Sycamore Company – Tamara Bartolini e Michele Baronio
“TU_TWO”
orchestra malancia |
(teatro)
TU_TWO viaggio della mente, buco da cui guardare. Due
sospesi,alla fine o all inizio di un viaggio, risucchiati dal mondo di fuori,
chius i dentro un paesaggio sonoro che pesa come un eredità e vomita la storia.
Lo sguardo reintroduce la vita e rende – chi è guardato e chi guarda –
compatibile, simile, umano. Nella brevità del suo accadere è un privilegio
d’intimità a dispetto del gelo di relazioni disumane. Così vicini così lontani i
due sono incapaci di guardarsi, toccarsi, amarsi. L intimità cambierà il
ritratto con un gesto d i spontaneità
inattesa, basterà un attimo per riconoscersi e partire e la macchina diventerà
un palco, i due un duo pronti per il concerto, per il gioco del teatro, per
condividere cataste di desideri e tenere
vivo il fuoco del nostro stare al mondo. TU_TWO chiede di pensarsi uno nel due
senza la fusione mortifera, chiede allo spettatore e a chi lo sta scrivendo con
il proprio corpo, carne, ossa, sangue, di seguire le vene, il fuori che entra
dentro, sentirlo premere nei polsi e spingerlo da qualche parte per operare io,
tu, noi – due – una trasmutazione alchemica di elementi costitutivi, di rabbia
in amore. E ci sei Tu. E Tu. E anche Tu. E ci si guarda finalmente e si allenta
la tensione, i muscoli intravisti da dietro, il collo, la nuca, si accende la
luce per ridere, giocare. Perché TU_TWO è riso e amore che ci contrae come muscolo unico in un corpo
molto più esteso di quello che ci portiamo in giro.
Cie Twain physical dance theatre
“Profumo”
(danza contemporanea)
Ogni profumo ha una storia da raccontare, la sua presenza
inebria e condiziona da sempre il respiro. Aromi intriganti che risvegliano
memorie sopite e desideri dove il corpo è sia veicolo che metafora. Patrick
Suskind ne Il Profumo dice: “Gli uomini potevano chiudere gli occhi
davanti alla grandezza, davanti all’orrore e turarsi le orecchie davanti a
melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi ai profumi. Poiché il
profumo è fratello del respiro. Con esso penetrava gli uomini, a esso non
potevano resistere, se volevano vivere […] Colui che dominava gli odori,
dominava il cuore degli uomini.” Una performance nella quale il corpo,
unico protagonista, si rivela attraverso una tensione insolubile, per risalire
a quello slancio vitale che oscilla tra l’affermazione dell’essere e il suo
smarrimento. Una domanda riecheggia silente tra i corpi dei danzatori: e se chi
riuscisse a catturare i profumi potesse catturare l’essenza delle cose?
Cie Twain & Diesis Teatrango
“Il Mago dei fiori”
(spettacolo con musica e danza per bambini)
Lo spettacolo nasce da un breve racconto scritto da Piero
Chierici e portato sulla scena, per i più piccoli, dall’incontro dell’autore
con la coreografa Loredana Parrella. Una storia che racconta della paura di ciò
che non si conosce e che ci sembra diverso. Un incontro di sensibilità e
linguaggi che offre, sul filo del racconto, una suggestiva drammaturgia di
segni sul percorso da compiere per la propria crescita.
Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi
“Due Passi sono”
(teatro)
Due piccoli esseri
umani, un uomo e una donna dalle fattezze ridotte, si ritrovano sul grande
palco dell’esistenza, nascosti nel loro mistero di vita che li riduce dentro
uno spazio sempre più stretto, dall’arredamento essenziale, stranamente
deforme, alla stregua dell’immaginario dei bimbi in fase febbricitante.
