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Home page Salute DUBBI SULL’EFFICACIA DI FARMACI E VACCINI
Aggiornato il 08/06/202226/01/2015Salute

DUBBI SULL’EFFICACIA DI FARMACI E VACCINI

Iaphet Elli
Massimo Andreoni

Molti medicinali in sperimentazione potrebbero essere inutili perché il virus muta troppo velocemente
EBOLA: I DUBBI DEGLI SPECIALISTI SIMIT SULL’EFFICACIA DEI FARMACI E DEI VACCINI
Molti dei farmaci oggi in sperimentazione (anticorpi, molecole antisenso etc) sono stati progettati anni or sono sulla base della sequenza genetica di ceppi isolati nelle epidemie degli Anni 70 e 90 che però, alla luce di questo studio, risultano geneticamente diversi dall’Ebola attualmente circolante.

Il virus Ebola è mutato e muterà ancora, quindi i farmaci possono non essere più efficaci e i nuovi vaccini prodotti potrebbero non essere validi né ora né nel medio lungo termine.

L’allarme è stato lanciato dalla Simit, Società Italiana di Malattie Infettive, all’indomani della dichiarazione del Ministro della salute del Mali, Ousmane Kone, che aveva annunciato la fine dell’epidemia da ebola virus in Mali dopo 42 giorni in cui non era stato segnalato nessun caso di nuova infezione. (42 giorni corrispondono a due volte il periodo massimo di incubazione del virus), Vale la pena di sottolineare che i casi registrati siano in diminuzione nei tre  paesi maggiormente colpiti dal virus (Sierra Leona, Guinea e Liberia).

La Simit puntualizza sull’efficacia dei farmaci e la mutazione assai veloce del virus.  L’analisi del genoma del virus è stata eseguita su ceppi virali isolati nei decenni passati e confrontati col virus attualmente circolante, in una ricerca pubblicata sulla rivista mBio.

“Lo studio americano pubblicato su mBIO che ha confrontato le sequenze geniche di ceppi di virus Ebola che sono stati isolati negli anni 1970-90 con quelli isolati nelle ultime epidemie – sottolinea il Prof. Massimo Andreoni, Presidente Simit e Primario Malattie Infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma – ha dimostrato più di 600 mutazioni occorse in questi anni nel genoma virale. Questo dato è di grande rilevanza perché oltre a confermare la estrema capacità del virus a mutare pone importanti domande non solo sulla validità di farmaci sintetizzati in relazione alle caratteristiche genetiche dei virus circolanti alcuni anni fa e che potrebbero quindi non essere più efficaci, ma, soprattutto, sulla capacità protettiva dei nuovi vaccini prodotti lavorando su ceppi virali diversi da quelli attuali. Infatti le profonde mutazioni genetiche alle quali è andato incontro il virus potrebbero vanificare gli sforzi fatti fino ad oggi alla realizzazione di nuovi vaccini. Si dovranno aspettare nuovi sperimentazioni finalizzate a verificare se i vaccini fino ad oggi sintetizzati siano in grado di neutralizzare anche i ceppi virali di ebola di più recente circolazione”.

IL VIRUS OGGI- L’epidemia ha provocato oltre 8.400 vittime e più di 21mila contagi, in Mali è stata contenuta con successo. Otto i casi e sei i morti, limitati, grazie al lavoro e all’impegno degli operatori sanitari nazionali e internazionali. L’ultimo caso segnalato nel paese risale agli inizi di dicembre, il primo fu a ottobre, con la bambina che arrivava dalla Guinea poi deceduta.  Al momento, insieme al Mali, anche la Nigeria e il Senegal, dopo la segnalazione di alcuni casi, sono i paesi africani dichiarati liberi dal virus.

STATISTICHE- Il virus Ebola ha un genoma molto semplice fatto di appena sette geni che non restano uguali a se stessi nel tempo ma stanno evolvendo, accumulando cambiamenti genetici, meglio detti mutazioni. Per definire questi cambiamenti gli esperti hanno confrontato tre ceppi di Ebola: quello attualmente circolante (EBOV/Mak), uno isolato nello Zaire del 1976 e uno nel 1995. Gli esperti hanno documentato l’accumulo di 600 mutazioni dal 1976 ad oggi. Tre mutazioni sono recentissime e si sono verificate addirittura durante l’epidemia in corso, segno della velocità con cui l’Ebola evolve. Bisogna valutare tempestivamente l’efficacia dei farmaci per evitare che risorse preziose siano spese nello sviluppo di terapie che non funzionano più, concludono gli autori dello studio.
Fonte:
Francesco Salvatore Cagnazzo
Studio Diessecom

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