sabato 18 aprile ore 18.30 – ingresso € 10,00
RASSEGNA
SPETTACOLI AL TRAMONTO
Produzione
Teatrificio 22
RICCARDO E
LUCIA
scritto e
diretto da Claudia Lerro
con Ivana
Lotito e Pio Stellaccio
Riccardo
e Lucia è una storia semplice, quella di un uomo e di una donna e del loro
amore eterno ma imperfetto. Poeta e attivista politico il primo, donna semplice
la seconda, i due si ritrovano naufraghi (sia pure in modo diverso) dello
stesso Fascismo, in una Puglia povera ma laboriosa. Ispirato agli appunti e al
diario di Riccardo Lerro, “Riccardo e Lucia” è una storia vera. Il racconto di
una vita realmente vissuta che si muove seguendo il filo rosso dell’amore,
della passione politica e del dolore nell’assenza.
NOTE
DI REGIA
Mentre
il pubblico si accomoda sulle poltrone, una donna sola sul palco aspetta che
finalmente si faccia silenzio. “Finalmente”, dopo una vita di dolore, di
assenze, di promesse tradite ma anche di risate, di meraviglia, d’amore. Perché
la vita è così. Un susseguirsi ininterrotto di buio e luce, di primavere ed
inverni.
Quella
donna lì, che attende immobile l’inizio dello spettacolo e la fine della vita,
è Lucia: mia nonna.E questa è la sua storia, i suoi inverni, le sue primavere.
La sua e quella dell’unico suo eterno amore: Riccardo, mio nonno.
Tutto
quello che ho raccontato è assolutamente vero. A volte incredibilmente,
paradossalmente vero. Perché la vita è così: a volte troppo bella per essere
vera, altre volte troppo amara perché si possa sopportare. Questa storia
quindi, non l’ho scritta da sola, ma insieme a Riccardo e Lucia: ai racconti
rarefatti di mia nonna, al diario personale ed agli appunti di mio nonno
Riccardo.
Al
funerale di Lucia, avvenuto poco tempo fa, mentre il carro passava sul corso
del mio paese, i vecchietti seduti sulle panchine si sono alzati tutti e
togliendosi il cappello, hanno salutato la sua vita. Quel rispetto, quella
celebrazione della vita nella sua dolorosa e felice semplicità è il canto di
partenza del mio testo.
“Tutti
questi vecchietti… La sala d’aspetto di Dio deve essere così. Anime stanche,
silenziose, sedute come alla fermata dell’autobus ad aspettare che il carro
passi a prendere anche loro. Madonna e mò che fanno? Guarda Riccardo, si stanno
alzando tutti in piedi, appena passo io, uno dopo l’altro, anche chi non ha più
le gambe. Tutti. Ma non si avvicinano al carro. Lì in piedi, tutti, uno dopo
l’altro, si tolgono il cappello.”
Ad
intrecciarsi alla storia d’amore, la passione politica di Riccardo, le cui
parole proiettano nell’oggi le tracce d’incoerenza politica già riconoscibili
nel passato post-bellico.
La
messa in scena è semplice, come la storia raccontata. Perché non c’è nulla di
più interessante della vita nel suo compiersi. A momenti quotidiani, si
alternano i momenti onirici della scrittura e quelli musicali, quasi da film
muto, del tempo che passa.
Riccardo
e Lucia, ora, non sono più solo i miei nonni, ma gli interpreti di una storia
universale e senza tempo in cui ciascuno può riconoscere tracce di se stesso.
sabato 9 maggio ore 18.30- ingresso
€ 10
RASSEGNA SPETTACOLI AL TRAMONTO
Ass. Cult.
Malalingua
I
PRIGIONIERI
di e con
Marco Grossi e Marianna de Pinto
Una commedia agrodolce e surreale. Il
rapporto di una giovane coppia col mondo del lavoro, i ritmi del lavoro,
l’assenza del lavoro, la paura di perdere tutto. Il lavoro come metronomo del
quotidiano, una bilancia impietosa dei rapporti tra esseri umani, la frequenza
incalzante su cui sono sintonizzate tutte le energie di un’intera generazione.
Un vortice di accumulazioni folli e grottesche fino a quando i due protagonisti
della storia decideranno di programmare la loro “evasione” dalle
maglie in cui sono prigionieri verso un’ipotesi di un futuro tutta da scrivere.
