YOUTH
MANIFESTO A EXPO 2015:
PARMA
PROTAGONISTA CON CIBOPERTUTTI
Le
Associazioni del circuito parmense trovano soluzioni per il pianeta
insieme ad 80 ricercatori dal mondo
Se
“Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” è il filo logico che
attraversa tutti gli eventi organizzati sia all’interno che
all’esterno di Expo, c’è chi a Parma è riuscito realmente a
confrontarsi su come trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro
mondo. Per due giorni la città ha visto la genesi dello Youth
Manifesto, un insieme di proposte concrete per risolvere i paradossi
del sistema alimentare. Due giorni di meeting, organizzati dalla
Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN), sono stati
ospitati presso l’Auditorium Paganini e hanno visto l’interazione
tra 80 ricercatori da tutto il mondo, le aziende e le Associazioni
del circuito Cibopertutti di Parma. Un progetto che ha identificato
alcune proposte riconoscendo nei 7 ruoli chiave del sistema
alimentare globale, le 7 figure professionali a cui è affidata la
gestione del pianeta: policymaker, agricoltori, attivisti, educatori,
industria alimentare, giornalisti e ricercatori. Ancora una volta le
Associazioni locali si sono messe in gioco per il diritto al cibo con
soluzioni concrete, questa volta dialogando con entità diverse per
scrivere il Manifesto sul futuro dell’alimentazione nel mondo.
LE
PROPOSTE
Per
i policymaker: valutare l’impatto ambientale, sociale, culturale e
sulla salute delle proposte e delle scelte politiche, senza limitarsi
alla semplice analisi economica dei costi e benefici.
Per
gli agricoltori: favorire il ritorno dei giovani all’agricoltura,
l’attività che ci nutre. Lavorare con i Governi per dare a ogni
persona un miglior accesso alla terra in contesti rurali e urbani,
per ottenere maggiori finanziamenti e ideare migliori strategie per
far crescere una nuova generazione di agricoltori.
Per
gli educatori: impegnarsi a insegnare ai giovani la relazione che
lega il cibo, le persone, la salute e il pianeta, rendendo
obbligatoria nei programmi scolastici di tutto il mondo l’educazione
alimentare e all’agricoltura.
Per
i manager dell’industria alimentare: guidare le aziende creando
filiere sostenibili, supportando gli agricoltori e sviluppando
prodotti sani che ispirino i consumatori ad adottare stili di vita
sostenibili.
Per
i giornalisti: valorizzare l’informazione sui temi della fame, del
cibo, dell’obesità, dell’alimentazione e dell’agricoltura
basata sui fatti, anche creando un “Foodlitzer”, premio
internazionale per il giornalismo indipendente sulla sostenibilità
agroalimentare.
Per
gli attivisti: chiedere alle aziende agricole e alimentari di
organizzare dei tavoli di lavoro con i nostri rappresentanti,
favorendo la cooperazione tra il mondo del business e gli attivisti,
ad esempio nell’ambito di agricoltura sostenibile, della riduzione
degli sprechi alimentari e della formulazione di prodotti più sani.
Per
i ricercatori: fornire dati aperti e imparziali, per connettere tra
loro discipline diverse e far sì che concetti complessi su cibo,
agricoltura e nutrizione diventino comprensibili, accessibili e
utilizzabili.
IL
CONTRIBUTO DELLE ASSOCIAZIONI
Un
grande contributo alla realizzazione dello Youth Manifesto è stato
dato dalle Associazioni del circuito Cibopertutti, rete della società
civile che conta 30 organizzazioni del volontariato e della
cooperazione sociale sul territorio parmense. Guidate dal loro
“capogruppo” Cibopertutti, tutte le Associazioni partecipanti
sono anche sostenitrici del progetto Kuminda, primo festival in
Italia dedicato al diritto al cibo e alla sovranità alimentare
sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, dalla Provincia di Parma,
supportato nella sua organizzazione da Fondazione CariParma,
dall’Università di Parma ma in particolar modo dal Centro Servizi
per il Volontariato di Parma, Forum Solidarietà.
La
ricchezza della differenza e del confronto hanno guidato la due
giorni di meeting al Paganini, tra giovani e mentors: “Abbiamo da
sempre strutturato il nostro pensiero ed il nostro lavoro sul dialogo
tra locale e globale – sottolinea Veronica Federico
dell’Associazione MANI –. Per questo vale la pena fare uno sforzo
affinché i linguaggi del mondo del “for profit” e del “no
profit” interagiscano”.
