DNA concerti e Associazione Stardust
Productions
sono
orgogliose di annunciare
NUOVI ARTISTI
CONFERMATI AL SIREN FESTIVAL 2015
Dopo JAMES BLAKE e VERDENA siamo felici di
annunciare:
JON HOPKINS
unica data italiana
SUN KIL MOON
THE
PASTELS
CLARK
NADINE SHAH,
COLAPESCE,
PINS, GAZELLE TWIN
+ more to be announced
23-26 luglio 2015
– Vasto (CH) – Siren festival
Da oggi in
vendita i biglietti per le singole giornate di venerdì e
sabato
VENERDI 24 LUGLIO
– VERDENA, JON
HOPKINS, SUN KIL MOON, CLARK, GAZELLE TWIN
SABATO 25
LUGLIO – JAMES BLAKE, THE PASTELS, NADINE SHAH, COLAPESCE,
PINS
BIGLIETTI E
ABBONAMENTI
40 euro
+ d.p. venerdì
40 euro + d.p. sabato
60 euro+d.p abbonamento venerdì e
sabato
www.sirenfest.com
JON
HOPKINS
Ormai è
definitivamente passato il tempo in cui Jon Hopkins era un “best kept secret”
per addetti ai lavori o quando, per provare ad attirare l’attenzione su di lui,
si notava come in una vita lavorativa parallela lui fosse un fidatissimo
ingegnere del suono per un act pop come i Coldplay. Non c’è
nemmeno più bisogno di raccontare come fin dai primissimi anni lui sia stato per
Brian Eno un vero e proprio uomo di fiducia né come, più
recentemente, sia stato chiamato a collaborare da una leggenda come
Herbie Hancock.
Nulla di tutto questo: ormai la
grandezza di Hopkins risplende da sola, senza bisogno di aiuti o di
rimandi, nel panorama della musica elettronica. Merito della sua musica: nata
come evoluzione del dubstep, cresciuta su itinerari inquieti, cinematici,
grandiosi e consolidatasi infine in un’architettura sonora ricchissima ed
affilata che non si fa problemi negli ultimi anni ad incorporare anche la techno
più cupa ed ossessiva, senza per questo rinunciare alle emozioni, a sospensioni
ambient, a vertigini oblique e colorate. Una crescita continua, raccontata da
vari album (da citare i due a suo nome su Domino, “Insides” del
2008 e “Immunity” del 2013) e un grande numero di EP e
collaborazioni.
Merito anche e soprattutto dei suoi live
set: l’approccio di Hopkins è quello del musicista che interagisce di
continuo con le macchine, non si accontenta di seguire con lo sguardo il cursore
del monitor per controllare che stia andando tutto bene ma mescola invece le
carte, rischia, deforma, cerca e insegue le emozioni del pubblico che ha di
fronte, sfidandole. La conseguenza è che in pochi anni il suo live è diventato
uno degli act più ricercati ed attesi nel panorama della musica elettronica
mondiale: un live in grado di catturare ed esaltare sia i cultori della materia
che un pubblico meno specializzato. Perché con Jon Hopkins, come con pochissimi
altri, si capisce davvero un principio aureo: la qualità e le emozioni non hanno
confini.
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More:
www.jonhopkins.co.uk
SUN KIL
MOON
Reduce dal
successo dell’ultimo album a nome Sun Kil Moon, Benji, acclamato dalla
stampa di tutto il mondo, l’ex leader dei Red House Painters Mark Kozelek arriva
al SIren in full band. Mark è inoltre autore di un brano contenuto nel nuovo
film di Sorrentino, Youth, in concorso a Cannes, nel quale appare anche come
attore.
Mark Kozelek è
stato uno dei più grandi musicisti degli anni 90: con i suoi Red House Painters
ha dato voce a un folk-rock oscuro e minimale, intriso di rassegnata
disperazione, rallentato fino quasi all’immobilità. Con il passare degli anni ha
raggiunto la piena maturità artistica attraverso una nuova creatura, i Sun Kil
Moon, coi quali ha potuto affinare la sue doti liriche rivelandosi tra i
migliori poeti della musica contemporanea
Mark non si ferma un istante e
negli ultimi anni ha dato alle stampe numerosi album solisti e lavori frutto di
diverse collaborazioni. Solo nel 2013 è stata la volta di Perils from
the Sea, realizzato con Jimmy Lavelle e dell’album
realizzato con i Desertshore, la creatura formata da Phil
Carney ex chitarrista dei RHP, Mike Stevens (batterista) ed il pianista Chris
Connolly ed intitolato semplicemente Mark Kozelek &
Desertshore.