Marianna de
Pinto si diploma nel
2006 presso l’Accademia d’Arte Drammatica S. D’Amico di Roma. Lavora per il
Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, per lo Stabile d’Innovazione L’Uovo
de L’Aquila, per il Teatro Litta di Milano e per Produzioni private, diretta da
registi quali A. Calenda, L. Salveti, G. B.Corsetti. Vincitrice della Borsa di
studio Ritorno al Futuro della Regione Puglia, nel 2011 si diploma presso la
Sda Bocconi di Milano in Management dello Spettacolo. Nel 2010 dà vita insieme
ad Eugenia Scotti e Franco Valeriano Solfiti all’Associazione Culturale Malalingua
impegnandosi nell’ organizzazione di eventi teatrali quali la rassegna
“Viva l’Italia” presso il Teatro dell’Orologio di Roma. Nel 2011
inaugura una sede dell’A.C. Malalingua nella città di Molfetta (Bari) dove dà
vita a corsi di formazione ed eventi teatrali quali la rassegna “Storie da
me – Autori in scena”, ormai alla sua terza edizione. Negli ultimi 7 anni
matura esperienza come pedagoga teatrale insegnando privatamente e presso
diversi istituti scolastici del territorio nazionale.
Insieme ad Eugenia Scotti scrive e porta in
scena testi di Teatro Ecologico per ragazzi. Prosegue il suo lavoro come
attrice collaborando con il Teatro Litta di Milano (“Il censore” di
A. Neilson e “Coltelli nelle galline” di D. Harrower) e producendo insieme
a Marco Grossi e al Teatro Scalo di Modugno “In nome del popolo
italiano”, riadattamento teatrale dall’omonimo film di D. Risi.
Marco Grossi, nel 2005 si diploma all’Accademia d’Arte
Drammatica Silvio D’Amico, lavora. tra gli altri, con Attilio Corsini ne “i Tre
Moschettieri”; con Tonino Conte in “Tramelogedia” e “Cammina cammina Pinocchio”
per il Teatro della Tosse; con Franco Branciaroli in “Edipo re”; con Luca
Ronconi in “Itaca”, “L’antro delle ninfe”, “Luca Ronconi lezioni” e “Un altro
Gabbiano”; entra nella compagnia del Piccolo Teatro di Milano con cui realizza
“Sogno di una notte di mezza estate” sempre con la regia di Luca Ronconi, “i
Pretendenti” e “il Gatto con gli stivali” regia di Carmelo Rifici e “la Cimice”
con Paolo Rossi regia di Serena Sinigaglia; successivamente lavora con Piero
Maccarinelli in “Troilo e Cressida”. Parallelamente alla carriera da
“scritturato” sviluppa nel corso degli anni un personale progetto di studio di
poetica tearale, “Edipostanco”. Successivamente è stato impegnato nell’allestimento
di “Romeo e Giulietta”, regia di Giuseppe Marini, in “Ventitrè” studio sui
primi due atti del Giulio Cesare curato da Andrea Baracco ed in Mitocontest,
progetto a cura di Giancarlo Cauteruccio per il Teatro Studio di Scandicci. Nel
2012 collabora col Teatro di Roma ne “I Masnadieri” con la regia di Gabriele
Lavia. Nel 2013 debutta con gli spettacoli “La guerra di Kurukshetra” regia di
Giorgio Barberio Corsetti e “Knives in hens – Coltelli nelle galline” regia di
Antonio Syxty, per il teatro Litta di Milano. Dal 2012 entra a far parte
dell’associazione Malalingua, con cui svolge attività di pedagogo, regista e
organizzatore teatrale.
sabato 16 maggio ore 18.30-
ingresso € 10
RASSEGNA
SPETTACOLI AL TRAMONTO
LA TESTIMONE
OVVERO RACCONTI PRIVATI DI UN PASSAGGIO DI MILLENNIO PUBBLICO
di e con Rosa Masciopinto
musiche a cura di Ghighi Di Paola
assistenza di Matteo Cirillo e Dino Lopardo
A volte ci ritroviamo nella vita e non
ricordiamo come è successo, quando e come è iniziato quel cambiamento che ci ha
portato in questa vita che ora è la nostra. Quando è successo? Che cosa è
accaduto? A volte quegli stessi umani accadimenti non erano altro che il
riflesso della Storia che ci passava
addosso, da cui siamo stati coinvolti o trascinati, una reazione individuale a
nuovi ordini sociali o una loro conseguenza. Figli degli anni 60, compagni nei
70, anarchici negli 80, stranieri nei 90, travolti dal 2000, molti di noi sono
testimoni di quella che qualcuno chiama “generazione cerniera”: volenti o
nolenti, senza nostalgie e senza eroismi.
