Dal
17 al 29 novembre al Piccolo Teatro Grassi
“Bella
e Fiera”: una
festa dell’operosità italiana
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Spettacolo
di Laura
Curino, regia di
Emiliano Bronzino
Produzione Piccolo
Teatro di Milano in collaborazione con Fondazione Fiera Milano
Va in scena,
in prima assoluta, al Piccolo Teatro Grassi, dal 17 al 29 novembre,Bella e Fiera, nuova
produzione del Piccolo Teatro di Milano in collaborazione con
Fondazione Fiera Milano, scritto da Laura Curino e diretto da
Emiliano Bronzino.
In scena uno
straordinario poker di attori, di casa al Piccolo: Pasquale Di
Filippo, Sergio Leone, Bruna Rossi, Sara Zoia.
Laura
Curino è una delle voci più significative
del teatro di narrazione, applicato negli ultimi anni, dopo lo
straordinario successo del dittico sulla famiglia Olivetti, alla
celebrazione del genio, della fantasia, dell’operosità,
dell’intraprendenza del popolo italiano. Il suo viaggio, curioso e
incantato, nella storia d’Italia, dal ‘cane a sei zampe’ di Eni
al design italiano, fino ai 150 anni del Politecnico, si ferma ora
alla stazione di Fiera Milano, per raccontarla in uno spettacolo
diretto da Emiliano Bronzino,che ritorna al Piccolo per firmare questa messa in scena dopo il
successo del suo Zio Vanja nella
scorsa stagione. “Il Piccolo Teatro di Milano è il luogo esatto
dove mettere in scena questo progetto”, spiega Emiliano Bronzino,
“poiché è luogo profondamente legato alla città e allo stesso
tempo fortemente e necessariamente internazionale, universale.”
“Rappresenteremo
la Fiera della città nel Teatro della città – raccontaLaura
Curino– e come la parola ‘fiera’
suggerisce, sarà una festa e una storia della quale andare
orgogliosi. Lo spettacolo è il rito laico dove rappresentare le
storie e le emozioni al pubblico. Senza il pubblico non c’è il
teatro, senza Milano non c’è Fiera: attraverseremo Milano. Vorrei
raccontare persone coraggiose, anticonformiste, originali, mi
piacerebbe raccontare di persone dalla schiena dritta, e che dritta
la tengono anche a costo di sembrare altère. Non è superbia, è che
cercano di alzare lo sguardo il più alto possibile per vedere più
lontano. Mi piacerebbe raccontare di idee nobilmente orgogliose, che
abbiano il carattere della lungimiranza, della sfida al futuro. Mi
piacerebbe scegliere i protagonisti tra i tanti visitatori,
espositori, organizzatori e anche grandi architetti e designer che
hanno dato vita ai luoghi della Fiera, le aziende italiane i cui
prodotti sono diventati simbolo delle trasformazioni della società.
Quante macchine, idee, oggetti che hanno varcato i cancelli della
Fiera e sono andati in giro a parlare di noi al mondo? Volti e voci
che compongono il ritratto di una contemporaneità operosa che non si
arrende all’individualismo, alla libera circolazione della
tristezza, alla virtualità come assenza di responsabilità. Più che
un C’era una volta… –
conclude l’autrice – vorrei che fosse un Ci
sarà una volta, domani”.
“Abbiamo
giocato con gli strumenti che il teatro ci metteva a disposizione –
raccontaEmiliano Bronzino–creando personaggi, vestiti dai costumi di
Gianluca Sbicca, che di volta in volta sono tante declinazioni della
Fiera in “forma umana”, l’impiegata che smaltisce la posta
internazionale, la partigiana moglie di un uomo impegnato nella
ricostruzione della Fiera… oppure regalano un punto di vista
personale, come la sessantottina, figlia di persone che aprono
un’attività collegata alle esposizioni. Anche la scenografia –
illuminata dalle luci di Claudio De Pace – è “figlia” del
doppio binario dello spettacolo: trattandosi di un racconto che
attraversa un diaframma temporale così ampio, non potevamo pensare a
uno spazio univoco. Con Marco Rossi abbiamo realizzato una sorta di
“catena di montaggio”, in cui oggetti che di fatto sono gli
schermi su cui vengono proiettate le immagini d’archivio si muovono
o vengono fatti scorrere dagli attori. Ogni schermo rappresenta un
periodo storico, da quello più lontano nel tempo, dove lo schermo è
scenograficamente “invecchiato”, al nitore della contemporaneità.