A soli due anni di distanza dal precedente
lavoro a nome Sun Kil Moon Among the Leaves, a
febbraio sempre per la label Caldo Verde, Kozelek ha dato alle stampe con Sun
Kil Moon l’album BENJI, che vede la collaborazione di
artisti del calibro di Will Oldham e Steve Shelley (Sonic Youth). Benji è un
album cupo e intimo che affronta con disarmante lucidità e a tratti con cruda
ironia la drammaticità della morte grazie a un racconto onesto e dettagliato
della vita privata dell’autore. Moltissimi infatti i riferimenti biografici
precisi che fanno da struttura all’album, dalla morte dello zio a quella della
madre. Probabilmente l’album migliore della sua lunga
carriera.
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More:
www.sunkilmoon.com
THE
PASTELS
La band di culto scozzese, fondata da
Stephen McRobbie a Glasgow nel 1981 può essere considerata l’inventrice
dell’indie pop scozzese e una fonte d’ispirazione costante per intere
generazioni di musicisti, dai Teenage Fanclub ai Sonic Youth, dai Nirvana ai
Veronica Falls.
Portati alla ribalta dalla rivista
NME con la mitica compilation C86, i Pastels esordirono nel
1987 con l’indimenticato album Up for a Bit With The
Pastels, a cavallo tra garage punk e pop. Il seguito
arrivò due anni più tardi col titolo di Sittin’ Pretty e in seguito la
band firmò con la Domino con cui realizzò due album: Mobile
Safari nel 1995 e Illumination del
1997. Entrambi questi lavori mostrano la band
sviluppare un particolare suono, malinconico e goffo, ma insieme caldo e
coinvolgente. Un suono unico che li rende riconoscibili e inconfondibili a
distanza di decenni.
Dal 1997 diverse sono state le collaborazioni che
hanno impegnato i Pastels. Vale la pena ricordare quelle con i Tenniscoats,
Jarvis Cocker e My Bloody Valentine.
Ma ci sono voluti ben 17 anni per poter
vedere una nuovo album in studio della band. Solo nel 2013 arriva infatti
Slow Summits, anticipato dal singolo Check My
Heart,
Che conferma lo stile unico e immortale di questa
band, oggi composta da Stephen McRobbie e Katrina Mitchell (con l’aiuto di
Gerard Love dei Teenage Fanclub).
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www.thepastels.org
CLARK
Chris Clark è un campione
assoluto di musica digitale portata ai confini più estremi. D’altro canto non si
è una delle colonne della leggendaria Warp Records fin dal 2001 per nulla (con
ben otto album all’attivo, più una svariata serie di EP). Un percorso lungo
quindici anni in continua evoluzione: perché il producer anglosassone unisce ad
una maniacale padronanza tecnica con synth e software anche un’incredibile
attenzione a dinamiche, armonizzazioni, improvvise sospensioni
melodiche.
In una scena troppo spesso popolata da artisti
ancorati ad un unico suono, Clark è fra le non molte luminose eccezioni: sente
sempre e comunque l’urgenza di espandere i confini sonori, sperimentare coi
timbri, mescolare analogico e digitale, combinare programmazione digitale ed
improvvisazione live. Il tutto con un tocco molto personale e particolare. I
suoi set, anche quelli più “dritti” e techno come quelli che sta presentando da
un anno a questa parte (un ritorno alle origini, per lui), non sono mai
prevedibili o scontati. Richiedono sempre un abbandono emotivo dello spettatore,
e la disponibilità a farsi davvero trascinare fino alle frontiere della
percezione: con citazioni da rave primi anni ’90 incontrano suggestioni lunari,
architetture ritmiche granitiche sanno sciogliersi in improvvise ed
imprevedibili deviazioni downtempo. Visto che in particolar modo l’ultima annata
particolarmente in forma e prolifico (un album splendido, “Clark”, e tre EP
tanto diversi tra loro quanto densi ed ispirati), si ha di sicuro a che fare con
uno degli act elettronici più interessanti (ed imperdibili) del
2015.
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throttleclark.com
NADINE SHAH
La giovane
musicista inglese arriva al SIren per presentare il meraviglioso debutto “Love
Your Dum And Mad”, incensato dalla stampa di mezzo mondo, pubblicato dalla
R&S Apollo di James Blake e frutto della collaborazione con il produttore
Ben Hiller, che in passato ha prestato i suoi servigi a giganti del calibro di
Horrors, Blur e Depeche Mode.
Uno dei più accaniti sostenitori di
Nadine è Jarvis Cocker dei Pulp, che ci tiene a sottolineare come l’immagine
innocente della vocalist sia in realtà ingannevole, considerando che in ogni sua
performance si assiste ad una trasformazione permanente, trascendentale per
certi versi.
