Tradizioni invernali in Romania

Le festività Natalizie iniziano in Romania con la festa di San Nicola, il 6 dicembre. Le usanze di questa festa sono molto simili a quelle dell’Epifania in Italia: durante la notte, San Nicola entra nelle case e lascia nelle scarpe dei bambini buoni dolci e giocattoli mentre nelle scarpe di quelli cattivi quello che “meritano”: del carbone e/o un bastone.
Ma le tre veri grandi feste invernali sono il Natale, il Capodanno e l’Epifania (chiamata Boboteaza oppure il battesimo del Signore perché conforme al calendario ortodosso il 6 gennaio fu battezzato Gesù Cristo). Queste feste marcano un periodo di grande gioia e speranza manifestate attraverso delle usanze antichissime alle quali partecipa tutta la comunità.

A Natale e a Capodanno, gruppi di bambini e di giovani in costume tradizionale o con indosso delle maschere girano per le case e fanno gli auguri attraverso dei canti chiamati colinde oppure con piccole rappresentazioni teatrali di ispirazione biblica ricevendo in cambio dolci fatti in casa, frutta e, per i grandi un bicchiere di vino.
Colindele sono canzoni di ispirazione cristiana o paleocristiana in cui sono presenti anche riti e tradizioni pagane come per esempio le maschere, spesse volte simili ai mamutones sardi.
Tra queste le più conosciute sono Steaua (la stella, canzone natalizia che racconta il ruolo della stella nel guidare i Re Magi fino alla stalla dove è nato Gesù), Plugusorul (il piccolo aratro, canzone di buon augurio e fertilità per il nuovo anno). Molto interessanti sono La Capra, L’Orso e I Vecchi, colinde concepite come piccole rappresentazioni teatrali in versi in cui giovani portando maschere rappresentando la capre, l’orso, il vecchietto, la vecchietta, il diavolo ecc cantano e ballano augurando benessere e salute ai padroni di casa e fertilità ai campi e agli animali. Queste tradizioni hanno un filone pagano risalente ai tempi dei Daci quando erano riti collegati alla fertilità della terra.
Molto interessanti sono le rappresentazioni chiamate Viflaim (Betlemme) e Irozii. Nella sera di Natale gruppi di 20/30 persone generalmente giovani ancora non sposati rappresentato l’adorazione dei Re Magi e dei pastori e la strage degli innocenti compiuta da Erode.
La mattina del primo gennaio, i ragazzini vanno a cantare “Sorcova” un augurio in versi rivolto agli adulti che dive: “Vivete, fiorite come l’albero delle mele, come una rosa, forti come la pietra, veloci come la freccia..” ecc.

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In questa atmosfera non può mancare l’albero di Natale e la notte magica in cui arriva Babbo Natale portando regali a grandi e piccini. È il periodo di gioia in cui tutti si riuniscono e si dimenticano dei problemi e della tristezza.