Attraversano le sezioni della loro tenera e terribile, goffa e grottesca
vita/giornata condivisa. Sembrano essere chiusi in una scatoletta di metallo,
asettica e sorda alle bellezze di cui sono potenziali portatori, ma un “balzo”
– nonostante le gambe molli – aprirà la custodia del loro carillon. Fuoriescono
vivendo il sogno della vera vita da cui non è più necessario sfuggire, ma solo
vivere, con la grazia e l’incanto di chi ha imparato ad amare la fame, la
malattia, i limiti dello stare. Immagine-cripta sacra, surreale e festosa,
quella del loro matrimonio, dove come in una giostra di suoni, colori e
coriandoli, finiranno per scambiarsi meravigliosi propositi di poesia.
La settimana dopo
“Old Jazz Orchestra”
(musica e teatro)
Teresa, Tomasine e Antonio sono i membri della Old Jazz
Orchestra, micro big band che ha calcato le scene americane per oltre mezzo
secolo tra Varietà e Music Hall al fianco dei più grandi artisti di fine millennio. Oggi la band è di nuovo
eccezionalmente in tournée in occasione delle nozze d’oro di Tomasine e Teresa,
ormai nonni. Antonio Muffata (formidabile chitarrista) ha lasciato la band e
oggi gestisce felicemente un emporio in Kentuky; a sostituirlo sul palco c’è
Raffaele Pischiuli, nipote dei nonni, cantautore in erba e rappresentante delle
giovani generazioni. La band non ha però perso la sua verve, il repertorio che
come sempre spazia tra jazz, diexeland e
klezmer, ha ancora la presa di un tempo sul pubblico. Sono tuttavia
innegabili gli acciacchi dell’età: Nonno Tomasine ha, come sempre, voglia di
raccontare le sue avventure, ma la memoria non lo aiuta, ed il formidabile rock and roll acrobatico
che ha reso Teresa celebre in mezza america è oggi rimpiazzato da un perizioso
lavoro a maglia. Raffele si ritrova per la prima volta in vita sua su un
palcoscenico a dover gestire le tenere follie della coppia ottuagenaria.
Le Cardamomò
(musica)
Le Cardamomò sono: Antonia Harper, violino e voce; Marta
Vitalini, organetto; Gioia Di Biagio, organetto; Ivan Radicioni, fiati e alla
chitarra.
Le Cardamomò nascono agli albori del 2010 proponendo un
repertorio nostalgico e retro, ispirato alla tradizione francese, italiana e
balcanica. Sul palco uno spettacolo di musiche d’atmosfera, chansons francesi e
balli balcanici, personaggi “fantareali” e maschere vittoriane. Gli
strumenti: voce lirica, violino, organetti e bombardino. Armati di questi, i
musicisti accompagnano gli spettatori in una sorta di viaggio metaforico nei
porti, le piazze, le osterie e le sale da ballo di un’Europa ormai dimenticata.
Il repertorio musicale de Le Cardamomò comprende pezzi originali, alcuni
ispirati alla tradizione altri più sperimental, e rivisitazioni di autori di
oggi (Massimo Ombres, Yann Tiersen, Mario Salvi, Riccardo Tesi, Goran Bregovic,
Stefan Delicq) e di ieri (Edith Piaf, Luis Gardel, Lucienne Delyle).
Le Cardamomò hanno suonato in festival, teatri e locali (Casa del Jazz a Roma,
Platoon Kunsthalle a Berlino) e portato il loro spettacolo musicale in Italia e
all’estero (Teatro del Sale a Firenze, Theatre de Verre a Parigi). Nel 2013
hanno composte e eseguito le musiche per lo spettacolo “Manchi solo
tu” su testi di Concita De Gregorio in scena al Teatro Valle di Roma.
Hanno all’attivo due album indipendenti: il primo, Cardamomò, vede la
collaborazione, tra gli altri, di Alessandro Pieravanti del Muro del Canto alle
percussioni e di Pietro Santangelo degli Slivovitz agli effetti sonori. L’album
è stato presentato dal vivo e in diverse radio e recensito sulla rivista il
Mucchio selvaggio. Il secondo, “Valse de Meduse” è la colonna sonora
dello spettacolo musicale omonimo ed è stato presentato a Parigi a ottobre
2014.
