Teatro dei Conciatori: Sonata per ragazza sola – Omaggio a Irène Némirovsky, con Federica Bern per la regia di Francesco Villano.- dal 7 ottobre al 12 ottobre 2014

TEATRODEI CONCIATORI

C.U.T. – Contemporary Urban Theatre100% TAGLIO CONTEMPORANEO

dal 7 ottobre al 12 ottobre 2014

Sonata
per ragazza sola

omaggio a Irène Némirovsky

Progetto di Federica Bern e Francesco Villano

con

Federica Bern

Scene:Fiammetta Mandich

Federica Bern in sonata per ragazza sola 5

Costumi:Rachele Bartoli

Regia

Francesco Villano

Sarà in scenaal Teatro dei Conciatori dal 7 al 12 ottobre
2014
,  Sonata
per ragazza sola – Omaggio a Irène Némirovsky
, con Federica Bern
per la regia di Francesco Villano.Una
ragazzina inscena una favola nera che viviseziona e gioca coi desideri di due
donne, simili per natura, ma di età diverse. Due donne come quelle dei film
muti, con gli occhi grandi e le collane di perle. Un sofisticato e pericoloso
gioco teatrale, ispirato alla vita e alle opere dell’autrice d’adozione
francese Irène Némirovsky.

Una ragazzina scalza su un ponte. Una sera qualsiasi al
crepuscolo. L’acqua della Senna scorre. La ragazzina, guarda in basso,
impaurita ed eccitata. Medita se lasciarsi trascinare via dal fiume, o trovare
la forza di combattere contro il suo nemico. Il nemico è a casa che l’aspetta:
sua madre. Suicidio o matricidio?
Nell’attimo in cui le rivoluzioni dell’adolescenza irrompono, in cui si
comincia a “pretendere” di vivere, Antoinette scatena la sua vendetta preventiva contro una madre autoritaria e
frivola.

Una
donna sulla quarantina è sola nella sua stanza della toletta. Si prepara
minuziosamente ad una nuova vita, che forse avrà inizio proprio questa sera,
quando aprirà le porte del suo lussuoso appartamento e avrà inizio la sua prima
“soirée”.  I fantasmi del passato si
scioglieranno nell’esibizione della ricchezza acquisita, della sua intatta
bellezza, della sua ritrovata gioventù. Tutto sembra alludere a un momento
esclusivo di felicità. Tranne il tempo.

Due
donne si preparano a partecipare a un evento mondano che sa di trionfo. Un
primo e ultimo appiglio al senso dell’Esserci.

Due
donne di carattere e spirito opposti, unite dallo stesso sangue,  ma anche, inconsapevolmente, dagli stessi
desideri e fantasie.

Madre e
figlia. La  figlia scalpita per liberarsi
della sua asfittica divisa da bambina e indossare finalmente il nuovo abito da
donna. La madre  non vuole lasciare
l’involucro della giovinezza e lotta disperatamente contro il passare del tempo
per dimostrare a se stessa e agli altri di essere ancora desiderabile e vitale.
Tra  il desiderio e la realtà c’è la
presenza insopportabile, giovane, accecante della figlia.

Entrambe,
soprattutto, vogliono amare ed essere amate.

Per
dirla con Irène Nèmirovsky: “Ho passato tutta la vita a combattere contro un
sangue odioso, ma esso è dentro di me, scorre nelle mie vene…”

Le Note
di regia

Il tema
è il desiderio. Desiderato, frustrato, represso.

Il
desiderio è, per sua natura, totalizzante ed egoista. Deve at-tendere,
escludere per essere soddisfatto. Il desiderio agisce in disequilibrio,  nella transizione. In questo caso,
circoscritto in un passaggio della vita doloroso, da uno stato a un altro, da
un’età a un’altra.

Partendo
da alcune suggestioni dei romanzi di Irène Némirovsky, si è  tradotto questo stato in un movimento, questa
“crisi”  (come scelta, o rifiuto
di una scelta) in un crudele, ritmico, ridicolo combattimento tra una madre e
una figlia.

Il
pubblico farà da arbitro.

Una
sfida in tre tempi, in levare, tra due entità, due desideri che si intersecano
e si allontanano. Nello scontro entrambe subiranno un distacco, la perdita di
una parte di sé.

