Pupi Avati, Tête de Bois, Mogol, Jimmy Villotti e tantissimi altri ospiti per l’Angolo della Poesia di Pesaro | 20-26 luglio 2015 #AngoloPoesiaPesaro

Il Comune di Pesaro,
La Regione Marche e la Provincia di Pesaro e Urbino

in collaborazione
con l’Università degli Studi Carlo Bo di Urbino

sono lieti di
presentare

L’ANGOLO DELLA
POESIA 2015

Diversi in
versi.

ROCCA COSTANZA | da
lunedì 20 a domenica 26 luglio

Un progetto di
Giuseppe Saponara dedicato quest’anno a

Hugh Auden,
Antonia Pozzi, Antonio Machado, Ezra Pound, Marina Cvetaeva,

Costantino
Kavafis, Sergio Quinzio

Intervengono
Barbara Alberti, Pupi e Antonio Avati, Massimo Bacigalupo, Franco Buffoni,
Andrea Ceccomori, Rolando Damiani, Marco Ercolani, Gianni Garrera, Gianfranco
Lauretano, Marciano, Piero Marelli, Paola Maria Minucci, Mogol, Valerio Nardoni,
Alessandra Paganardi, Mario Raciti, Daniele Roccato, Têtes de Bois, Ida Travi,

Jimmy
Villotti

Dopo l’enorme successo di pubblico e di critica delle
passate stagioni, giunge quest’anno alla sua quinta edizione, L’Angolo della
poesia,
intuizione e progetto dell’autore Giuseppe Saponara,
promossa dal Comune di Pesaro, dalla Regione Marche e dalla Provincia di
Pesaro e Urbino in collaborazione con l’Università degli Studi Carlo Bo di
Urbino,
l’Associazione Melampo Amici della poesia, partner Banca
dell’Adriatico. Una rassegna pensata non solo per promuovere la poesia in tutte
le sue forme, ma anche per favorire l’incontro e il confronto tra cittadini e
regalar loro ogni sera stupore, bellezza e spunti di riflessione.

Quest’anno sono tantissime le novità. L’Angolo della
Poesia 2015
si svolgerà infatti nel corso di un’unica intensa e
appassionante settimana dal 20 al 26 luglio
, tutta dedicata ai grandi poeti
del ‘900 all’interno della magnifica Rocca Costanza, la più importante
opera di fortificazione della città, sede dei grandi eventi culturali del comune
di Pesaro. Tra gli ospiti illustri di quest’anno critici, attori,
musicisti, pittori, artisti come Barbara Alberti, Pupi e Antonio Avati, Massimo
Bacigalupo, Franco Buffoni, Andrea Ceccomori, Rolando Damiani, Marco Ercolani,
Gianni Garrera, Gianfranco Lauretano, Marciano, Piero Marelli, Paola Maria
Minucci, Mogol, Valerio Nardoni, Alessandra Paganardi, Mario Raciti, Daniele
Roccato, Têtes de Bois, Ida Travi, Jimmy Villotti.

La struttura delle serate sarà presentata nel corso di una
grande anteprima che si svolgerà giovedì 16 luglio alle 21 nel Cortile
di Palazzo Ricci,
teatro delle passate edizioni della rassegna. Contributi
filmati e interventi esclusivi offriranno al pubblico la possibilità di
conoscere tutti i dettagli dell’Angolo della Poesia 2015, che a partire dal 20
luglio vedrà protagonisti all’interno di Rocca Costanza i versi di
Wystan Hugh Auden, Antonia Pozzi, Antonio Machado, Ezra Pound, Marina
Cvetaeva, Sergio Quinzio e Costantino Kavafis.
Sette geni assoluti della
poesia internazionale che con la loro opera rappresentano perfettamente il tema
dell’anno Diversi in versi. Alla riscoperta della diversità raccontata
dall’arte poetica
. Spiega il Sindaco di Pesaro Matteo Ricci:
Siamo molto fieri del successo di questa rassegna. Pesaro si dimostra ancora
una volta una città vivace e all’avanguardia, capace di proporre ai suoi
cittadini (e non solo) un calendario di appuntamenti di altissimo valore
culturale”.
Aggiunge l’ideatore della rassegna, Giuseppe Saponara:
Dopo aver dedicato la scorsa edizione alla scoperta dei poeti dialettali
e delle tante magnifiche “Italie” (talvolta segrete e nascoste) che convivono
nella nostra penisola, quest’anno
L’Angolo della Poesia si proietta verso
l’universalità del messaggio poetico, per raccontare le voci di sette poeti
magistrali che con la loro forza hanno condizionato scelte e indirizzi letterari
dell’intero ‘900, ognuno con la propria personalità e il proprio essere
“diverso” da quello che il contesto storico avrebbe voluto
imporgli”.

