Milano, 14 novembre 2014 – E’ stata presentata
oggi a Palazzo Reale la mostra “Forma e Desiderio. The Cal – Collezione
Pirelli”, una selezione di oltre 200 fotografie tratte dai Calendari Pirelli
dalla nascita a oggi, in programma dal 21 novembre 2014 al 22 febbraio
2015.
04_Peter Lindbergh_1996 |
L’esposizione – curata da Walter Guadagnini
e Amedeo M. Turello, promossa dal Comune di Milano – Cultura con il patrocinio
di Expo e organizzata e prodotta da Palazzo Reale e GAmm Giunti – nasce grazie
al fondamentale contributo di Pirelli, che ai fini della selezione espositiva ha
messo a disposizione il suo archivio, con migliaia di fotografie dei più grandi
fotografi mondiali.
Diventato in breve tempo un oggetto di
culto, il Calendario da più di cinquant’anni interpreta i cambiamenti sociali e
culturali e anticipa le tendenze delle nuove mode, attraverso l’occhio attento
dei più celebrati autori contemporanei, da Herb Ritts a Richard Avedon, da Peter
Lindberg a Bruce Weber, da Peter Beard a Steve McCurry, da Patrick Demarchellier
a Steven Meisel.
“Un progetto che restituisce la giusta
dimensione artistica a una delle più importanti campagne di comunicazione degli
ultimi cinquant’anni, che ha saputo entrare nell’immaginario di ciascuno di noi
grazie al fascino senza tempo delle modelle e al talento dei fotografi che
l’hanno realizzato”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del
Corno.
Con un percorso
narrativo che va oltre la scansione cronologica, tipica dei calendari in sé, la
galleria di immagini di “Forma e Desiderio” propone un itinerario tematico,
seguendo un processo che esplora e accosta relazioni, analogie, citazioni e
contrasti fra le immagini di oltre mezzo secolo. L’esposizione si sviluppa
attraverso cinque stanze, ognuna delle quali dedicata agli elementi che
accumunano le foto contenute nello spazio: dalla seduzione alla provocazione,
dal mito all’eleganza.
La mostra si apre con la sezione
L’incanto del mondo nella quale vengono presentate quelle
fotografie che, almeno fino al 1972, venivano realizzate con l’intento di
guidare lo spettatore attraverso due elementi fondamentali come il paesaggio e
l’espressione delle modelle.
Ne Il fotografo e la sua musa (sedotti
dall’arte) si analizza l’omaggio a Leni Riefenstahl che Arthur Elgort le
dedicò nel 1990, o quello di Clive Arrowsmith che l’anno successivo elaborò una
sequenza di citazioni dei maestri dell’arte quali Delacroix, Velázquez,
Rembrandt. Particolare è il caso di Annie Leibovitz che cita testualmente non
solo i maestri della fotografia ma alcune precise immagini, al fine di
trasformare le pagine del Calendario in una sorta di esercizio di gusto
volutamente, e provocatoriamente, accademico.
La sezione Lo sguardo
indiscreto è incentrata sulle immagini caratterizzate da un misto di
provocazione, gioco, trasgressione, che segnano un altro degli elementi
caratterizzanti l’identità stessa del Calendario.
Ne La natura dell’artificio si
potranno ammirare gli scatti di Brian Duffy, di Peter Knapp, fino a raggiungere
i vertici nella ricostruzione del mondo per via di geometrie, ispirate dalle
tracce del pneumatico sul corpo delle modelle, di Uwe Ommer; o ancora di Barry
Lategan, o di Nick Knight, autore di una delle edizioni certo più anomale e
sorprendenti, vocata alla sottolineatura di una sperimentazione linguistica che
travalica il genere della composizione con figure per arrivare ai limiti della
pura astrazione.
La mostra si chiuderà idealmente con
Il corpo in scena che rimarca come, nella storia del Calendario,
la combinazione tra modella e ambiente ha assunto un ruolo centrale nella
concezione della serie realizzata. Una concezione che si condensa nella
sorprendente sequenza di Peter Lindbergh del 2002, dove la modella interpreta se
stessa che interpreta il Calendario, in una totale e ricercata sovrapposizione
di ruoli e di luoghi. In modo non meno eclatante, Peter Beard inscena un
autentico viaggio nell’esotismo attraverso un gioco che sembra provocare lo
spettatore e invitarlo e riflettere sul confine tra la realtà e le proprie
proiezioni.
Presentato per la prima volta nel 1964, il
Calendario Pirelli giunge alla sua quarantaduesima edizione con l’anno 2015,
realizzato da Steven Meisel.
Fino a
ora, la più importante mostra retrospettiva, allestita dall’architetto Gae
Aulenti, si era tenuta nel 1997 a Milano (Palazzo Reale – Sala delle Cariatidi),
a Venezia (Palazzo Grassi), per poi partire per un tour mondiale che ha toccato
alcune della principali capitali mondiali come Parigi, Berlino, Mosca, Buenos
Aires e Tokyo.
Per tutte le
informazioni: www.mostrathecalpirelli.it
www.comune.milano.it/palazzoreale