EXPO IN CITTA’. A PALAZZO REALE APRE LA MOSTRA DEDICATA ALL’“ARTE LOMBARDA DAI VISCONTI AGLI SFORZA”

Del Corno: “Una mostra ricchissima che
racconta il ruolo fondamentale della cultura artistica lombarda e di Milano al
centro dell’Europa tra il Trecento e il Cinquecento”

102. Michelino da Besozzo o Stefano di Giovanni Madonna del roseto Id 223

 

Milano, 11 marzo 2015 – Apre al
pubblico domani, giovedì 12 marzo, la mostra “Arte lombarda dai Visconti agli
Sforza”, che si ispira in modo programmatico, ma criticamente rivisto, alla
grande esposizione dallo stesso titolo allestita nel 1958 nelle stesse sale di
Palazzo Reale, risanate dopo i bombardamenti del 1943: un progetto che aveva
allora costituito l’affermazione dell’identità culturale milanese e lombarda e
della grandezza della sua tradizione artistica.
 
Posta sotto
l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, promossa
dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano con il Ministero dei Beni e
delle Attività Culturali e del Turismo, coprodotta da Palazzo Reale e da Skira
editore, Main Partner UniCredit, la mostra di oggi ripensa quel progetto nella
chiave più pertinente e attuale: quella della centralità di Milano e della
Lombardia, alle radici della cultura dell’Europa moderna.

La mostra è parte di Expo in città, il palinsesto di
iniziative che accompagnerà la vita culturale della città durante il semestre
dell’Esposizione Universale e prende in esame lo stesso periodo storico
considerato dalla mostra del ’58, dunque i secoli dal primo Trecento al primo
Cinquecento: tutta la signoria dei Visconti, poi degli Sforza, fino alla
frattura costituita dall’arrivo dei Francesi. La vita di corte diventa la grande
protagonista a Palazzo Reale, alla scoperta delle radici delle due famiglie che
resero grande Milano.

Le circa
duecentocinquanta opere in mostra sono state selezionate in modo da consentire
al visitatore non solo di apprezzare la preziosità dei materiali e la bellezza
dei singoli oggetti, ma anche di riconoscerne i legami formali e il linguaggio
comune. La rassegna, che fa seguito alla mostra di Bramante a Brera e precede
immediatamente la monumentale monografica dedicata Leonardo Da Vinci a Palazzo
Reale, si inserisce in un percorso storico artistico fortemente voluto e
sostenuto dal Comune di Milano, dalla Pinacoteca di Brera e da Skira editore,
che ricostruisce quel periodo storico che fu una vera e propria “età dell’oro”
milanese.

Una mostra importante e
affascinante al tempo stesso, che racconta il ruolo fondamentale che la cultura
artistica lombarda ha avuto tra il Trecento e il Cinquecento, quando in tutta
Europa era sinonimo di qualità eccelsa e di straordinari talenti
– ha
dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno -. Un progetto che
racconta il contesto di quegli anni splendidi in cui a Milano lavorarono i più
grandi protagonisti della storia dell’arte mondiale – da Giotto a Bramante, fino
al genio di Leonardo da Vinci – lasciando nella nostra città segni ancora vivi
del loro talento innovatore. La premessa artistica perfetta per la grande mostra
dedicata proprio a Leonardo che aprirà il 15 aprile e che propone, all’interno
del palinsesto di Expo in città e a poche settimane dall’avvio dell’Esposizione
Universale, una vera e propria celebrazione della centralità e internazionalità
di Milano, alla scoperta delle sue straordinarie origini storiche, artistiche e
culturali
“.

La mostra del
1958 era il frutto del lungo lavoro di ricerca, di valorizzazione e di restauro
del patrimonio artistico ad opera di alcune personalità di alto profilo etico e
intellettuale, attive negli istituti di tutela cittadini come Fernanda Wittgens,
Franco Russoli, Gian Alberto Dell’Acqua, protagoniste della difesa del
patrimonio milanese e lombardo durante la Grande Guerra. La rassegna di oggi,
che conserva lo stesso titolo, è anch’essa fortemente connotata dal punto di
vista scientifico raccogliendo oggi i frutti di più di cinquant’anni di studi,
che hanno toccato i più diversi settori storici e artistici, e
fatto registrare passi avanti molto significativi nelle conoscenze e anche nella
conservazione, nel restauro e nella valorizzazione del patrimonio milanese e
lombardo. “Oggi l’arte lombarda della fine del Medioevo e del Rinascimento
– affermano i due curatori Mauro Natale e Serena Romano – appare come una
realtà storica di grande rilievo internazionale, che estende le proprie
diramazioni ai maggiori paesi europei
”.

A più di cinquant’anni dall’esposizione di Palazzo Reale,
questa nuova splendida mostra propone una rilettura della storia artistica
lombarda, riconoscendo nelle aperture e nelle relazioni con gli altri territori
una parte sostanziale della sua identità.

Il percorso della mostra si svolge attraverso una serie di
tappe in ordine cronologico, che costituiscono altrettante sezioni e
sottosezioni, che illustrano la progressione degli eventi e la densità della
produzione artistica: pittura, scultura, oreficeria, miniatura, vetrate, con una
vitalità figurativa che soddisfa le esigenze della civiltà cortese e conquista
rinomanza internazionale al punto da divenire sigla d’eccellenza riconosciuta:
l’“ouvraige de Lombardie”.

