Claudio Bisio in FATHER AND SON di Michele Serra – regia Giorgio Gallione – dal 17 al 22 novembre al Teatro Argentina

Dal
17
al 22 novembre al Teatro Argentina di Roma

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FATHER
AND SON

ispirato
a “
Gli
Sdraiati

e “
Breviario
comico

di

Michele Serra

regia
Giorgio Gallione

con
Claudio Bisio

e
con i musicisti

Laura
Masotto
violino

Marco
Bianchi
chitarra

scene
e costumi

Guido Fiorato

musiche

Paolo Silvestri

luci
Aldo Mantovani

Produzione
Teatro dell’Archivolto

Dal
17
al
22 novembre
al
Teatro
Argentina

di Roma
Claudio
Bisio

porta
in scena
Father
and son
,
scritto da
Michele
Serra

e diretto da
Giorgio
Gallione
.

Ispirato
ai libri di Serra
Gli
Sdraiati

e
Breviario
comico
Father
and son

racconta il rapporto padre/figlio radiografato senza pudori e con un
linguaggio in continua oscillazione tra l’ironico e il doloroso,
tra il comico e il tragico. È una riflessione sul nostro tempo
inceppato e sul futuro dei nostri figli, sui concetti – entrambi
consumatissimi – di libertà e di autorità, che rivela in
filigrana una società spaesata e in metamorfosi, ridicola e zoppa,
verbosa e inadeguata. Una società di “dopo-padri”, educatori
inconcludenti e nevrotici, e di figli che preferiscono nascondersi
nelle proprie felpe, sprofondare nei propri divani, circondati e
protetti dalle loro protesi tecnologiche, rifiutando o disprezzando
il confronto. Da questa assenza di rapporto nasce un racconto
beffardo e tenerissimo, un monologo interiore (ovviamente del padre,
verboso e invadente quanto il figlio è muto e assente) a tratti
spudoratamente sincero. La forza satirica di Michele Serra si alterna
a momenti lirici e struggenti, con la musica in continuo dialogo con
le parole. La società dalla quale i ragazzi si defilano è disegnata
con spietatezza e cinismo: ogni volta che la evoca, il padre si rende
conto di offrire al figlio un ulteriore alibi per la fuga. È una
società ritorta su se stessa, ormai quasi deforme, dove si organizza
il primo Raduno Nazionale degli Evasori Fiscali, si medita di
sostituire al Porcellum il ben più efferato Sputum, dove non è
chiaro se i vecchi lavorano come ossessi pur di non cedere il passo
ai giovani o se i giovani si sdraiano perché è più confortevole
che i vecchi provvedano a loro. In
Father
and son

inventiva sfrenata, comicità, brutalità, moralità sono gli
ingredienti di un irresistibile soliloquio che permettono a Claudio
Bisio di confrontarsi con un testo di grande forza emotiva e
teatrale, comica ed etica al tempo stesso.

Annoto
con zelo scientifico, e nessun ricamo letterario: sei sdraiato sul
divano, immerso in un accrocco spiegazzato di cuscini e briciole, il
computer acceso appoggiato sulla pancia. Con la mano destra digiti
qualcosa sull’I-Phone. La sinistra regge con due dita un lacero
testo di chimica. Tra lo schienale e i cuscini vedo l’avanzo di uno
dei tuoi alimenti preferiti: un wurstel crudo. La televisione è
accesa, a volume altissimo, su una serie americana nella quale due
fratelli obesi, con un lessico rudimentale, spiegano come si bonifica
una villetta dai ratti. Alle orecchie hai le cuffiette collegate
all’iPod: è possibile, dunque, che tu stia anche ascoltando
musica. Non essendo quadrumane, purtroppo non sei ancora in grado di
utilizzare i piedi per altre connessioni; ma si capisce che le tue
enormi estremità, abbandonate sul bracciolo, sono un evidente banco
di prova per un tuo coetaneo californiano che troverà il modo di
trasformare i tuoi alluci in antenne, diventando lui miliardario, e
tu uno dei suoi milioni di cavie solventi… Ti guardo, stupefatto.
Tu mi guardi, stupefatto della mia stupefazione, e commenti: “E’
l’evoluzione della specie”. Penso che tu abbia ragione. Ma di
quale specie, al momento, non ci è dato sapere.”

da
Father
and son

di Michele Serra

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