Dal
26 al 28 settembre Teatro di Roma e Romaeuropa Festival
presentano in prima nazionale
©Guillermo Casas_mazzarelli_cambiale |
HAMLET
diretto da Andrea Baracco
con la drammaturgia di Francesca Macrì (Biancofango) e
le scenografie multimediali di Luca Brinchi e Roberta Zanardo/Santasangre
per una rilettura teatrale che
supera la parola e le interpretazioni stratificate
nel tentativo di restituire la
complessità dell’opera shakespeariana.
Dieci i personaggi
che prenderanno vita sulla scena con Lino Musella (Amleto),
Eva Cambiale (Gertrude), Paolo Mazzarelli (Claudio), Michele Sinisi (Orazio, Guilderstern),
Andrea Trapani (Polonio, Prete, Osric ), Woody
Neri (Laerte, Rosencrantz), Livia Castiglioni (Ofelia)
e Gabriele Lavia
in audio e video nel ruolo dello spettro.
Una produzione Teatro di Roma, Festival Romaeuropa e 369gradi
in coproduzione con Festival Internacional de
Teatro Clásico de Almagro
in
collaborazione con Tfddal – Teatro
Franco Parenti, La Corte Ospitale, ATCL Associazione Teatrale tra i Comuni del
Lazio
Teatro di Roma e Romaeuropa Festival, in coproduzione con 369 gradi, presentano Hamlet,
rilettura di una delle icone della drammaturgia di tutti i tempi, con la regia
di Andrea Baracco, in prima
nazionale il 26 settembre al Teatro Argentina di Roma.
Dopo il debutto al Festival
di Almagro dello scorso luglio, l’Hamlet
di Baracco arriva sulla scena dello Stabile capitolino incarnando il senso di
fragilità e di precarietà dell’uomo contemporaneo che porta addosso i segni di
una deriva, la propria e quella di un’intera collettività. Infatti, la
regia non propone la figura di un fine intellettuale che dubita, che
riflette su di sé, sugli altri, sul senso primo e ultimo dell’esistenza, bensì
un Hamlet compromesso, in
perenne disequilibrio e che continua ostinatamente a commettere passi
falsi, sia nel corpo che nel pensiero, inciampando nelle trappole che qualcuno ha
con cura depositato prima del suo passaggio. Proprio nel tentativo di
restituire la complessità dell’opera, Andrea Baracco rimaneggia la drammaturgia
con Francesca Macrì della Compagnia
Biancofango per provare a superare “il rumore e le croste che i secoli e
le infinite rappresentazioni hanno inevitabilmente depositato sul testo,
facendolo diventare spesso altro da sé. In definitiva – continua il regista – l’ambizione
è quella di far rientrare Amleto in
se stesso per trovare quella che si può definire la giusta distanza e/o misura
nei confronti dell’opera, al fine di non incorrere nell’errore di ritrovarsi
involontariamente a riprodurre le sedimentazioni del tempo”.
Saranno solo dieci
personaggi – i principali della tragedia di Shakespeare che ne conta una
trentina – a muoversi sulla scena per costruire una porta d’accesso alla corte
e all’intimità di Hamlet attraverso la
parola shakespeariana. Una parola ambiziosa e presuntuosa, che trasfigura e
costruisce, che straborda e invade, fatta rivivere sulla scena attraverso quel
passo falso che Hamlet continua a
commettere. Il suo pensiero acquista peso, forma e profondità nell’incontro tra
azione e immagine che la scenografia multimediale, curata da Luca Brinchi e Roberta Zanardo dei Santasangre, trasferisce su un palco vuoto e
totalmente aperto attraverso schermi di varie dimensioni con proiezioni e
video. Uno spazio scenico minimalista per ripercorrere l’anima ambigua, liquida
e sfuggente di Hamlet. “Come
suggerisce Roland Barthes in uno dei suoi saggi sul teatro, Amleto è molto più di Amleto ed è proprio questa
sproporzione che ci interessa sopra ogni cosa – commenta Baracco – questa
manifesta impossibilità di costringere dentro argini di pensiero un testo che è
molto più di un testo, che deborda continuamente, per incontinenza, al di
là del teatro ma che all’interno del teatro pretende di essere collocato. Nel tentativo
di restituire la complessità dell’opera stiamo provando a sottrarre, in primo
luogo noi stessi, dalla dittatura di Amleto”.
Con Lino Musella nel
ruolo di Amleto, recitano Eva
Cambiale (Gertrude), Paolo
Mazzarelli (Claudio), Michele Sinisi
(Orazio, Guilderstern), Andrea Trapani (Polonio, Prete, Osric ), Woody Neri (Laerte, Rosencrantz), Livia Castiglioni (Ofelia), e con Gabriele Lavia in audio e video nel ruolo dello
spettro.
Lo spettacolo si inserisce all’interno
del progetto SHAKESPEARE ALLA NUOVA ITALIANA, l’articolato programma di attività e spettacoli che il Teatro di
Roma dedicherà all’opera del bardo portando nelle sue sale 9 Shakespeare, tra
cui 3 Amleto, alla riscoperta dell’eterno
fascinatore delle più intime tra le passioni umane. Inoltre saranno previsti,
in collaborazione con il Festival Internazionale del Cinema di Roma, gli
incontri con i registi Julie Taymor e Vishal
Bhardwaj che presenteranno i propri lavori ispirati a Shakespeare.
Orari spettacolo: venerdì
26 settembre ore 21.00 I sabato 27 ore 19.00 I domenica 28 ore 17.00
Durata spettacolo: 2 e
15 minuti più intervallo
teatro di roma
Ufficio
promozione: tel. 06.684.000.346 – www.teatrodiroma.net