Così L’Angolo della poesia si confermerà
un’alchimia di voci, musica, immagini televisive e cinematografiche,
arricchite da collegamenti via Skype, musica e testimonianze dal vivo dei
protagonisti di quel viaggio sempre imprevedibile e rivelatore chiamato poesia.

IL PROGRAMMA
DELL’ANGOLO DELLA POESIA 2015

Gli appuntamenti
dal 20 al 26 luglio cominceranno alle ore 21.15

Giovedì 16 luglio h 21.00                
   Presentazione della rassegna presso il cortile di Palazzo Ricci con
intervista video a Maurizio Bettini e Salvatore Frigerio

Lunedì 20
Luglio                                   Serata a Rocca Costanza dedicata a
Wystan Hugh Auden di cui dirà Franco Buffoni

                                                                   Ospiti: Jimmy Villotti e Marco
Ercolani

Martedì 21
Luglio                                  Serata a Rocca Costanza dedicata ad
Antonia Pozzi di cui dirà Alessandra Paganardi

                                                                   Ospiti:
Pupi e Antonio Avati

Mercoledì 22
Luglio                             Serata a Rocca Costanza dedicata ad
Antonio Machado di cui dirà Valerio Nardoni

                                                                    Ospiti: Têtes de Bois

Giovedì 23
Luglio                                  Serata a Rocca Costanza dedicata ad
Ezra Pound di cui dirà Massimo Bacigalupo

                                                                    Ospite: Mogol

Venerdì 24
Luglio                                 Serata a Rocca Costanza dedicata a
Marina Cvetaeva di cui dirà Gianfranco Lauretano

                                                                   Ospite: Barbara Alberti

Sabato 25
Luglio                                    Serata a Rocca Costanza dedicata a
Costantino Kavafis di cui dirà Paola Maria Minucci

                                                                    Ospiti: Daniele Roccato, Ida Travi e
Marciano

Domenica 26
luglio                              Serata a Rocca Costanza dedicata a Sergio
Quinzio
di cui dirà Gianni Garrera

                                         
                          Ospiti: Andrea Ceccomori, Rolando Damiani, Mario
Raciti e Piero Marelli

L’invito ogni sera per il pubblico e i
cittadini sarà quello di commentare e raccontare in diretta il loro
rapporto con L’Angolo della Poesia anche
sui social utilizzando l’hashtag #AngoloPoesiaPesaro. I commenti più belli
saranno condivisi sulla pagina facebook ufficiale della manifestazione (https://www.facebook.com/AngoloPoesiaPesaro).

#AngoloPoesiaPesaro

https://www.facebook.com/AngoloPoesiaPesaro

www.giuseppepeppinosaponara.com

I
poeti

W. H. Auden (York, 1907-Vienna, 1973): è tra i più
importanti poeti di avanguardia degli anni Trenta. La produzione del primo
periodo della sua vita tratta il tema dell’uomo abitante di anonime megalopoli e
della crisi delle strutture sociali e ideologiche dell’Inghilterra. Dopo essere
stato in Islanda, aver preso parte alla guerra civile in Spagna e aver visitato
la Cina con C. Isherwood, Auden si trasferì negli USA e più tardi ne prese la
cittadinanza. Sposò Erika Mann, scrittrice antifascista figlia di Thomas Mann.
Abile sperimentatore di tutte le forme e gli stili poetici (ha scritto ballate,
villanelle, sestine, terza rima alternando stile epigrammatico e colloquiale),
Auden annovera tra i poeti che più hanno contato nella sua formazione Yeats e
Rilke. Il linguaggio di Auden si è fatto, col passare degli anni, sempre più
oscuro e la tendenza a isolarsi in esperimenti formali sempre più accentuata.
Nel 1957 gli è stato assegnato il premio internazionale Feltrinelli. Tra le sue
raccolte più note Lettere dall’Islanda, La verità, vi prego,
sull’amore
, Shorts, Lo scudo di Perseo, Viaggio in una
guerra.