Dopo
una breve sezione introduttiva che offre il contesto storico, presentando una
galleria di ritratti delle due dinastie di grandi committenti, i decenni
centrali del Trecento costituiscono la prima sezione espositiva, dedicata a
illustrare come i Visconti abbiano impresso una svolta fondamentale alla cultura
lombarda, dapprima importando a Milano e in Lombardia artisti “stranieri” – i
toscani Giotto e Giovanni di Balduccio – poi aprendo cantieri nelle capitali del
ducato, nelle città satelliti, nelle campagne, occupando gli spazi urbani e
rinnovando quelli ecclesiastici; fondando biblioteche, come quella di
Pavia.

Una seconda tappa è
quella degli anni attorno al 1400, dove domina Gian Galeazzo Visconti,
personaggio chiave del tardo gotico lombardo: sono gli anni del grande cantiere
del Duomo di Milano. È stata in questo caso fondamentale la collaborazione con
la Fabbrica del Duomo, che ha generosamente accettato di smontare dalle guglie
ed esporre in mostra alcune statue della Cattedrale e alcune vetrate, altrimenti
difficilmente visibili.

Nella
terza sezione si passa al lungo regno di Filippo Maria Visconti, molto diverso
da Gian Galeazzo, con una personalità nevrotica, non adatta a riunire una vita
di corte di qualità. Comincia la crisi del ducato e molti artisti lasciano la
Lombardia, disperdendosi. In questa sezione domina il linguaggio tardo-gotico
con largo uso di materiali preziosi, ori, vestiti sfarzosi, con opere
straordinarie.

Il capitolo
successivo, la quarta sezione, mette a fuoco l’importanza capitale dello snodo
figurativo che corrisponde alla fine dinastica dei Visconti e alla presa di
potere di Francesco Sforza (gli anni intorno al 1450) fino a tutto il periodo di
governo di Galeazzo Maria Sforza. Le iniziative di Francesco Sforza si collocano
all’insegna della continuità con il passato, ma integrano anche nuove esperienze
favorite dalla politica di alleanze sulle quali il duca poggia il proprio
potere. Anche il progressivo spostamento della sede della corte da Pavia a
Milano, destinata a diventare a breve l’unica capitale stabile del ducato,
facilita l’avvento di nuove maestranze e nuove tendenze. È il periodo delle
grandi botteghe che si spartiscono il lavoro delle grandi imprese decorative al
Castello Sforzesco a Milano e a Pavia: Foppa, Bembo, Zanetto Bugatto,
Bergognone.

Una quinta e ultima
tappa è infine dedicata agli anni di Ludovico il Moro e alla spaccatura
provocata dalla sua caduta e dall’arrivo dei Francesi: sono anni di cambiamenti
radicali nell’urbanistica, nell’architettura e in generale nella produzione
artistica grazie alla presenza a Milano di personalità eccezionali come
Bramante, Leonardo e Bramantino. In questi anni, malgrado la crisi del sistema
politico e la fragilità delle finanze dello Stato, le botteghe lavorano a pieno
regime: Milano produce ed esporta meravigliosi prodotti di lusso come smalti,
oreficerie, ricami eseguiti in gran parte sulla base di progetti elaborati da
artisti di primo piano, secondo un procedimento che anticipa quello del moderno
“design”. Stimolata dall’ambizione sfrenata del duca, la produzione artistica è
sottesa da uno spirito di emulazione/concorrenza nei confronti delle altre corti
padane, legate a quella sforzesca da stretti rapporti famigliari oltre che da
interessi economici e politici comuni: la sezione prende in esame in modo
particolare le relazioni con Ferrara, Bologna e con Mantova.

SCHEDA TECNICA
Palazzo Reale

12 marzo – 28 giugno 2015

ORARI
lun 14.30_19.30
mar, mer,
ven, sab, dom 9.30_19.30  
gio 9.30_22.30
Il servizio di biglietteria
termina un’ora prima della chiusura| T. +39 02 54914
BIGLIETTI

Il
prezzo del biglietto comprende l’audioguida della mostra

Intero: € 12,00
Ridotto: € 10,00
Ridotto club Skira: €9,00
Gruppi*: € 10,00
Scuole*: € 6,00
Famiglie: € 16,00 (1 adulto + 1 ragazzo di età inferiore a
14 anni)
* Per i gruppi e per le
scuole, approfitta dello sconto promozionale valido fino al 15 Aprile,
2015

Biglietti congiunti (con
audioguida in omaggio):
–      
 Biglietto congiunto con Mostra Leonardo
OPEN: € 20,00
(Visiti Leonardo il
giorno dell’acquisto, e torni a vedere Visconti Sforza quando vuoi)

–        Biglietto congiunto con Mostra Leonardo IN GIORNATA: €
18,00
(Visiti prima Visconti Sforza
e SALTI LA CODA per Leonardo!)

Biglietti online
Infoline e prevendite
+39.0292800375 (dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle
18.30)

Articoli consigliati