#OTELLO c/o GLOBE THEATRE dal 3 al 20 settembre 2015 ore 21.00 @eventinews24

dal
3 al 20 settembre 2015 ore 21.00

OTELLO

regia
di
Marco
Carniti

adattamento
di
Marco
Carniti

Prodotto
da

Politeama Srl

IAGO:
IL MALE AL POTERE. INFEZIONE, SEDUZIONE E POSSESSIONE DI OTELLO

Bianco
e nero. Perché Otello è nero? Cosa significa per noi oggi il “nero
” di Otello?

Shakespeare
non tocca sole le corde politiche e razziali del problema ma lo
sviluppa in profondità per poter parlare dell’anima dell’uomo.
Esplora nella labirinto della psicologia umana fino a farlo scoprire
dentro noi stessi. La parte nera, oscura, che distrugge l’essere
umano. La parte che non segue la ragione e che lascia all’intuito e
all’istinto la soluzione finale. Ed è solo dando luce a questa
parte oscura che oggi possiamo non essere Otello. E uccidere Iago.
Solo portando alla luce il dubbio. Il proprio dubbio interiore. Si
evita l’autodistruzione.

Tutti
siamo Otello. Tutti siamo neri. Il nero è in tutti noi. Tutti siamo
vittime di una parte di noi stessi che ci rende vulnerabili e
autodistruttivi. In ognuno di noi esiste quella parte oscura e non
risolta che ci fa precipitare nel vuoto e nell’oscurità.

Basta
un nulla per trasformare una roccia in polvere.

Basta
un nulla per mettere l’uomo di fronte al suo “dubbio”. Al
sospetto.

E
il “dubbio” come una coscienza parallela spacca in due l’uomo
facendolo precipitare nella schizofrenia .

Non
esiste l’uomo senza il dubbio. Non esiste il dubbio senza l’uomo.
Un circolo vizioso che lo fa cadere nel caos. L’uomo si costruisce
e si distrugge da solo. La parte animale uccide la ragione.

Otello
ha un crollo d’identità. Identità politica e culturale.

Otello
è l’altra faccia di Amleto. “Gli uomini dovrebbero essere quello
che sembrano” dice Iago, quindi non solo “essere o non essere”
ma “essere quello che sei”, dentro e fuori.

Otello
è una grande metafora sull’esistenza dell’uomo e della sua
identità. La denuncia di una condizione di fragilità che porta alla
perdita di sé e non lascia scampo .

Una
tragedia moderna che esplora un dramma intimo, familiare. Chiuso su
se stesso. Una storia di violenza che si consuma tra le quattro mura
di un ambiente domestico. Un dramma psicologico alla Bergman … a
tinte forti. Tutti vittime di una parte di se stessi. Tutti vittime
della macchina del potere che li guida.

Otello
è un uomo sensibile e profondamente solo, per cultura e per
educazione militare. Una macchina militare che di fronte ai
sentimenti si autodistrugge. Un uomo allo specchio che non ritrova
più la sua immagine e impazzisce. Un uomo tutto gerarchie e
disciplina che vive in un mondo i cui sentimenti sono messi sotto
processo. E Desdemona rappresenta un desiderio di integrazione
culturale e l’ incontro con una parte di sé mai vissuta. L’amore
opposto alla guerra. E’ la seduzione che li unisce. È la seduzione
che guida questa tragedia.

Shakespeare
però è moderno nel fondere il male e il bene con l’unione
intellettuale tra Otello e Iago. Otello diventa vittima e complice al
tempo stesso della sua autodistruzione. Segue un percorso pianificato
da lui stesso approvato. Un disegno di morte e un gioco di potere
improvvisato dalla mente di un abile politico che vuole
riconquistare la sua centralità agli occhi del mondo. Jago.

Un
servo del mondo che si fa esplodere. Uno schiavo che, come un
perfetto ingranaggio ad orologeria, pianifica la sua ribellione
politica e sociale, incurante dell’inevitabile conseguenza che la
bomba gli possa esplodere tra le mani come un moderno kamikaze.

Tutti
sono vittime di loro stessi e dei propri lati oscuri. E Iago, con
anima chirurgica non farà altro che dilatare una frattura, un vuoto,
una debolezza, già esistenti in ognuno dei personaggi della tragedia
, facendoli precipitare nel caos sia sul piano politico che
psicologico.

Tutti
diventano marionette nelle mani di Iago e a trionfare è il suo
genio.

Iago
è la mente dell’opera e la macchina da lui costruita il percorso
obbligato per tutti i personaggi Un percorso che diventerà una
trappola di morte anche per se stesso.

Per
questo ho voluto la scenografia dominata da una serie di cancelli e
formare un lungo cunicolo, un imbuto capovolto, un simbolico tunnel
che via via restringe il campo d’azione isolando i personaggi e le
singole scene come frammenti cinematografici. Un percorso obbligato
per tutti dove tutti sono condotti verso la morte.

Marco
Carniti

Interpreti

(in
ordine alfabetico)

Doge-Graziano

SIMONE BOBINI

Desdemona

MARIA CHIARA CENTORAMI

Montano-I°
senatore

NICOLA CIAFFONI

Bianca

ANTONELLA CIVALE

Brabanzio

NICOLA D’ERAMO

Othello

MAURIZIO DONADONI

Iago

GIANLUIGI FOGACCI

Ludovico

ENRICO GIMELLI

Cassio

MASSIMO NICOLINI

Roderigo

GIGI PALLA

Emilia

CARLOTTA PROIETTI

Scene

FABIANA
DI MARCO

Costumi

MARIA
FILIPPI

Musiche
originali

DAVID
BARITTONI

Consulente
musicale

ADAMO
LORENZETTI