Antonia Pozzi (Milano, 1912-Milano, 1938): figlia di una
famiglia benestante, la Pozzi scrive le prime poesie ancora adolescente. Al
liceo intreccia una relazione con il suo professore di latino e greco, Antonio
Maria Cervi. Ostacolati dai genitori di lei, i due si lasciano nel 1933. La
Pozzi studia quindi filologia frequentando Vittorio Sereni, Enzo Paci, Luciano
Anceschi, Remo Cantoni, e segue le lezioni del docente di estetica Antonio
Banfi, forse il più aperto e moderno docente universitario italiano del tempo.
Con lui si laurea discutendo una tesi su Gustave Flaubert. Tiene un diario e
scrive lettere che manifestano i suoi tanti interessi culturali, coltiva la
fotografia, ama le lunghe escursioni in bicicletta, progetta un romanzo storico
sulla Lombardia, studia il tedesco, il francese e l’inglese, viaggia in Italia,
Francia, Austria, Germania e Inghilterra. Il suo luogo prediletto resta però la
settecentesca villa di famiglia, a Pasturo, dove si trova la sua biblioteca e
dove studia, scrive e cerca sollievo nel contatto con la natura solitaria e
severa della montagna. Nel 1938 le leggi razziali colpiscono alcuni dei suoi
amici più cari. Nello stesso anno la Pozzi si toglie la vita nel prato
antistante l’abbazia di Chiaravalle.

Antonio Machado (Siviglia 1875 – Collioure1939): domina il
panorama della poesia spagnola del Novecento come il più autorevole
rappresentante della “generazione del ’98”. In stretto contatto con ambienti
culturali francesi, fu più volte a Parigi e studiò la filosofia di Bergson.
Esordì nel 1903 con la raccolta Soledades, legata a un’estetica
decadente, nella quale già si delinea la cifra intimista della sua poesia. Dal
1907 insegnò lingua francese a Soria, nel cuore della vecchia Castiglia.
In Campos de Castilla, la raccolta che nel 1912 decretò il suo successo,
Machado canta il dolore per la malattia della giovane moglie e al contempo la
fierezza della gente andalusa, trasformando il paesaggio spagnolo in un luogo
spirituale. Dopo un soggiorno a Segovia si trasferì a Madrid dove insieme al
fratello Manuel si dedicò alla stesura di testi teatrali. A partire dal 1917
prese a raccogliere la propria opera poetica in un unico corpus
intitolato Poesías completas. Schieratosi per la repubblica con gli
antifranchisti allo scoppio della guerra civile, pubblicò sui periodici
madrileni numerosissimi articoli poi raccolti nel volume Juan de
Mairena 
(1936). Costretto a lasciare Madrid per l’acuirsi della guerra,
Machado riparò a Valencia e a Barcellona. Alla caduta della repubblica espatriò
in Francia, dove morì di stenti pochi giorni dopo aver varcato il confine, nel
gennaio del 1939.

Ezra Pound (Halley, Idaho 1885 – Venezia 1972): nato
da una famiglia di tradizioni quacchere e puritane, fu poeta ma anche prosatore,
critico, traduttore, organizzatore culturale, pubblicista politico, fondatore di
riviste e movimenti letterari. Trascorse la maggior parte della sua vita in
Europa, tra Londra, Parigi e l’Italia, dove fu uno dei protagonisti del
modernismo e della poesia di inizio XX secolo. Costituì, assieme a Thomas
Stearns Eliot, la forza trainante di molti movimenti modernisti, principalmente
dell’imagismo e del vorticismo, correnti che prediligevano un linguaggio
d’impatto, un immaginario spoglio e una netta corrispondenza tra la musicalità
del verso e lo stato d’animo che esso esprimeva, in contrasto con la letteratura
vittoriana e coi poeti georgiani. Sempre a Londra prese vita la sua
corrispondenza con J. Joyce e si formarono i Cantos, il poema epico
scritto durante l’arco della vita e uscito a sezioni a partire dal 1917. Vicino
all’ideologia fascista, alla fine della guerra Pound fu processato e internato
in un manicomio nei pressi di Washington fino al 1959. Liberato, tornò in Italia
dove rimase fino alla morte.