Rosa Masciopinto debutta come clown nel 1978 e, dopo un
apprendistato in Commedia dell’Arte con il maestro Carlo Boso, mette in scena
diversi spettacoli che ne richiamano lo stile, fino a scrivere nel 1983
‘Improvvisamente la commedia’, apprezzato anche in Francia e in Canada e per
cui riceve un premio come migliore attrice comica esordiente. Dal 1986 al 2000
da’ vita alla compagnia Opèra Comique. E’ la protagonista femminile del
cortometraggio ‘Senza parole’ vincitore del Premio Troisi ’96, del David di
Donatello 1997 e candidato all’Oscar dello stesso anno. Attualmente insegna
Improvvisazione all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico di
Roma e all’Accademia del Teatro Bellini di Napoli.
sabato 23 maggio ore 18.00-
ingresso € 10
RASSEGNA
SPETTACOLI AL TRAMONTO
FINZIONI IN TRE CAPITOLI E UNA PREMESSA
di e con
Fulvio Pepe
Possiamo comprendere la violenza senza mai
essere stati carnefici?
Partendo da questo cambio di prospettiva
Fulvio Pepe si imbatte in una serie di ricordi da cui estrapola dettagli che
divengono indizi. La trucidazione di trenta persone e l’aggressione ad una
singola prostituta hanno sulla propria bocca la stessa increspatura.
Il miracolo che cambia la storia dell’uomo
è nello sguardo sfuggente di due anonimi servi e l’espressione dell’amore viene
ridotto ad una macchia di sangue su un abito bianco.
Avvaliamoci di una momentanea sospensione
di giudizio sui fatti.
Anzi no. Avvaliamoci delle parole di
Visconti: «La posizione della macchina da presa rispetto alla scena è sempre e
solo la soluzione di una questione morale». Allora anche lo studio per
l’interpretazione di un personaggio lo è.
Fulvio Pepe con il suo “Finzioni in
tre capitoli e una premessa” si trova nella triplice veste di autore,
regista ed interprete: il punto di partenza sarà cercare di capire se si possa
realmente comprendere la violenza senza mai esserne stati carnefici,
interrogativo ad ampio raggio da un lato spiegabile con attrazione e curiosità
verso fenomeni contemporanei privi di logica apparente, dall’altro da indagare
in ambiti la cui spiegazione è spesso semplicisticamente ridotta dagli organi
di informazione con schematiche frasi fatte.
Attraverso
ricordi ed esperienze personali l’autore-attore tenta sulla scena di
conquistare un particolare punto di vista della realtà oggetto di analisi
attraverso l’interpretazione concreta dei personaggi protagonisti di quelle
vicende. Questo processo non porta a verità assolute, ma può portare a verità
relative, cioè quelle possibili: di tutte le verità almeno una che possa essere
utilizzata da un attore che si trovi in obbligo di dare una lettura degli
eventi.
Fulvio Pepe si è diplomato al Teatro Stabile di Genova e ha
lavorato in teatro con registi come Peter Stein (I demoni), Giuseppe Patroni
Griffi (Il Vizietto), Valerio Binasco (Nocciolne), Jurij Ferrini (Cymbeline),
Marco Sciaccaluga.
Attore cinematografico
per Fulvio Ottaviano (Una talpa al bioparco) e Citto Maselli (Il fuoco e la
cenere)e in diversi film televisivi e serie Tv (Romanzo Criminale, Montessori,
Borsellino, Nati ieri).
Nel 2008 ha vinto al
Torino Film Festival il premio come migliore cortometraggio con A chi è già
morto a chi sta per morire, da lui scritto e diretto.
sabato 30 maggio ore 18.00-
ingresso € 10
RASSEGNA
SPETTACOLI AL TRAMONTO
Accademia
degli artefatti
MY ARM
di Tim
Crouch
con Matteo
Angius e Emiliano Duncan Barbieri
regia
Fabrizio Arcuri
My arm
è il racconto di come un ragazzo ha sfidato se stesso, la sua infanzia, il suo
futuro, le proprie possibilità, la propria noia, e quella universale.