Dallo spettacolo è nato anche un videoclip, “Valse de Meduse”, ideato
da Gioia Di Biagio e realizzato con la tecnica delle ombre cinesi e con la
motion graphics in collaborazione con i collettivi SoWhat e Rat Creative di
Roma. Il video ha vinto diversi premi nazionali ed è stato nominato ai Berlin
Music Video Awards 2014.
Per il 2015 Le Cardamomò hanno in programma diversi progetti, tra cui una
tournèe negli Stati Uniti.
Angelo “sigaro” Conti, Yari Selvetella,
Cristiano Armati
“Lettere dalla strada”
(reading)
Tutto è cominciato dalla strada. Il luogo dove siamo
cresciuti, in cui ci siamo incontrati e dove restiamo,saldamenti ancorati alla
realtà, nel tentativo di conoscerla e con la volontà di cambiarla. Le Lettere
dalla Strada vengono da qui. Una storia di scrittura, musica e amicizia che
unisce i componenti di uno spettacolo
che si completa sera dopo sera, storia dopo storia, bevuta dopo bevuta. In Lettere dalla Strada c’è la musica e la
poesia di Angelo “Sigaro” Conti, voce storica della Banda Bassotti;
la scrittura e la voce di Yari Selvetella, già insieme a Sigaro nei Vento
dall’Est e poi autore di numerosi libri, canzoni e poesie; e la scrittura e la
voce di Cristiano Armati, autore di lavori come “Cuori rossi” e
“Italia criminale”. Insieme a loro, le mille voci di una periferia
terribile e vitale: un ritmo spietato e meraviglioso sospeso tra rabbia e
amore, come conviene alle vite spese sui
crinali delle barricate.
Orchestra Malancia
(musica)
L’ Orchestra Malancia muove i suoi primi passi nell’autunno
del 2006. La scommessa all’epoca era quella di mettere insieme un ensamble di
organetti provenienti tutti dal corso di strumento tenuto da Massimo Ombres.
L’esperienza maturata da quest’ultimo in formazioni come la Bosio Big Band di
Ambrogio Sparagna durata oltre un decennio, ed in altre formazioni come i
Musime’ e Musicimigranti, nonchè corsi o
stages tenuti da affermati Maestri di strumento come Raffaele Mallozzi, Mario
Salvi, Filippo Gambetta e Riccardo Tesi,
hanno reso possibile quello slancio che tradotto in linguaggio popolare si
chiama “TRAMANDARE LA TRADIZIONE ORALE”.Si proprio così,
“trasmettere la tradizione
orale”, e non è cosa da poco poter contare solo e solamente sul bagaglio
“non colto”, ma fatto di sola esperienza. Questa metodica ha comunque messo da subito a
proprio agio i primi componenti dell’orchestra, facendoli sentire da subito
partecipi ed anche protagonisti delle prime stesure e tessiture musicali che si
andavano creando, anche grazie all’apporto di altri strumenti, per creare
quelle armonie che hanno dato lo slancio, il gusto, il piacere di fare musica
insieme.
Direttore: Massimo Ombres Voce: Annamaria Giordano
Organetti: Massimo Ombres Valeria Landolfi Luisa Pellegrini Smeralda Capizzi
Daniele Fusacchia Chitarre: Giuseppe Fusacchia Basso: Ernesto Ranfi
Percussioni: Roberto Militello Andrea Albanese Paolo Margutta Ghironda:
Elisabetta Schettino Flauti: Stefano Gay Luisa Pellegrini Guest star
Percussioni: Danilo Ombres Ernestino Pianella
Ponentino Trio
(musica)
Il repertorio del Ponentino Trio è composto delle più belle
canzoni romane antiche e moderne e che comprendono brani di R. Balzani, E.
