“I segreti dei centenari? Innovare
nel segno della tradizione.
E scegliere convivenze generazionali”
Parola di Nuccio Caffo
foto nuccio e pippo RDS3037 |
Non usa mezzi termini Sebastiano
Caffo che nel 2015 festeggia i suoi primi 40 anni e i primi cent’anni
dell’azienda di famiglia ideata dal bisnonno che oggi guida assieme al padre:
“il modello per crescere? Il giusto passaggio generazionale? il segreto per
rendere centenaria un’azienda ma sempre fresca e performante? Scegliete le
convivenze tra generazioni diverse!”.
Il tema ridotto a una battuta
coglie il senso perché emoziona e incuriosisce, ma leggendo nella storia della
distilleria Caffo e dai numeri che realizza la gestione del gruppo Caffo
guidato da Giuseppe Giovanni Caffo, per tutti Pippo, e del figlio Sebastiano
Giovanni, per gli amici Nuccio, allora si può parlare di un modello gestionale
di successo da studiare e approfondire.
Ce ne parla Sebastiano, anzi data
la franchezza Nuccio Caffo già presidente dei Giovani Imprenditori di
Confindustria Calabria.
“Gli Italiani sono sempre stati
grandi innovatori nel fare impresa in tutti i settori non solo nei distillati,
ma nell’alimentare, nella metalmeccanica, nella moda. Hanno sempre migliorato
se stessi, le cose che funzionavano, che piacevano e che cercavano di fare
sempre meglio. La Passione guida le persone di successo. Penso al mio bisnonno
Giuseppe e poi al nonno Sebastiano che sono stati capaci di fare e di scegliere
ma anche di condividere e far convivere esperienze ed entusiasmi talenti e
aspirazioni diverse: il punto di forza è proteggere l’impresa e le sue
intuizioni come un patrimonio da tramandare e salvaguardare oltre le dinamiche
personali. E come mio nonno seppe giovanissimo affiancare il padre, oggi vedo
lo stesso in questo rapporto tra me e mio padre dove approcci, energie e punti
di vista diversi si confrontano e si arricchiscono, si compensano e si onorano
con una strategia di dialogo tra generazioni che è sempre il nostro pallino nel
gestire le aziende. Mi piace parlare di convivenze generazionali da promuovere che
passaggi generazionali da gestire”.
–
Quante convivenze virtuose ha attivato?
Se sfoglia il nostro company
profile allora si renderà conto come sia importante per noi aver puntato al
dialogo generazionale in Borsci San Marzano, ad esempio: con la piena gestione della Borsci che produce il famoso Elisir San
Marzano sin dal 1840 abbiamo riassunto il personale che c’era prima del
rovinoso fallimento, ma hanno tutti più o meno 60 anni: quindi devo
necessariamente pensare di assumere dei lavoratori giovani che imparino il
mestiere da chi sta lì da 30 anni, se no tra 4 anni quando scattano le pensioni
chiuderemmo la produzione e perderemo delle tradizioni portate avanti con
passione e impegno”.
–
Su quali fronti siete oggi impegnati nel
fare tradizione e innovazione?
“Con i mercati globali abbiamo
attivato un modello organizzativo di gruppo che ci consente di assecondare la
crescita nazionale e internazionale nei diversi segmenti di mercato dei
distillati con una convinzione e uno stile che appartiene alla storia del
“Vecchio Amaro del Capo” quindi al nostro dna: rispettare e valorizzare le
tradizioni dei territori con strumenti e approcci innovativi. Quello che stiamo
facendo alla Borsci a Taranto e alle nostre Grappe che da anni produciamo con
uno stabilimento rilevato a Passons di Pasian del Prato a Udine affiancando i
nostri stabilimenti di Limbadi a Vibo Valentia è una storia comune. Crediamo
nella forza dei Valori che hanno ispirato questi prodotti, questi stili di
consumo e questi approcci per stare assieme bevendo qualità e raccontando
storie che vengono da lontano dando protagonismo e ascolto ai giovani che sono
i veri protagonisti del mercato se vogliamo promuovere i nostri prodotti”.
–
Come vedete il futuro per il Gruppo Caffo?
“Vecchio Amaro del Capo, Borsci, Liquorice,
Limunì e le nostre grappe. Un futuro pieno di sapori ma anche di saperi. Abbiamo
un patrimonio di oltre duemila ricette e documenti storici che hanno tracciato
la storia delle nostre distillerie e un laboratorio interno che lavora ogni
giorno per creare nuove combinazioni. Un pensiero ancora alle grappe frutto di
un forte investimento fatto per rilevare lo stabilimento in Friuli del quale
abbiamo mantenuto il nome forte, la linea Sgnape (linea del fondatore)
volutamente, perché parte della sua identità. Crediamo molto nella grappa. Se
le Sgnape sono un omaggio alla tradizione, la linea FRI’ è una linea di grappe
morbide che preservano la caratteristiche dei singoli vitigni. Insomma siamo
molto più del solo Vecchio Amaro del Capo … che da solo pesa comunque il 70%
del fatturato di gruppo che abbiamo avuto l’onore di vedere raddoppiato negli
anni 2009-2013. Anni comunque di restrizioni di consumi, che per noi
significano una scelta premiante del consumatore più attento e consapevole. Noi
vogliamo stare dalla parte del consumatore in qualunque parte del mondo si
trovi”
Distilleria F.lli Caffo s.r.l.