Una
sfida incosciente e inarrestabile: dopo aver dimostrato di riuscire a stare per
quattro mesi senza andar di corpo o senza parlare, un giorno porta un braccio
sopra la testa e prova a verificare per quanto tempo riuscirà a tenercelo…e ora
vent’anni dopo vive e muore del suo braccio reso inattivo, arto ucciso, ma
insieme unico superstite al resto del corpo.
Ecco
così la storia di un uomo che fa di tutto per non essere al centro della
propria vita e quella di un braccio che diventa protagonista della scena
artistica mondiale.
Una
storia che ha la preziosità del racconto biografico e la carica di una critica
culturale; e anche la malinconia di un disfacimento e la gioia di una
rivoluzione.
La
biografia personale al centro del gioco teatrale, fatto di musica live, di
dialoghi col pubblico e di teatrini ulteriori: una storia tanto vera e per
questo impossibile; manipolare la realtà, per renderla più reale, mettendola a
servizio di una rappresentazione che non ha nulla da raccontare, se non se
stessa e le sue vertigini.
Una
colonna sonora suonata live ripercorre le tappe dei trent’anni del
protagonista, regalando alla messa in scena tutta la britannicità del contesto
in cui la storia si sviluppa. Una telecamera in scena che riproduce su uno
schermo da filmino casalingo il teatrino ulteriore allestito dal protagonista e
un video in cui il protagonista dialoga con un altro sé a grandezza naturale:
ecco gli elementi capaci di spostare continuamente il piano del racconto e
della visione.
‘L’uomo
del braccio’ racconta la sua storia prendendo a prestito dagli spettatori foto,
chiavi, accendini che raffigurano luoghi o personaggi cui però non rimandano
affatto: e ricostruisce così un teatro ulteriore, un mondo e un linguaggio
ulteriori che raccontano una storia tanto vera e per questo impossibile,
manipolando la realtà e mettendola a servizio di una rappresentazione che però
non ha nulla da raccontare, se non se stessa.
Accademia
degli artefatti continua la propria ricerca/necessità di indagine sui
meccanismi della comunicazione, territorio dove si costruisce l’idea di realtà,
e dove si contrattano quotidianamente i concetti di verità e finzione.
Tim Crouch: È autore teatrale e attore da
oltre quindici anni. La sua prima pièce, My Arm (Il mio braccio) ha debuttato a
Edimburgo nel 2003 e da allora è in tournèe in tutto il mondo. L’adattamento
televisivo di My Arm per la BBC ha
vinto il Prix Italia come miglior adattamento teatrale nel 2005. Da quando ha
iniziato a scrivere, Tim Crouch ha completato una trilogia di messinscene
teatrali da Shakespeare per il Festival di teatro per ragazzi di Brighton: I,
Caliban,(Io Calibano), I, Peasblossom (Io, Fiordipisello) e I, Banquo (Io,
Banquo).
Il
National Theatre gli ha commissionato Shopping for shoes (Comprando scarpe) che
è stato in tournèe per tutto il Regno Unito e che è tuttora in tournèe con la
compagnia Visible Fictions. Nel 2006 ha terminato una commissione del Plymouth
Theatre Royal e del Polka Children’s, Kaspar the Wild (Kaspar il selvaggio) e
subito dopo una pièce per adulti gli è stata commissionata dal Traverse Theatre
di Edimburgo, England.
An Oak
Tree (Una quercia) ha debuttato nell’agosto del 2005 e ha vinto il Glasgow
Herald Angel Award. Da allora è stata in tournèe in 14 paesi diversi. Tim
Crouch è membro associato della compagnia newyorchese Franklin Stage Company
con cui ha interpretato i ruoli di Petruccio nel La Bisbetica domata, Malvolio
ne La Dodicesima notte, Prospero nel La Tempesta e Vania nell’omonima opera di
Cechov. E’ docente associato del National Theatre e tiene seminari in tutta
Europa.
I suoi
lavori rimandano per molti aspetti a certi esiti della performance art,
territorio a cui l’autore torna anche più esplicitamente con lo spettacolo An
Oak Tree, ispirato ad un’opera dell’artista britannico Michael Craig-Martin; e
non a caso è stato presentato alla Tate Modern.
sabato 13 giugno ore 18.30-
ingresso € 10
RASSEGNA
SPETTACOLI AL TRAMONTO
Compagnia
Atir
(S)LEGATI
di e con
Jacopo Bicocchi e Mattia Fabbris
musiche
Sandra Zoccolan
Produzione del milanese Atir Teatro guidato da
Serena Sinigaglia, “S(legati)” mette in scena ciò che accadde nel 1985 agli
alpinisti inglesi Joe Simpson e Simon Yates, una storia raccontata dallo stesso
Yates nel libro “Touching the void” pubblicato nel ’98, e tradotto poi in
italiano come “La morte sospesa” (diventato anche un film nel 2003).
