23 aprile: Oggi la Giuria d’onore dei Sony World
Photography Awards 2015, il maggiore concorso fotografico al mondo, ha conferito
il titolo di Fotografo dell’anno per le categorie Sport e Persone
rispettivamente a Riccardo Bononi e Giovanni Troilo.
Con
altri cinque riconoscimenti ottenuti nelle categorie Professionisti fra secondi
e terzi posti, l’Italia è stata in assoluto la nazione con il maggior numero di
vincitori.
I
fotografi italiani premiati sono:
Giovanni Troilo, Fotografo dell’anno – Persone
Riccardo Bononi, Fotografo dell’anno – Sport
Massimo Siragusa, 2° posto, Architettura
Alessandra Bello, 2° posto, Arte e cultura
Antonio La Grotta, 3° posto, Architettura
Annalisa Natali Murri, 3° posto, Storia
Contemporanea
Giulio di Sturco, 3° posto, Paesaggio
Alla
cerimonia di gala, tenutasi a Londra alla presenza dei maggiori esponenti del
panorama fotografico internazionale, Riccardo Bononi e Giovanni Troilo hanno
ricevuto i rispettivi premi, oltre a un’attrezzatura fotografica digitale di
Sony di ultima generazione. . Le opere vincenti saranno esposte alla mostra
legata ai Sony World Photography Awards 2015 alla Somerset House di Londra e
saranno pubblicate nell’edizione 2015 del catalogo della manifestazione.
Giunti
all’ottava edizione, i Sony World Photography Awards sono il più grande concorso
fotografico a livello globale e presentano ogni anno i migliori scatti da tutto
il mondo, coprendo un’ampia gamma di generi. L’iscrizione al concorso, aperto a
fotografi di qualsiasi livello, è completamente gratuita: talenti emergenti
partecipano accanto ad artisti affermati, in quella che è ormai una delle
vetrine più autorevoli.
Le
giurie internazionali vantano tra i propri membri esperti di chiara fama, per un
concorso che assicura visibilità, credibilità e notorietà non soltanto ai
vincitori, ma anche agli altri finalisti. L’edizione 2015 ha registrato un
numero di iscrizioni senza precedenti: con 183.737 immagini provenienti da 171
Paesi, i Sony World Photography Awards si riconfermano il più grande concorso
fotografico al mondo.
Giovanni Troilo, Fotografo dell’anno – Persone
Originario
di Putignano, Giovanni Troilo ha lavorato nel mondo dell’editoria, nel cinema e
nella pubblicità e ha iniziato a occuparsi di fotografia da adolescente. In
merito alla sua premiazione, Giovanni Troilo ha dichiarato: “Sono molto
fiero del premio che ricevo dalla World Photography Organization e da questa
Giuria. Ringrazio loro e la straordinaria gente di Charleroi”. Troilo
descrive così la raccolta vincitrice, “La Ville Noire – The Dark Heart of
Europe”: “Questa serie costituisce un vero e proprio ritorno alle origini
nella storia della mia famiglia, che nel 1956 ha lasciato l’Italia per
Charleroi, per lavorare nel settore dell’acciaio. Ora, dopo che due generazioni
sono riuscite a farsi strada nella terra promessa, tutto è cambiato: ci troviamo
di fronte a un bivio in cui popolazioni diverse, un tempo unite dalla
condivisione delle stesse esperienze lavorative, ora si ritrovano a non avere
più nulla in comune perché il lavoro stesso non c’è più. Oggi lo disagio sociale
è entrato nelle vite dei cittadini. Le strade, un tempo in pieno sviluppo e
pulite, oggi appaiono desolate e abbandonate. Le fabbriche stanno chiudendo e la
vegetazione spontanea sta ingoiando le vecchie aree industriali. In un contesto
del genere, pratiche sessuali perverse e malate, odio razziale, obesità
nevrotica e abuso di psicofarmaci sembrano essere l’unico modo per sopravvivere
al malessere endemico.”
Riccardo Bononi, Fotografo dell’anno – Sport
Ricercatore
di antropologia culturale all’IRFOSS di Padova, Bononi si pone l’obiettivo di
conciliare il suo lavoro con la fotografia documentaristica.
Parlando
della serie “Las Valkyrias de Bolivia”, premiata ai Sony World Photography
Awards 2015, afferma: “Ho accolto la notizia della vittoria con tanta
felicità quanta sorpresa. Il premio, oltre a essere un importantissimo traguardo
personale, rappresenta anche un grande riconoscimento per un intero modo di
intendere la fotografia, uno strumento di documentazione da abbinare a un
approccio antropologico e partecipativo.”
Massimo Siragusa, 2° posto, Architettura
Nato
a Catania, Siragusa vive a Roma dove lavora come fotografo e insegnante allo IED
(Istituto Europeo di Design). Il suo lavoro “Lo Spazio Condiviso” raffigura gli
spazi di numerose associazioni italiane sparse dal Nord al Sud del Paese, con
l’obiettivo di mostrare l’evoluzione e la complessità della società
italiana.
Alessandra Bello, 2° posto, Arte e cultura
Alessandra
Bello, fotografa friulana di architettura e paesaggi, è stata selezionata per la
serie “Sight’s Blue Sense”. A proposito del suo lavoro afferma: “Al giorno
d’oggi, non ci sono più confini a dividere Stati, città e culture, ogni cosa si
mescola. Queste fotografie sono concepite come un patchwork in grado di
riflettere questo mix, in cui è difficile distinguere quello che è reale da
quello che non lo è, perché ogni elemento è posto sullo stesso piano.”
Antonio La Grotta, 3° posto, Architettura
La
Grotta insegna reportage e fotografia di eventi allo IED (Istituto Europeo di
Design) e gestisce la galleria d’arte contemporanea NOPX di Torino. Il suo
lavoro è conosciuto in tutto il Paese. Nella serie “Paradise discotheque”, punta
lo sguardo sulle discoteche abbandonate del Nord Italia e afferma: “Il mio scopo
non è documentare il territorio e le sue trasformazioni. Mi piace fotografare
tutto quello che non si vede a una prima occhiata, tutte le suggestioni che un
luogo può ispirare, seppur velatamente.”
Annalisa Natali Murri, 3° posto, Storia
contemporanea
Annalisa
Natali Murri, residente a Bologna, si è avvicinata alla fotografia durante gli
studi di ingegneria edile e ora si concentra su progetti personali e
documentaristici. La serie “Then The Sky Crashed Down Upon Us” è stata
realizzata nell’aprile 2014, un anno dopo la tragedia del Rana Plaza a Savar
(Bangladesh). Le fotografie in bianco e nero ritraggono tutti coloro che sono
stati colpiti dal disastro.
Giulio di Sturco, 3° posto, Paesaggio
Vincitore
ai Sony World Photography Awards nel 2009 e fra i finalisti nel 2011, il
pluripremiato fotografo freelance di Sturco ha collaborato con le maggiori ONG e
organizzazioni umanitarie in gran parte dell’Asia e dell’Africa. La serie
“Ganges, Death of a River” vuole analizzare a fondo la contraddizione irrisolta
fra uomo e ambiente: l’irresponsabile intervento umano distruggerà
definitivamente il Gange o si può ancora sperare in un cambiamento?