Petrolini, C. Bruno, E. Di Lazzaro, R Caucci, G. Strehler, O. De Micheli, F. A.
De Torres, L. L. Martelli, R. Leonardi, L. Giansanti e molti altri autori che hanno
arricchito il canzoniere popolare romano, in più molti brani dal Folklore
romano.Un notevole numero di stornelli a rispetto e a dispetto dalla forte
carica evocativa e dalla pronunciata vena ironica completano l’atmosfera dello
spettacolo. Il repertorio dei testi dell’affabulatore è basato sulle poesie dei
poeti tradizionali romani: G.G.Belli, Trilussa, C. Pascarella e da alcuni
contemporanei come Remo Remotti e Marcello Gazzellini. Oltre alle poesie i
testi sono curati in modo da esaltare la radice della saggezza popolare
attraverso i proverbi e modi di dire e da una ricerca sulla etimologia di
alcuni termini in uso nella lingua romanesca attraverso i quali è reso a tutto
tondo lo spirito scanzonato e goliardico degli abitanti della città dei Quiriti.
Daniela De Angelis:Cantante
Costantino Pucci:Affabulatore
Cesare Oliva:Musicista, cantante
Quinto Quarto Trio
(musica)
Due organetti diatonici e un basso elettrico, un repertorio
insolito da ascolto, costituito interamente da propri brani autoriali: Quinto
Quarto Trio+ nasce a Roma nel 2013, dall’unione di tre musicisti da anni attivi
nella scena musicale romana. Gli arrangiamenti delle musiche, composte da
Daniele Fusacchia, sono frutto di un complesso lavoro collettivo di ricerca di
un insolito equilibrio tra gli organetti, tipici strumenti acustici della
tradizione popolare, e il timbro elettrico del basso. Il nome del Trio contiene
in sé due concetti chiave: “Quinto Quarto” si riferisce all’utilizzo
molto frequente di tempi dispari, piuttosto insoliti nella musica popolare
italiana; il “+” finale esprime il desiderio di incontro e
collaborazione anche con altri artisti: particolarmente felice è stato
l’incontro con la violoncellista della repubblica Ceca Zu Sebkova. Oltre ai
concerti “normali”, il Quinto QuartoTrio+ , in collaborazione con le
case editrici Orecchio Acerbo Editore e Else Edizioni, crea la colonna
sonora delle “letture
musicate” di Carla Ghisalberti, divertenti performances che a partire dalla
lettura di un libro coinvolgono ogni volta decine di piccoli e grandi
ascoltatori.
organetti: Daniele Fusacchia e Luisa Pellegrini
Basso elettrico: Ernesto Ranfi
Settimo Cielo
“I casi di Monsieur M.”
(reading teatrale)
La Parigi domestica
di Maigret, con i tipici bistrot, l’appartamento di Boulevard Richard – Lenoir,
la Francia provinciale delle piccole cittadine, i buoni borghesi e gli efferati
assassini, le prostitute e le portinaie – figure da bestiario umano – sono i
ritagli animati di una sceneggiatura perfetta, che si dipana con facilità nella
mente del lettore. A questo mondo archetipico del noir, del giallo, e alla
penna sincopata del suo autore, è dedicata una serie di quattro readings
animati, dove due attori, con l’ausilio di una manciata di note, espresse a
fior di labbra ed un corollario di suoni da vecchia trasmissione radiofonica,
danno vita a utti i personaggi di altrettante inchieste criminali.I casi di
Monsieur M. è una piccola biblioteca sonora.Nella semplicità della sua
esecuzione entrano in gioco I registri del racconto e la performance degli
attori,motore dell’azione scenica. Il pubblico è chiamato a seguire il racconto
cogliendo gli indizi che porteranno alla soluzione finale, sempre imprevedibile
tranne che per il commissario Maigret
Pablo Tapia Leyton
“Performance sulla resistenza urbana”
(danza contemporanea)
Performance urbana tra danza contemporanea e acrobatica che
indaga sulla resistenza urbana e all’inurbamento dell’essere umano.