Siamo due amici. Siamo due attori
E siamo due appassionati di montagna. Meglio:
arrampicatori della domenica.
Circa tre anni fa ci siamo imbattuti
nell’incredibile storia vera degli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates.
E’ la storia di un sogno ambizioso, il loro:
essere i primi al mondo a scalare il Siula Grande, attaccato dalla parete
ovest.
Ma è anche la storia di un amicizia, e della
corda che, durante quella terribile impresa, lega questi due giovani ragazzi.
La corda che mette la vita dell’uno nelle mani
dell’altro. Come sempre avviene in montagna
C’è dunque una cima da raggiungere.
C’è la estenuante conquista della vetta.
C’è la gioia dell’impresa riuscita.
E infine, quando il peggio è passato, e la
strada è ormai in discesa, c’è la vita, che fa lo sgambetto e c’è la morte, che
strizza l’occhio: un terribile incidente in alta quota. Joe durante una banale
manovra si rompe una gamba.
Da quel momento in poi, tutto cambia.
L’impresa diventa riuscire a tornare vivi: a 5.800 metri, la minima frattura si
può trasformare in una condanna a morte, i due ragazzi ne sono consapevoli, ma
nonostante le condizioni disperate tentano un operazione di soccorso.
Tutto sembra funzionare finché, proprio
quando le difficoltà paiono superate ecco che c’è un altro imprevisto, questa
volta fatale: e c’è allora il gesto,
quel gesto che nessun alpinista vorrebbe mai trovarsi obbligato a fare: Simon è
costretto a tagliare la corda che lo lega al compagno. Un gesto che separa le
loro sorti unite. Che ne (s)lega i destini per sempre.
Quell’atto estremo però, in questo caso
miracoloso, salverà la vita a entrambi: tutti e due, riusciranno a tornare vivi
al campo base. E a ritrovarsi insperatamente lì dopo 4 giorni.
E’ la storia di un miracolo. Di un avventura
al di là dei limiti umani
Ed è al contempo una metafora: delle
relazioni, tutte, e dei legami. La montagna diventa la metafora del momento in
cui la relazione è portata al limite estremo, in cui la verità prende forma, ti
mette alle strette e ti costringe a “tagliare”, a fare quel gesto che sempre ci
appare così violento e terribile, ma che invece, a volte, è l’unico gesto
necessario alla vita di entrambi.
sabato 20 giugno ore 18.30-
ingresso € 10
RASSEGNA
SPETTACOLI AL TRAMONTO
compagnia
Atir
EROS E
THANATOS
di Serena
Sinigaglia
con Sax
Nicosia, Serena Sinigaglia, Sandra Zoccolan
Conferenza
– spettacolo sui classici: Nella mitologia classica Eros è il dio dell’Amore,
mentre Thanatos è il genio maschile alato che personifica la Morte. Nella
psicanalisi moderna i due termini greci definiscono le due pulsioni
fondamentali entro cui si svolge la nostra vita: Eros, l’energia positiva, la
pulsione di vita; Thanatos, l’energia negativa, la pulsione di morte.
Serena Sinigaglia è una
delle registe più apprezzate della scena italiana e un’amante della cultura
classica di cui predilige in particolare Euripide. Lo spettacolo prende le
mosse proprie dai testi da lui scritti più di 2500 anni fa e mette a confronto
la nostra naturale inclinazione ad amare (Eros) con la nostra innata paura di
morire (Thanatos): da una parte quell’azione spirituale e insieme carnale che è
amare, una forza vitale e un atto organico che riempie i nostri giorni di senso;
dall’altra la paura che tutti abbiamo di morire. In fondo si vive per imparare
a morire nella maniera migliore, perché proprio la consapevolezza della morte
rende urgenti le nostre vite, ci costringe a fare i conti con il valore della
nostra vita e a trovare conforto (o rifugio) nell’Amore.