Una
sonata della fragilità che nasce nel momento in cui, nonostante tutto, ci si
rende conto dell’impossibilità di trattenere il tempo, un ricordo, una persona.

In un
tempo ideale, alla fine degli anni venti, una ragazzina (si) inscena  una favola nera, disperata, che viviseziona e
gioca coi desideri di due donne, simili per natura, ma di età diverse. Due
donne come quelle dei film muti, con gli occhi grandi e le collane di perle,
che scontrandosi, si riuniscono. Due profili che si sovrapporranno fino a
definire un nuovo essere  bifronte.

La
tematica del doppio come complementarietà, è dichiarata già nel gioco e nella
presenza dell’ attrice che impersona entrambi i ruoli della pièce. A lei il
compito di sviluppare e ricreare, di volta in volta, il campo e il controcampo,
sposando entrambi i punti di vista, in uno “scandaloso” gioco di specchi e di travestimenti.

In una
zona del desiderio ambigua e paurosa, con un piede già oltre la linea del
tempo, queste donne esistono, sognano, si battono. Giocano un duello dove
Natura e Caos eleggeranno una sola vincitrice.

Francesco Villano

ATTO UNICO SENZA INTERVALLO

BIO

FEDERICA BERN

Federica Bern inizia a studiare recitazione all’Accademia
Nazionale Silvio D’Amico di Roma e poi si perfeziona a Londra alla London Academy of Music and
Dramatic Art. Segue inoltre seminari di recitazione con maestri quali Giancarlo Cobelli, Luis Pasqual , Josè
Sanchis Sinisterra e Ferruccio Soleri.

A
teatro viene diretta, tra gli altri, da Piero Maccarinelli,  Riccardo Cavallo,  Marco Carniti, Beppe Rosso, Luca de Bei,
Daniele Salvo, Roberto Valerio, Fabio Grossi, 
Marco Simeoli, Werner Waas e 
Carlos Martin. In televisione ha preso parte a diverse tra le più note
fiction tv, tra le quali: Medicina Generale2, diretta da Luca Ribuoli; Aldo
Moro, diretta da G.M. Tavarelli; don Zeno,diretta da G.Calderone; L’Amore e la
Guerra, diretta da G. Campiotti. 

FRANCESCO VILLANO.

Attore
e regista, inizia il suo percorsoartistico nel 1991 studiando danza contemporanea con Gloria
Pomardi a Roma. Nel 2000 si diploma all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica
“Silvio D’Amico” di Roma seguendo l’insegnamento di Marisa Fabbri e
Roberto Romei. Nel 2002 partecipa all’Ecole des Maitres guidato da Denis
Marleau e Jan Fabre. Lavora continuativamente in teatro e nella danza con Josè
Sinisterra,  Davide Iodice, Emma Dante,
Antonio Latella, Pierpaolo Sepe, Serena Sinigaglia, Giancarlo Cobelli, Claudio
Autelli, Luciano Colavero, Caterina Inesi, Burghard Duhm, Alessandro Fabrizi,
Massimo Di Michele. Partecipa a progetti

di
teatro sociale con l’Ass. Ygramul di Roma, e performance multimediali con la
Bauhaus di Dessau. Vince con lo spettacolo Per Amleto di Michelangelo
Dalisi il Premio Dante Cappelletti 2007, e con lo spettacolo Otello di
C. Autelli il premio Nuove Creatività E.T.I. 2009. Nel 2010 fonda con Marco
Cacciola e Michelangelo Dalisi la compagnia InBalia. Nel 2011 debutta
nella regia presentando al CRT di Milano Piccoli Pezzi Poco Complessi  da Michel Hellebecq e al teatro Litta Sonata
per ragazza sola,
omaggio a Irene Nemirovskj.

TEATRO
DEI CONCIATORI – Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA

Tel.
06.45448982 – 06.45470031 -info@teatrodeiconciatori.it

TIPOLOGIA
BIGLIETTI

Intero
€ 18,00    Ridotto € 13,00     Ridotto
€ 10,00

ORARIO
SPETTACOLI:

dal
martedì al sabato ore 21,00 domenica ore 18,00

RIDUZIONI
PER I LETTORI DI PERSINSALA, SALTINARIA, GUFETTO