Taxi de Brousse
(musica)
Alice Di Clementi –
voce, organetto
Michele Apperti –
chitarra
Marco Migliarino –
basso
Mirko Teodori –
batteria
Simone Di Clementi
– djembe
Andrea Albanese –
dunun, congas, tamburi a cornice
Taxi de Brousse è una formazione di musica
world che propone brani world, folk, etno, senza contorni e senza tradizioni da
difendere. Fondere sì, ma non per scoprire come si incastra la tarantella con l
’africana o il jazz con la musica brasiliana. è un progetto che non rappresenta
le contaminazioni tra generi, ma direttamente la fase successiva, il risultato
di esse: una miscela di quello che è stato incontrato, visto e ascoltato nelle
nostre singole esperienze musicali. Ed è quello che viene espresso nei live.
Questa è la sfida e il divertimento, con la sensazione che neanche quando si
attraversa l’oceano per poi tornare a casa, si riescono a distinguere più le
radici mediterranee da quelle africane. Il repertorio è vario per paesi,
generi, autori, tempi. I Taxi de Brousse interpretano, con propri arrangiamenti
sia brani tradizionali africani che maestri della musica africana contemporanea,
folk inglesi, tradizionali italiani, e strumentali di propria composizione.
Tida
“Disloc
Actions” performance itineranti site specific
(danza
contemporanea)
Disloc actions è uno spettacolo itinerante
che si svolge in uno spazio naturalistico o architettonico. Gli artisti creano
le loro performance direttamente sul luogo.Ogni itinerario diventa quindi unico
e irripetibile.Acrobazie, musiche, danze e racconti vengono eseguiti site
specific; gli interpreti, come spiriti della natura, diventano parte del
paesaggio, gli danno vita e se ne nutrono allo stesso tempo.Ogni replica e
unica perché creata direttamente sul luogo.Dopo avere effettuato il sopralluogo
gli artisti creano il loro intervento adattandolo alla natura dello spazio in
cui si svolgerà.
Tida
“Eckhart Project “
(Danza
contemporanea)
Un coreografia concepita in stretta
connessione con la musica, un lavoro di traduzione delle note in vettori di
movimento in una ricerca di consonanza con la musica, tendendo ad una perfetta
sincronia e concependo il corpo stesso come “musica”.
Ulderico Pesce
“Moro: I 55
giorni che cambiarono l’Italia”
(teatro)
Il racconto scenico parte dai fatti del 16
marzo 1978 quando fu rapito Aldo Moro e furono uccisi gli uomini della scorta:
Raffaele Iozzino, Francesco Zizzi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Oreste
Leonardi. Raffaele Iozzino, unico membro della scorta che prima di morire
riuscì a sparare due colpi di pistola contro i terroristi, era di Casola di
Napoli e proveniva da una famiglia di contadini. Raffaele, alla Cresima, aveva
avuto in regalo dal fratello Ciro un orologio con il cinturino in metallo.
Ciro, quella mattina del 16 marzo era a casa e casualmente, grazie al vecchio
televisore Mivar, vide l’immagine di un lenzuolo bianco che copriva un corpo
morto. Spuntava da sotto al lenzuolo soltanto il braccio con l’orologio della
Cresima. Questa è l’immagine emblematica che ricorre più volte nelle video
proiezioni, questa immagine è la radice prima del dolore di Ciro, protagonista
dello spettacolo. Questo dolore diventa rabbia, e questa rabbia lo spinge a
rintracciare il giudice Imposimato titolare del processo al quale chiede di
sapere la verità. Sarà il rapporto tra Ciro e il giudice, strutturato su questo
forte desiderio di verità, a rendere chiaro al pubblico che la morte di Moro e
dei giovani membri della scorta furono è “assecondata” dai più alti esponenti
dello Stato italiano con la collaborazione dei Servizi segreti americani.