Festival della danza di Cannes 2015: un doppio evento
Brigitte Lefèvre nuo
© Palais des Festivals et des Congrès de Cannes – Photo:Festival de Danse |
va direttrice artistica e 20° anniversario dal 20 al 29 novembre 2015
Quella tra la danza e la città di Cannes è una lunga storia d’amore cominciata con l’arrivo della troupe del Marquis de Cuevas, ma soprattutto con l’arrivo di Rosella Hightower e la creazione del suo Centro internazionale della danza nel 1961. La sua personalità eccezionale e la sua passione per l’arte coreografica hanno immediatamente attirato a Cannes tutto quello che il mondo della danza può offrire di meglio in fatto di coreografi di fama, di danzatori di tutti i paesi, di direttori di compagnie. È quindi in modo del tutto naturale che questa dinamica, unita alla volontà di condividere e di trasmettere, abbia portato Rosella Hightower a creare nel 1984 un importante evento che avrebbe consacrato per sempre la felice unione tra la città e la danza: era nato il Festival della danza di Cannes.
Cenni storici
Il primo Festival della danza di Cannes, inizialmente sotto la direzione di Jean-Luc Barsotti, ha aperto le porte nel novembre 1985, dimostrando fin dalla sua prima edizione un interessante eclettismo e delle scelte artistiche esemplari, dato che c’erano in cartellone Giselle di Mats Ek con il Ballet Cullberg, o i junior del NDT II, Cenerentola di Maguy Marin con il Ballet de l’Opéra de Lyon nel 1986 e L et eux la nuit, capolavoro di François Verret che ha visto assieme Rosella Hightower e Jean Babilée in uno spettacolo dalla forte connotazione contemporanea nel 1988, oltre alle grandi compagnie classiche, come il Béjart Ballet Lausanne e le etoile dell’Opéra de Paris.
Yorgos Loukos, che ha preso in mano le redini del Festival nel 1992, ha posto anche lui l’accento sulle grandi compagnie e sulla creazione contemporanea. Ritroviamo infatti assieme Lucinda Childs e i Ballets de Monte-Carlo, Angelin Preljocaj e Andy Degroat, Bouvier-Obadia, Philippe Decouflé e Sylvie Guillem, la Batsheva Dance Company e William Forsythe, tra tanti altri… A partire dal 1993, la manifestazione diventa biennale e Yorgos Loukos si occuperà della programmazione fino al 2009, cercando anche di far scoprire nuove compagnie innovatrici nella danza contemporanea, di tutte le tendenze, o dell’hip-hop.
Da quel momento, l’appuntamento organizzato dal Palazzo dei Festival e dei Congressi di Cannes si è affermato come evento internazionale dove si sono esibiti artisti e corpi di ballo di tutto il mondo. Dalla sorpresa alla scoperta, dal colpo di fulmine allo stupore, il Festival della danza si è costruito un successo di pubblico che non è mai stato smentito ed una fama di eccellenza nei confronti della stampa e di tutti i protagonisti del mondo della danza.
A partire dal 2011, si è deciso di cambiare regolarmente il direttore artistico in modo da poter offrire al pubblico una molteplicità di sguardi sul paesaggio coreografico mondiale. Nel 2011 e nel 2013, il Festival è stato affidato al coreografo Frédéric Flamand che ha proposto due tematiche, Nouvelles mythologies (Nuove mitologie), poi Traces et reflets (Tracce e riflessi).
Brigitte Lefèvre, un vento nuovo soffia sul Festival
Brigitte Lefèvre, nominata per prendersi cura del cartellone delle edizioni 2015 e 2017, assume qui per la prima volta nella sua carriera la direzione artistica di un festival.
«Sono sensibile alle opere che metto in cartellone e per questo sento il desiderio di condividerle. Un festival, come quello di Cannes, è anche un raduno, festoso se possibile, che dà a ciascuno la possibilità di completare la sua visione della danza scegliendo gli spettacoli dal cartellone, oppure partecipando a degli incontri, a delle prove aperte al pubblico, a dei momenti di riflessione. Perché ci ho sempre tenuto ad incontrare degli spettatori, oppure semplicemente delle persone» afferma.
Lei che ha appena lasciato la Direzione della Danza dell’Opéra de Paris si dice infatti molto entusiasta di presentare la danza in tutta la sua diversità. Perché Brigitte Lefèvre è sempre stata presente sul fronte della diffusione dell’arte coreografica presso il grande pubblico, sia al tempo del Théâtre du Silence, quando la coreografa moltiplicava gli interventi danzanti in Regione, oppure come Delegata per la musica al Ministero della Cultura, dove aveva uno sguardo molto attento alle azioni intraprese per sensibilizzare gli spettatori nei confronti di quest’arte esigente,
«La danza possiede oggi un’enorme potenzialità e io amo l’arte coreografica in tutte le sue forme. Spero di poter attirare diversi tipi di pubblico, di far loro scoprire nuovi creatori, estetiche diverse. Ci sono così tanti artisti che propongono visioni particolari ed ognuno di loro può incontrare un pubblico da conquistare».
Brigitte Lefèvre ha sempre saputo tessere delle corrispondenze tra opere di varia origine, un talento che ha coltivato nelle famose serate composte che aveva studiato per l’Opéra de Paris. «Una programmazione – fa notare – è un gesto artistico, con la sua fragilità, con i suoi rischi. Ma a me piace l’audacia e bisogna accettare di affrontarla. Mi sembra fondamentale presentare grandi compagnie, ma anche forme più sorprendenti. Esistono così tanti modi di amare la danza.»
L’attesa per il 20° anniversario
Per il 20° anniversario di questa importante manifestazione, la nuova direttrice ha già in mente un cartellone celebrativo: «Per me, un festival, vuol dire tessere una cartografia affinché la danza si coniughi al plurale, mantenendo comunque la sensazione viva di tutti quegli artisti venuti a Cannes da più di vent’anni, quei grandi personaggi che hanno reso possibile questo appuntamento tra la città e la danza.».
Ma Brigitte Lefèvre prevede anche molti incontri aperti al pubblico, colloqui professionali, masterclass, che caratterizzeranno l’evento.
«Cannes evoca per me le movenze di questa città luminosa, bagnata dal mare, un desiderio di viaggio e di luoghi lontani, questo movimento di flusso e reflusso che, ad ogni nuova onda, depone una delicata schiuma sulla riva prima di evaporare. Questa traccia, è l’emozione che la danza può regalare a colui che la guarda senza preconcetti» conclude.
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