Questa
conferenza spettacolo è un viaggio dentro antiche parole che non accaddero mai
ma furono sempre. È la storia di una passione, quella della regista per i
“classici” del teatro greco. Con lei, sul palco, due attori. “Io racconto,
introduco, collego, suggerisco, cerco; loro, gli attori, agiscono, recitano,
per restituirci, ancora una volta intatta, la forza irresistibile di quelle
parole” (Serena Sinigaglia).
MUSICA
domenica 19 aprile ore 18.30
RASSEGNA CONCERTI AL TRAMONTO
CONCERTO DI MUSICA PIANISTICA LATINO –
AMERICANA
Pianista Walter Fischetti
Il
concerto è dedicato alla musica latino-americana della prima metà del
Novecento: musica estremamente coinvolgente, immediatamente espressiva,
perfettamente comprensibile, anche se spesso ricca di raffinatezze.
Struggente
malinconia, sfrenata gioia, dolci rimpianti, calda tenerezza, dura violenza,
sono i sentimenti evocati da questa musica, che riesce a soddisfare l’orecchio
del neofita, ma anche il musicofilo più preparato.
Tutti i
brani in programma – tranne le due Bachianas di Villa-Lobos – sono tempi di
danza: ed è tipico della musica latino-americana l’abbracciare continuamente la
sensualità, le allusioni, le ombrosità e l’allegria della danza.Il concerto è
dedicato alla raccolta fondi per l’Amaca onlus per i progetti in Congo
Walter Fischetti, nato a Genova, si è formato alla scuola di
pianisti quali Remo Remoli, Renzo Silvestri, Carlo Zecchi ed Arturo Benedetti
Michelangeli, e si è diplomato presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino con
il massimo dei voti, lode e menzione d’onore.
Da allora, ha suonato come solista in Italia,
Svizzera, Spagna, Canada, Stati Uniti d’America e Giappone, collaborando con
direttori d’orchestra quali Pablo Colino, Herbert Handt, Luciano Berio, Stephen
Kramer, Luciano Cerroni. Attivo nella musica da camera, ha suonato in duo ed in
trio con musicisti di tutto il mondo (Ih Ning Lee, Mike Shirvani, Marja
Steinberg, Alexander Nelson, Svetlana Halttunen, Joyce Mariani, Riccardo Piccirilli, In Kyong Jeon, Michiko
Inoue, Mary Tzambiras, Liliana Bernardi, Steven Roach); in organico al Max
Bruch Trio è stato premiato al Concorso Internazionale di Musica da Camera di
Stresa.
Titolare di cattedra di Pianoforte Principale
presso il Conservatorio “Alfredo Casella” dell’Aquila, docente di
perfezionamento pianistico all’Accademia Internazionale di Musica di Roma,
direttore del CORSO NAZIONALE DI DIDATTICA PIANISTICA (Corso riconosciuto dal
ministero dell’Università e della Ricerca, giunto alla XIX edizione) presso la
Scuola Donna Olimpia di Roma. Ha pubblicato musiche pianistiche per l’OSI – Orff Schulwerke Italiano, ed articoli sulla
didattica pianistica.
Di lui il famoso critico Erasmo Valente ha
scritto: “Qual è la novità di questo
solista? La indicheremmo in quel modo di suonare asciutto, chiuso in una
esclusiva convinzione, nel cui ambito la musica trova un massimo di espansione,
di respiro, di intensità vitale. (…) Una meraviglia.”
info e prenotazioni Scuola Popolare di Musica
Donna Olimpia
0658202369 -segreteria@donnaolimpia.it –
www.donnaolimpia.it
domenica 26 aprile ore 17.30 – ingresso
libero
RASSEGNA CONCERTI AL TRAMONTO
SCUDERIE TEATRALI /ORCHESTRA DI VILLA
PAMPHILJ IN CONCERTO
direttore Fabrizio Cardosa
E’
questa la prima uscita pubblica di una formazione musicale particolare;
innanzitutto per l’intenzione di caratterizzarsi e crescere come orchestra “di
quartiere” nella quale far convergere la voglia di musica di questa zona di
Roma. Attualmente annovera 14 elementi che vanno da i 13 ai 40 anni di età e la
serietà e l’impegno con cui anche i più giovani stanno affrontando questa non
facile esperienza fa bene sperare per il futuro. L’orchestra si riunisce
da soli 4 mesi con cadenza settimanale presso i locali delle Scuderie Villino
Corsini in Villa Pamphili, cornice ideale per questo tipo di lavoro. Gli
arrangiamenti sono scritti espressamente per gli strumenti a disposizione e per
il livello tecnico dei partecipanti e non disdegnano incursioni in alcun genere
musicale dal classico al pop al jazz.