Nadine Shah, vocalist che sceglie tanto la chitarra quanto il
pianoforte come mezzo espressivo, è una di quelle rarità nel circuito
indipendente inglese, cui varrebbe davvero la pena prestare il massimo delle
attenzioni. Venuta alla luce in un piccolo paesino nel nord-est
dell’Inghilterra, Nadine tradisce origini miste, pakistane e norvegesi per la
precisione, anche se la sua appare una funzione musicale rispettosa di quello
che è accaduto nel Regno Unito nella metà degli anni 90; con la consacrazione
definitiva del transfugo Nick Cave e dei suoi Bad Seeds e l’ascesa vertiginosa
di Polly Jean Harvey. Sono forse questi i caratteri cui Nadine sembra rimandare,
pur tradendo una preparazione accademica, elemento di rilievo se si considera un
estro compositivo fuori dalla norma, capace di schivare con maestria i luoghi
comuni del cantautorato alternativo.
Read More:
nadineshah.co.uk
COLAPESCE
Lorenzo Urciullo nasce a
Siracusa nel 1983 e comincia a suonare ancora prima di imparare a
parlare.
Dopo aver militato negli albanopower comincia a scrivere canzoni in
italiano utilizzando lo pseudonimo Colapesce, tratto da una
leggenda popolore risalente agli anni di Federico II, con il quale pubblica un
EP omonimo (nel 2010) e un album – “Un meraviglioso declino“
(2012) – che diventa in breve tempo un piccolo classico della nuova musica
italiana, premiato con la Targa Tenco per la migliore opera prima e con
il P.I.M.I. sempre per il migliore esordio.
Nel febbraio del 2015
esce il suo nuovo album – “Egomostro” – da cui vengono estratti
i singoli Maledetti italiani e Reale,
entrambi accompagnati da due videoclip che hanno fatto molto discutere.
Con
“Egomostro” l’orizzonte musicale di Lorenzo muta sensibilmente, senza però
perdere in personalità: cambiano i riferimenti musicali e dal folk di stampo
nord americano che aveva caratterizzato il suo esordio si passa a sonorità
meticce che cercano di fare convivere il pop sofisticato e l’elettronica con un
approccio fieramente mediterraneo e libero dai cliché.
Il popolare quotidiano
francese “Le Monde” ha da poco dedicato a Colapesce una pagina
della sua edizione cartacea, definendo Lorenzo “L’avenir d’Italie,
l’unico erede tardivo di Lucio Dalla e Franco Battiato”. In passato le
sue canzoni erano finite anche sul Guardian e sul settimanale musicale inglese
NME, che lo aveva incluso tra i migliori cinque progetti pop provenienti da
paesi non di lingua anglofona.
Dal 19 giugno uscirà in tutte le librerie il
suo primo romanzo a fumetti, realizzato in collaborazione con Alessandro
Baronciani.
Il libro – “La distanza” (BAO Publishing) – sarà
presentato in anteprima al popolare festival letterario La grande Invasione
(Ivrea), il prossimo 2 giugno.
GAZELLE
TWIN
Gazelle Twin è il nome d’arte di
Elizabeth Bernholz, compositrice, produttrice e muscista inglese di
Brighton.
Il suo album di debutto, The Entire City , pubblicato nel
2011 è stato acclamato dalla critica di tutto il mondo.
Nel 2014 dopo anni di
attesa è arrivato il suo secondo lavoro Unflesh. Come aveva già
ampiamente mostrato nel suo esordio, Gazelle Twin si trova perfettamente a suo
agio a intarsiare morbide melodie tra atmosfere sognanti ed eteree. Talmente
brava in questo ruolo da convincere Ridley Scott a utilizzare
una sua canzone per la colonna sonora del suo ultimo (controverso) film
Prometheus.
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www.gazelletwin.com
PINS
Fresche di
pubblicazione di “Young Girls” secondo singolo tratto da “Wild Nights” secondo e
nuovo album che sarà pubblicato in Italia nella prima settimana di giugno, le
rocciose Pins arrivano al Siren!
Le quattro ragazze di Manchester
tornano facendo un grande balzo in avanti, infatti Wild Nights è stato
registrato con Dave Catching (QOTSA, Eagles of Death Metal) ed Hayden Scott nel
deserto di Joshua Tree e poi mixato a New York con Ben Baptie (Mark
Ronson).
Le Pins hanno da poco concluso un tour come supporto
Sleater-Kinney, Wire and Drenge nel loro tour
europeo.
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www.wearepins.co.uk
BIGLIETTI SINGOLE
GIORNATE:
40 euro + d.p