UNA MENTE ANDROGINA: L’AMORE NEI SONETTI DI WILLIAM #SHAKESPEARE @eventinews24

UNA
MENTE ANDROGINA:

L’AMORE
NEI SONETTI DI WILLIAM SHAKESPEARE

Samuel
Coleridge definì Shakespeare “An androgynous mind” , una mente
androgina.

In
effetti, nessuno come lui ha saputo parlare d’amore accogliendo in
sé il maschile e il femminile, la passione carnale e la
sublimazione, la vita e la morte.

Basti
pensare al fatto che i primi 126 sonetti sono dedicati alfair
youth
, un giovane ambiguo
e narciso di sesso maschile, con ogni probabilità identificabile con
Henry Wriothesly, terzo conte di Southampton, patrono e mecenate di
Shakespeare; mentre i sonetti dal 127 al 154 hanno come loro fulcro
una misteriosaDark Lady ,
quasi certamente la tenutaria di un bordello londinese frequentato
dal Poeta.

Qual è
la natura dell’amore ? E dell’amicizia?

Di
quali fili è intessuta la trama delle affinità elettive?

Shakespeare
nei suoi sonetti indaga tutti i possibili aspetti dell’amore. E
l’amore stesso diviene così lo strumento d’eccellenza per
conoscere se stessi, l’altro, il mondo, la poesia, la bellezza e la
caducità.

Il
poeta è testimone instancabile di un mondo che non c’è più, una
realtà costruita con dedizione, fede, potenza espressiva, serietà,
competenza e valori indiscutibili.

Nella
stanza dell’immaginario del grande poeta ci si può anche smarrire.
Là ci sono pochi oggetti, lo spazio è denso, percorso da sussurri e
voci dimenticate, memorie di antiche interpretazioni, ombre in
transito e riflessi di luce abbaglianti. Il poeta frequenta il futuro
nella vita di ogni giorno, si batte per la verità, cade in deliquio,
trema, sviene per un istante e in quell’istante elabora universi,
sogna l’infinito e tenta di decifrarne la grammatica. Così è la
scrittura di Shakespeare, scrittura “vivente”, tracciata
nell’inconscio dei suoi interpreti. Così è la sua Poesia.

Questo
viaggiatore dell’illusione e del sogno parla una lingua di
cristallo, si misura con ogni possibile realtà, ogni forma di
tradimento e, come dal fondo di un pozzo, si affanna a parlare a
tutti gli uomini ancora “vivi”, tramite versi che ci parlano
delle paure di un vecchio, degli incubi notturni di un Re lasciato
solo dalle figlie, delle notti d’amore di una Regina, degli affanni
di un giovane principe, dei pensieri di un grande condottiero….

La
stanza che ospita quest’uomo e le ombre che lo accompagnano ha
grandi pareti di fumo che soffrono dell’instabilità propria dei
sogni e quindi mutano continuamente.

Proprio
perché è “strumento divino”, proprio perché dialoga con gli
angeli, il Poeta non deve solo divertirci (di-vertere=distrarre da),
ma ha la possibilità di aiutarci a ritrovare la nostra grazia
perduta, la nostra innocenza, a lungo vagheggiata e rimpianta,
cancellata inesorabilmente dal cinismo e dalla superficialità della
nostra vita quotidiana.

Quattro
personaggi
daranno voce e
corpo ai più bei sonetti shakespeariani:

  1. William
    Shakespeare –
    Alfonso
    Veneroso

  2. La
    sua Musa –
    Melania
    Giglio

  3. Il
    Conte di Southampton

    Clio Cipolletta

  4. La
    dark lady
    – Francesca
    Maria

E’
prevista una ricca contaminazione musicale: daJoni
Mitchell
aAmy
Winehouse
, daDavid
Bowie
adAlanis
Morissette
.

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