Enrico Fink photo by Gabriele Spadini |
Nei giorni 5, 8 e 10 settembre alle
21 nel Cortile del Museo Ebraico, in
via Valdonica 1/5, MEB estateduemilaquindici presenta,
nell’ambito di bè
bolognaestate 2015, JEWISH JAZZ
Dagli Stati Uniti all’ Italia passando per Berlino.
Torna il Jazz Festival al Meb di Bologna; Jamie Saft, Gabriele Coen, Enrico
Fink e Zeno de Rossi saranno i grandi protagonisti dell’estate al
Cortile
del Museo Ebraico, interpretando la musica ebraica come crocevia tra
jazz,
rock e tradizione colta, in un pentagramma unico da New York a Berlino.
Tre serate di grande impatto con: Jamie Saft, polistrumentista newyorkese,
virtuoso di piano e tastiere, produttore e compositore, una
delle figure
più in vista della nuova scena del jazz innovativo che si è formata intorno
a John Zorn; per la prima volta in Italia Jamie Saft si esibirà con il
suo
Trio; Gabriele Coen che, alla testa del suo nuovo quintetto,
propone una
produzione originale per il festival di
Bologna in cui rielabora il
repertorio di Kurt Weill, il grande collaboratore
di Bertolt Brecht; e
ancora, il cantante e flautista Enrico Fink e il batterista Zeno de
Rossi
guidano alcuni dei più importanti jazzisti italiani nella
rielaborazione
della grande tradizione sinagogale italiana e ferrarese in particolare.
Le serate del MEBestateduemilaquindici, organizzate dal Museo
Ebraico di
Bologna nell’ambito di bè bolognaestate 2015 il
cartellone di attività
promosso e coordinato dal Comune di
Bologna, si realizzano con il
contributo di G.D spa, Unicredit
Banca, Banca Popolare dell’Emilia
Romagna, Fondazione Cassa di Risparmio e con il
patrocinio di Comune di
Bologna /Città Metropolitana di Bologna e
Quartiere S.Vitale, Regione
Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna – Assemblea
Legislativa, Comunità
Ebraica di Bologna, UCEI
Il programma
sabato 5 settembre ore 21
GABRIELE COEN QUINTET
Plays Kurt Weill
Gabriele Coen, sax e clarinetto
Benny Penazzi, violoncello
Luca Venitucci, fisarmonica, pianoforte
Danilo Gallo, contrabbasso
Zeno De Rossi, batteria
Un viaggio affascinante attraverso la musica e le passioni di
Kurt Weill
(1900-1950), il grande compositore tedesco, figlio del primo cantore
della
sinagoga di Dessau, uno dei maestri indiscussi
del teatro musicale del
Novecento, grazie alla sua collaborazione con Bertolt Brecht.
Tra cabaret, jazz, tango, tradizione colta e musica ebraica, un affresco
a
tutto tondo dell’intellettuale Weill. Oltre alle composizioni
più famose
tratte dalla celeberrima “Opera da tre
soldi” e dalle successive collaborazioni con Brecht (“Happy End” e
“Ascesa
e caduta della città di Mahagonny”), il quintetto omaggia il repertorio
di
Weill del suo soggiorno francese (Marie Galante) e del suo esilio americano
(Lost in the Stars), riportando alla luce pagine importanti di The
Eternal
Road (1937), la sua opera oratorio di ambientazione ebraica,
terribilmente
premonitrice di quello che sarebbe avvenuto di lì a poco. Nel quintetto, di
recente costituzione, alcuni dei più importanti esponenti del
nuovo jazz
italiano accanto al suono
raffinato ed inedito di violoncello e
fisarmonica.
martedì 8 settembre ore 21
ENRICO FINK JEWISH ITALIAN JAZZ ENSEMBLE
haTzel PROJECT
Enrico Fink, voce, flauto
Zeno de Rossi, batteria e percussioni
Gabriele Coen, ance
Francesco Bigoni, ance
Alfonso Santimone, piano
Un sogno in musica ambientato nell’Italia
ebraica, nella sua memoria e
tradizione. Termine migliore di “sogno” forse non c’è:
questa di Enrico
Fink e del suo gruppo non vuole essere una ricerca etnomusicologica,
anche
se di ricerca ce n’è molta. Il desiderio è raccontare
l’anima ebraica
presente in modo spesso nascosto nella storia del
nostro paese come un
mondo a parte, caratterizzato da una varietà
sorprendente: dai poemi in
musica del rabbino di origine bolognese Shmuel
Archivolti, alle melodie
tradizionali degli ebrei livornesi accompagnate alle parole del poeta ebreo
di Spagna Shlomo Ibn Gabirol, o ancora alle influenze centroeuropee
nelle
melodie di Gorizia, Venezia, Ferrara.
In questo progetto Enrico Fink, uno
dei pochissimi interpreti della
tradizione ebraica italiana al di fuori dello stretto ambito
sinagogale,
con all’attivo ormai innumerevoli progetti dall’ambito
più filologico a
quello più contaminato con il contemporaneo, è affiancato da Gabriele Coen,
sassofonista romano che pubblica per la prestigiosa etichetta
newyorkese
“Tzaddik”, diretta da John Zorn; Zeno de
Rossi, celebre in Italia per
essere batterista di Vinicio Capossela e uno dei nomi
ormai celebri del
jazz italiano, ma anche autore, insieme al pianista Alfonso Santimone e
al
sax di Francesco Bigoni di riletture
del materiale ebraico in chiave
jazzistica.
giovedì 10 settembre ore 21
THE JAMIE SAFT TRIO
Plays Great Jewish Music: Zorn, Dylan, and beyond
Jamie Saft, piano
Trevor Dunn, bass
Ben Perowsky, drums
Jamie Saft virtuoso di piano e
tastiere, produttore e compositore,
polistrumentista, vive a New York, dove è una delle
figure più in vista
della nuova scena del jazz innovativo che si è formata intorno a John Zorn.
Figura chiave della scena Downtown legata alla nuova
musica ebraica, ha
lavorato con grandi artisti, senza limitarsi all’ambito jazz, al
contrario
spaziando tra i generi: Beastie Boys, Bad Brains, B-52’s, John
Zorn, John
Adams, Laurie Anderson, Donovan, Antony and the Johnsons, Mike Patton.
Fa parte di vari acclamati ensemble: Grizzly Adamz, Electric
Masada, The
Dreamers, Kingston Yard, Whoopie Pie, OV, Swami LatePlate, The Shakers
and
Bakers, The Spanish Donkey, Kalashnikov. Ha
composto numerose colonne
sonore per il cinema, tra queste Murderball (nomination
agli Oscar come
miglior documentario) e God Grew Tired
Of Us (vincitore al Sundance
Festival del 2006).
Per questa occasione bolognese si esibirà in un repertorio che
spazia dal
songbook di John Zorn a Bob Dylan e alcune sue composizioni
originali di
ispirazione ebraica. Completano il
trio due musicisti eccezionali,
collaboratori da sempre di John Zorn: Trevor Dunn al basso e Ben
Perowsky
alla batteria.
Tutte le serate sono ad ingresso gratuito
Museo Ebraico di Bologna Via Valdonica 1/5 – tel. 051 2911280