Fabrizio Cardosa ha
compiuto i principali studi musicali presso il Conservatorio di S.Cecilia di
Roma, diplomandosi in Composizione, Musica corale e direzione di coro, Musica
elettronica.
Ha inoltre compiuto studi di Viola da gamba , strumento con il quale si dedica
al repertorio dei secoli XVI e XVII. I vari strumenti di questo tipo che
adopera in concerto sono copie di originali di quel periodo, da lui stesso
ricostruiti.
Ha composto brani di musica strumentale,vocale ed elettronica ed è autore degli
spettacoli musical-teatrali:
“Cronopios, famas e speranze”(per voci, strumenti ed attori, 1995);
“L’Hospitale de’ pazzi incurabili” (per otto vocalisti ed attore, 1999);
“Volatili Insetti e Pennuti” (per cori di ragazzi, commissionato dal Ministero
P. Istruzione, 2000);
“Le città invisibili” (per orchestra, vocalisti e attori, 2001).
“TRE per
OTTO” (per orchestra, soli e coro, 2004).
Come direttore Fabrizio Cardosa ha guidato varie formazioni quali l’”Orchestra
e Coro regionale del Lazio”(ARCL), l’”Esti Dal” di Bracciano ed il “Chorton” di
Roma.
Attualmente dirige il complesso vocale “Thesaurus”, specializzato nel
repertorio rinascimentale e barocco, ed il “Kammerton vocal ensemble”, da lui
fondato nel 1984 e impegnato in un progetto personale di jazz vocale.
domenica 3 maggio ore 17.00
Progetto
Palcoscenico Aperto – ingresso libero
CHITARRE IN
DUO
con Maurizio Pizzardi e Massimo Nardi
In
questo progetto ciascuno dei protagonisti dà il proprio contributo alla
definizione di un repertorio originale che si articola in una alternanza di
brani tonali e modali.
Le composizioni, tutte strumentali, provengono da diverse esperienze musicali.
Pur nel rispetto delle loro peculiarità sono arrangiate, elaborate e combinate
tra loro sperimentandone un amalgama proprio. Il suono totalmente acustico è
caratterizzato dalle chitarre classiche e dalle chitarre classiche preparate
con corde di metallo in accordatura aperta.
La musica si dichiara, in maniera più o meno evidente, legata ad una
tradizione.
Si svelano così suggestioni di una memoria classica, popolare e latina, altre
volte riecheggia il fascino antico delle launeddas nei brani dove la melodia si
dipana in lunghe sequenze di frasi, si rigenera con minime varianti, si muove,
più o meno velocemente, da un tema ad un altro in una continuità mai interrotta
da cambi repentini.
C’è sempre, in ogni caso, la ricerca di un misurato equilibrio che trae
ispirazione e vitalità dai rumori e dai suoni di un ambiente naturale e
diventa, con metodo artigianale, forma musicale organizzata.
Maurizio
Pizzardi ha una vasta esperienza nel campo della musica moderna,
maturata in anni di lavoro come chitarrista e compositore, nelle più disparate
situazioni: dal jazz alla canzone d’autore, dal rock alle colonne sonore di
film, dalla composizione all’arrangiamento. Le sue composizioni non hanno uno
stile definito ma accarezzano le sonorità mediterranee e latino americane.
Massimo Nardi ha
iniziato lo studio della musica delle launeddas nella seconda metà degli anni
‘70 effettuando una ricerca sul campo durante la quale incontra il maestro
Dionigi Burranca.
L’obiettivo di trascrivere per chitarra le suonate delle launeddas lo spinge ad
elaborare una tecnica appropriata che non si limita soltanto alla
riproposizione del repertorio tradizionale ma diventa spunto per la
composizione di brani originali che si pongono in continuità diretta con la
tradizione.
Orari
segreteria/botteghino: dal mercoledì alla domenica h 10.00-15.00
mostre visitabili dalle h 10.00 alle 15.00 (se non ci sono attività
in corso)
Info e prenotazioni
dal mercoledì alla domenica h 10.00 – 15.00
tel. 06 5814176 – 06 5882034 – 339 8057058
Teatro Scuderie Villino Corslnl Villa
Pamphilj
via di san Pancrazio 10 (angolo via Aurelia antica)
scuderieteatrali@gmail.com