ORIENTE
OCCIDENTE
Incontro
di culture
28
agosto – 6 settembre 2015, trentacinquesima edizione
(anteprima
27 agosto)
Rovereto,
Trento
Corpi
in conflitto 2. La bellezza della diversità
Mantenendo la cifra narrativa della passata edizione, il Festival
Oriente Occidente 2015 prosegue la ricerca sui “Corpi
in conflitto” con una selezione di spettacoli che cercano il risvolto positivo del ‘Corpo a corpo’: la bellezza della diversità e della biodiversità.
Dal
28 agosto al 6 settembre nei teatri e nei musei di Rovereto e Trento quattordici compagnie, tra le più significative del panorama internazionale, presentano produzioni in prima nazionale e creazioni originali che raccontano la vita e la biodiversità minacciata del remoto Oceano Indiano, i drammi del Medio Oriente e le conquiste delle primavere arabe, la forza dirompente dei giovani neri sudafricani, la fragilità e la liquidità della società occidentale.
Corpi
in conflitto 2. La bellezza della diversità è dunque il titolo di Oriente Occidente 2015, un contenitore variegato di spettacoli, performance/installazioni che, pur narrando un mondo inquieto e agitato, provano a intercettare un possibile punto di equilibrio per il superamento dei conflitti. L’emergere di un incontro dialettico che attraverso l’arricchimento reciproco sia in grado di ridestare bellezza.
Coprodotto
dal Festival, sarà lo spettacolo aereo Fragilità:
Manuale digiardinaggio
della compagnia tutta femminile Cafelulé
a inaugurare questa edizione sotto la cupola del Mart. Il giardino come metafora della ricerca della felicità: potare i ricordi e coltivare nuovi germogli danzando a qualche metro da terra per ricordare che “se nella vita non si può evitare di cadere, si può sempre rifiutare di restare a terra”.
Due
giovani autori faranno da anteprima allo spettacolo di Cafelulé
all’Auditorium Melotti. Selezionati dal Festival tra le proposte
della rete Anticorpi XL, di cui Oriente Occidente è partner, Andrea
Gallo Rosso
e Irene
Russolillo
presenteranno due nuovi progetti coreografici: Gallo Rosso affronta
in un trio maschile il tema del conflitto e della memoria; Russolillo
rivolge lo sguardo all’interiorità in un assolo che prende
ispirazione da alcuni Sonetti
di Shakespeare.
Nella giornata di apertura segue al Teatro Zandonai Khaos di Ginette
Laurin, spettacolo creato per la sua compagnia canadese O Vertigo. Opera interattiva che prova ad afferrare il caos per giocarci e superarlo con astuzia.
La seconda giornata di Festival propone uno degli spettacoli clou dell’ultima stagione, in anteprima in Italia: Sacré
Printemps! dei coreografi tunisini Aicha
M’Barek e Hafiz Dhaou, residenti dal 2005 a Lione. Per la loro compagnia Chatha hanno tradotto in danza le vicende politiche del popolo tunisino a partire dalle rivolte della ‘primavera araba’ scoppiata nel 2011. Sette danzatori, la voce della cantante tradizionale tunisina Sonia M’Barek, la musica del gruppo post-rock lionese Zëro e le silhouettes di cartone dei martiri della rivoluzione sono monito di una ‘massa’ in movimento che cerca la propria legittimazione e guarda al futuro.
Attiva a Berlino, la coreografa sudafricana Robyn Orlin, già enfant terrible della danza internazionale, amatissima in Francia, presenta un lavoro ironico, corrosivo e scottante creato per i giovani danzatori della Moving Into Dance Mophatong, la principale scuola di danza contemporanea di Johannesburg. Beauty
remained for just a moment then returned gently to her starting position (La bellezza rimane solo un attimo poi ritorna gentilmente alla sua posizione di partenza) è uno spaccato della società sudafricana ritratta in tutta la sua bellezza, contraddizione ed esuberanza.
Di ritorno al Festival dopo le apparizioni del 1991 e del 2002, il coreografo partenopeo attivo in Francia Paco
Décina presenta due progetti scaturiti dall’esperienza estrema vissuta in prima persona nelle Isole Crozet nel remoto Oceano Indiano. Il primo progetto, per la scena, è lo spettacolo La
douceur
perméable de la
rosée; il secondo, in esclusiva per il Festival, è La
promenade negli spazi del MUSE – Museo delle Scienze di Trento. Una performance/installazione itinerante in sette tappe ispirate dalla natura incontaminata delle Crozet e dagli studi scientifici sull’universo sottomarino.
Tre le compagnie israeliane presenti al Festival. Dopo il successo dello scorso anno ritorna a Oriente Occidente L-E-V (cuore in ebraico) guidata dalla coppia Sharon
Eyal e Gai
Behar con due nuovi titoli che incarnano la loro poetica prorompente a ritmo techno: Sara e Killer Pig. Prima apparizione invece per Arkadi
Zaides, autore e interprete di Archive, che ha l’ardire di raccontare in danza le crudeli azioni dei coloni israeliani nella striscia di Gaza viste con gli occhi dei palestinesi.
Di base a Tel-Aviv anche la coppia Inbal
Pinto e Avshalom Pollack, che nell’astratto Wallflower rendono i corpi dei loro danzatori “tappezzeria animata guidata da forze occulte”.
Ben quattro le repliche del divertente Exquises, il banchetto-coreografico creato da Annabelle
Bonnéry e François Deneulin. In scena due danzatrici che servono al pubblico pietanze preparate dallo chef Thierry
Moyne, ai fornelli in tempo reale. Uno spettacolo che stimola i sensi di chi partecipa: il gusto, l’udito e la vista. (max 64 spettatori a replica).
In quanto vincitore dell’edizione 2014 del Concorso coreografico Danz’è, Marco
Auggiero ha coprodotto con Oriente Occidente OVO/una
deviazione dal percorso originale, con cui esplora i