SI APRE LA STAGIONE LIRICA MODENESE CON UNA NUOVA PRODUZIONE DEL NABUCCO DI GIUSEPPE VERDI

Si apre mercoledì 7 ottobre 2015 alle ore 20, con replica serale venerdì 9 (fuori abbonamento) e

Nabucco Va’ pensiero

pomeridiana domenica 11, la Stagione lirica al Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” con una nuova produzione del Nabucco di Giuseppe Verdi curata dal teatro modenese in coproduzione con i teatri di Jesi e Piacenza dove lo spettacolo andrà in scena rispettivamente il 16 e 18 ottobre e il 27 e 29 dicembre.
L’allestimento, nato nel 2013 per l’Ópera de Tenerife, è curato nella regia dal modenese Stefano Monti con l’intervento straordinario di elementi scenici dello scultore Vincenzo Balena, costumi di Massimo Carlotto e luci di Nevio Cavina. La direzione musicale è affidata ad Aldo Sisillo alla guida dell’Orchestra dell’Opera Italiana e di un cast che vede nei ruoli principali Carlos Almaguer (Nabucco), Maria Billeri (Abigaille), Mattia Denti (Zaccaria), Leonardo Gramegna (Ismaele) ed Elisa Barbero (Fenena). Il coro della Fondazione Teatro Comunale di Modena insieme al coro del Teatro Municipale di Piacenza sono preparati dal maestro Stefano Colò.
Martedì 6 ottobre alle 18 si terrà al Ridotto del Teatro Comunale (ingresso via Goldoni 1) un incontro a ingresso libero della serie Invito all’Opera che darà al pubblico l’opportunità di conoscere le caratteristiche dell’opera e dello spettacolo attraverso le parole del regista e del direttore d’orchestra.

Nel marzo del 1842, Nabucco debuttò alla Scala di Milano con tale successo da proseguire gli spettacoli per ben 57 recite consecutive, affermando così il nome di Giuseppe Verdi fra i grandi compositori del melodramma romantico. L’opera, che si svolge fra Gerusalemme e Babilonia, non lontano dall’attuale Baghdad, racconta il martirio del popolo ebraico, aggredito ed esiliato dalla propria terra per opera di Nabuccodonosor, re degli assiri. Il contesto storico fa da sfondo a un intreccio di passioni individuali incentrato sull’amore impossibile fra l’ebreo Ismaele e Fenena, principessa assira figlia di Nabucco. Caratteristica dell’opera è la sua carica ideale associata a una dimensione corale, collettiva, il cui valore politico trovò riscontro immediato nel Risorgimento italiano che si identificava con le vicissitudini del popolo ebraico e che fece del coro del “Va’ pensiero” un simbolo dell’unità d’Italia, un inno alla liberazione dall’occupazione austriaca.
“Ho cercato di rispettare con gusto e rigore certi riferimenti storici e i contenuti del racconto verdiano – racconta il regista Stefano Monti -, sottolineando momenti di imponente monumentalità in uno spettacolo di impostazione classica. Volevo raccontare una storia senza tempo, sempre attuale, che attraverso alcuni simboli del passato potesse parlare anche agli spettatori di oggi, di un tempo presente che ancora una volta colpisce duramente singoli individui e popoli. Nabucco non è solo un’esperienza musicale o teatrale, o più in generale culturale, ma di vita. I suoi drammi personali sono in perfetto equilibrio con quelli collettivi; l’esperienza del dolore diventa un modo per conoscere se stessi e riconoscere gli altri”.

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