opera romantica cara al lucchese,
vuoi per l’interesse che nel frattempo altri soggetti gli avevano stimolato,
fatto sta che a
Tosca Puccini tornò

soltanto nel 1896, quando era
ormai in piena voga l’opera verista, con Mascagni, Leoncavallo e, non da
ultimo, Giordano

e il suo applauditissimo Andrea
Chénier
, proprio di quell’anno.

La Prima andò in scena il 14
gennaio 1900 al Teatro Costanzi di Roma, lo stesso teatro dove, dieci anni
prima,

Cavalleria
Rusticana
aveva dato il <la> al verismo musicale. Il
successo fu straordinario e solo al Costanzi si ebbero più

di venti repliche a teatro
esaurito, dando il via alle rappresentazioni sui più grandi palcoscenici, in
Italia e in Europa.

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E lucevan le stelle……Mario Cavaradossi canta la sua disperazione sotto il cielo dell’isola.
Mai serata fu più azzeccata: il tenore Gianni
Mongiardino
guarda la luna e tutti gli astri del firmamento, luminosi come
in poche altre notti, di questi tempi.

Grande
successo giovedì sera per Tosca di Giacomo Puccini, in scena
nella splendida Piazza dei Lombi a cura dell’Associazione “L’Arte in Scena“, opera che ha
chiuso il quinto Festival Il Giglio è lirica. “Platea” gremita ed
entusiasta – anche se un tantino infreddolita! – e soddisfazione vivissima, ad
una settimana di distanza dall’altrettanto riuscita Madama Butterfly.

Un
allestimento essenziale ma assai suggestivo, che ha utilizzato le risorse
“naturali” a disposizione  e che
perfettamente si è inserita nel contesto ambientale, tra mura e torri di Giglio
Castello: i registi Alberto Paloscia
e Sergio Licursi hanno lavorato con
pochi elementi scenici, costruito la dinamica con movimenti ben calibrati e
sfruttato lo spazio con estrema razionalità, assecondati da un efficacissimo
gioco di luci che ha donato un fascino tutto particolare.

Applausi
sentiti a Mongiardino e a tutti gli artisti: cast affiatato, ha risposto con
estrema naturalezza alle esigenze registiche, ottima la presenza scenica e
ragguardevoli le doti vocali: completavano il trio dei personaggi principali il
soprano Silvia Pacini nei panni
della protagonista, e il baritono Ivan
Marino
in quelli del perfido e sadico barone Scarpia.

A
loro si affiancavano Davide Mura
(Angelotti/Sciarrone), Andrea Del Conte
(Sagrestano), Luca Narcisi
(Spoletta), Federico Masi (il
carceriere), Florinda Ferrara (un
Pastore). Coro Lirico Giuseppe Verdi
di Prato diretto da Leonardo Laurini e
Claudio Bianchi.

Sempre
puntuale e sicuro il sostegno musicale del pianista e maestro concertatore Enrico Grillotti.

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