Marina Cvetaeva (Mosca, 1892-Elabuga, 1941): figlia
di un eminente filologo e di una musicista, ricevette una raffinata educazione
artistica e cominciò prestissimo a scrivere versi. Nel 1911 sposò uno studente
di filosofia, Sergej Efron, che allo scoppio della rivoluzione si arruolò tra i
Bianchi. Nel 1922 seguì il marito a Praga e poi si trasferì a Parigi. Tornata in
Unione Sovietica nel 1939, fu osteggiata dalle autorità; in preda a una profonda
crisi depressiva, dovuta anche alla miseria e alle tragiche vicende familiari
che videro l’internamento della figlia e del marito, si suicidò due anni dopo.
Dopo i primi volumi di poesie, serbò un lungo silenzio fino al 1922, anno in cui
uscirono contemporaneamente, a Berlino, le raccolte Versi a Blok, Congedo,
Psiche, Verste,
e il poemetto Lo zar-fanciulla, seguito da Il
mestiere
e Dopo la Russia. Negli ultimi anni si dedicò intensamente
alla prosa: stralci di memorie e saggi di argomento letterario, in una mirabile
prosa lirica dal complesso impianto ritmico. La poesia della Cvetaeva, tra le
più originali del Novecento russo, è aliena da qualsiasi sentimentalismo e
morbidezza; secco e nervosamente cadenzato, il suo verso si frantuma in unità
significanti di altissima tensione emotiva. Benché non abbia partecipato ai
movimenti d’avanguardia d’inizio del secolo, la sua ricerca espressiva e il suo
sperimentalismo linguistico sono paralleli alle esperienze dei cubofuturisti e,
in particolare, a quelle di Pasternak, cui la apparenta la concisione della
visione poetica.

Kostantinos Kavafis (Alessandria d’Egitto, 1863 – Alessandria
d’Egitto, 1933): dopo aver passato l’infanzia tra Liverpool e Londra a seeguito
della morte del padre, Kavafis trascorse tutta la vita nella sua città natale,
lavorando come giornalista, impiegato e interprete e compiendo soltanto tre
viaggi in Grecia (1901, 1903 e 1932). Il greco dovette reimpararlo da
adolescente, quasi a dimostrare di essere e sentirsi greco. Kavafis, considerato
uno dei più grandi poeti greci contemporanei, era uno scettico e per questo fu
accusato di attaccare i tradizionali valori della cristianità, del patriottismo
e dell’eterosessualità, anche se non sempre si trovò a suo agio nel ruolo di
anticonformista. Scrisse 154 poesie, pubblicate interamente solo nel 1935 (due
brevi raccolte erano state stampate nel 1904 e nel 1910). Tra le sue opere
ricordiamo Settantacinque poesie, Poesie erotiche, Poesie Segrete
e Tombe.

Sergio Quinzio (Alassio, 1927 – Roma, 1996): di
origini liguri, Sergio Quinzio ha prestato servizio per 17 anni nella Guardia di
finanza, da cui si è congedato con il titolo di capitano. Ha poi vissuto in
isolamento per 14 anni in un piccolo paese delle Marche, a Isola del Piano, dove
ha intrapreso quello studio approfondito della Bibbia che è stato l’impegno
costante della sua vita. Saggista, commentatore di temi religiosi, teologo,
negli ultimi anni si è trasferito a Roma. Ha collaborato con La Stampa, il
Corriere della sera, l’Espresso, unendo le sue doti di fine biblista e di
efficace divulgatore culturale. Quinzio è approdato, negli ultimi anni, ad un
cristianesimo tragico incentrato sulla “sconfitta di Dio”, sulla constatazione
disperata che la promessa messianica è stata elusa e delusa e che la stessa
esistenza della divinità è minacciata dall’impotenza e dal rischio. All’interno
di questo orizzonte di pensiero che pone in relazione nichilismo e
cristianesimo, ontologia del declino e “Dio debole”, si spiega il sodalizio
intellettuale con Gianni Vattimo e con altri filosofi e pensatori
contemporanei.