Parla
della sua associazione Carlotta Pioli, responsabile progetti per
Parma per gli Altri, l’Organizzazione presente nel territorio
parmense da oltre 25 anni: “Operiamo in Africa, soprattutto in
Etiopia e in Eritrea. Come un ponte, da Parma ci colleghiamo al mondo
esattamente come i dialoghi creati grazie al BCFN, sono partiti dalla
piccola realtà di Parma per portare i valori e gli interrogativi
della nostra generazione ad un livello più elevato”. Non casuale è
stata pertanto la scelta di Parma come location per “un evento
internazionale che ha fatto confluire in città giovani donne e
giovani uomini di provenienze geografiche, culturali e religiose
diverse – come osserva Anna Paini, Docente di Antropologia
dell’Università di Verona che collabora con l’Associazione
Cibopertutti –. Un networking di saperi, expertise e generazioni
che guardano al futuro”. Un futuro oggi nelle mani dei giovani, che
è importante sappiano “osare nelle proprie idee con passione e
gentilezza”, come ha ricordato la Docente riportando le parole
pronunciate da Paolo Barilla durante la presentazione del Manifesto
ad Expo. E se è dal confronto che scaturiscono le idee migliori,
“mai come ora è fondamentale costruire spazi di dibattito e di
formazione – suggerisce Francesca Bigliardi di Forum Solidarietà –
per compiere azioni comuni su temi che non possono essere delegati né
solo ai tecnici né solo ai volontari. Temi come quello, appunto, del
cibo che sarà presto al centro del seminario “Nutrire il Pianeta.
Cosa manca e cosa ci attende. Cosa inserire in agenda e come
attivarsi”, che si svolgerà nell’ambito del Festival Kuminda,
sabato 24 ottobre”. L’auspicio di tutti è che l’evento del
BCFN possa diventare un appuntamento fisso a Parma, sostenuto in
particolare da chi, come Michele Maccari, giovane collaboratore di
ICEA, ha seguito le edizioni precedenti svoltesi a Milano: “Il
festival Kuminda da dieci anni propone sul nostro territorio
tematiche in linea con gli obiettivi del BCFN. In primis
l’agricoltura sostenibile, biologica e famigliare che hanno un
ruolo fondamentale nello sfamare il Mondo, così come il recupero
delle sementi locali, la tutela del suolo e della biodiversità in
genere”. Sostenibilità, dunque, ma anche educazione: “Il nostro
gruppo di lavoro – racconta Carlotta Valesi parte del CUCI, Centro
Universitario per la Cooperazione Internazionale dell’Università
di Parma – è stato arricchito dalla presenza di giovani
provenienti da USA, Italia, Taiwan, India, Indonesia, Francia e Nepal
con l’obiettivo di elaborare buone pratiche che gli “Educators”
possono implementare nei vari Paesi del mondo e nei diversi settori
educativi”. Al meeting globale non è mancata poi la partecipazione
dei media, ai quali si è unita in altre vesti Rosanna Pippa
rappresentante dell’Associazione “madre” Cibopertutti: “Il
mezzo comunicativo è essenziale nel mondo odierno. Si è parlato
quindi di accessibilità di tutti all’informazione, un’informazione
libera da pressioni delle lobby del cibo, di etica del lavoro e di
responsabilità educativa del giornalismo”. Tanto si è detto e
tanto resta da dire. “Questa grande opportunità – dice Anna
Vittoria Sarli di MANI – è solo il primo passo verso una vera
apertura del privato al pubblico che può e deve continuare”. Come
rappresentante della Food Industry, Marco Ubaldi di Cibopertutti si è
calato infine in un ruolo del tutto nuovo per “contrastare il
divario tra sostenibilità ed insostenibilità, aspetti sui quali non
sembra tuttavia esservi ancora completo accordo tra le classi
dirigenziali attuali. Perché dunque le nostre idee, non sempre
rivoluzionarie, non sono ancora applicate da tutti gli attori del
settore agroalimentare?”.
Il
risultato dell’evento BCFN, la creazione dello Youth Manifesto, è
consultabile –insieme ad altri approfondimenti – al sito
bcfn.youthmanifesto.org della Fondazione Barilla Center for Food and
Nutrition.