In un certo senso sono proiezioni della memoria atte a intercettare i
ricordi del pubblico stesso”.
“L’Archivio
Storico di Fondazione Fiera Milano – aggiungePaolo
Lombardi, Direttore Generale di Fondazione
Fiera Milano – è ricco di documenti preziosi e attraverso lo
spettacolo il pubblico avrà accesso a quella miniera di storie e di
volti, di percorsi, significati, invenzioni e prodotti che si
intrecciano con la Storia dagli anni 20 in poi. Perché quella
contenuta nel nostro Archivio Storico è una ‘memoria d’impresa’
poderosa, densa di vita vissuta, di sogni, di fatica, grondante
sudore e colma di idee innovative, rivoluzionarie. Una memoria degna
di una città e di un Paese come il nostro, famoso nel mondo anche
per il suo ‘Made in Italy’ di cui la Fiera da sempre è vetrina
ideale. È anche per questi motivi che abbiamo voluto unire le forze
con il Piccolo; volevamo realizzare un prodotto aperto a tutti, utile
a testimoniare quel patrimonio importante e qualificante di una
Milano che mantiene, con orgoglio, un ruolo di leadership in
tantissimi settori, in primis economico e culturale. E che lo sa
mostrare orgogliosamente al mondo intero, come ci hanno insegnato i
sei mesi appena trascorsi”.
“Fieradi
Milanoe Piccolo Teatrodi
Milano: legate a doppio filo alla città, ma
al tempo stesso animate da una vocazione inconfutabilmente
internazionale – annotaSergio Escobar,
Direttore del Piccolo Teatro – le nostre due istituzioni da non
pochi decenni sono un ‘palcoscenico’ dove interpretano, ciascuna
a proprio modo, il ruolo di ‘veggenti’, di precorritrici. Se la
Fiera si chiamava ‘campionaria’, poiché ospitava l’esposizione
di campioni, di prototipi, di progetti destinati sovente a cambiare
il nostro stile di vita, al Piccolo, in sessantanove anni di storia,
hanno preso forma intuizioni di quel che sarebbe di lì a poco
accaduto e sono state pronunciate parole – penso a ‘Mediterraneo’,
‘immigrazione’, ‘finanza creativa’, ‘linguaggio e
responsabilità della scienza’, per citarne solo alcune – che,
anticipando temi ora centrali, all’epoca destarono sorpresa e a
volte anche un filo di sgomento che ora nessuno può più provare.
‘Il teatro
è un posto dove non si danno risposte ma casomai si invitano le
persone a porsi delle domande’. Così dice Emiliano Bronzino
parlando diBella e Fiera.
Così la pensa da sempre il Piccolo. E Laura Curino pone a chiusura
del copione, con ironia naturalmente, un drappello di santi pronto a
mettersi in viaggio sotto la guida di Ambrogio, patrono di Milano: in
viaggio verso un futuro tutto da scrivere. Il suo non è un testo
‘agiografico’ né ‘nostalgico’ – cosa che mai gli amici
della Fiera ci hanno chiesto – ma evocativo delle ragioni e delle
passioni che unirono imprenditori coraggiosi, una città
internazionale, o meglio ‘glocal’ – come piacerebbe all’amico
Bassetti – e le emozioni di ciascuno di noi, nel passato e nel
futuro, cittadini di un ‘mondo aperto’. Condotto sul filo dellamemoria– grazie
anche allo straordinario contributo iconografico offerto dagli
archivi della Fondazione Fiera di Milano – e costruito intrecciando
eventi storici e piccoli racconti di vita ‘inventata’ (ma
verisimile!), rivendica al teatro quel ruolo “anticipatore” di
cui parlavo sopra, dove la memoria rappresenta lo specchio nel quale
il futuro si sta già riflettendo. È questo che intreccia la vita
della Fiera, del Piccolo, di Milano”.
Venerdì 20 novembre 2015, ore 17,
Chiostro Nina Vinchi-via Rovello 2
Incontro con la compagnia dello
spettacolo Bella
e fiera
in collaborazione con La Casa di
Vetro
L’ingresso è libero con
prenotazione a comunicazione@piccoloteatromilano.it
LA
SCHEDA DELLO SPETTACOLO
Piccolo Teatro Grassi (Via
Rovello, 2 – M1 Cordusio) dal 17 al 29 novembre 2015
Bella
e Fieradi Laura
Curino, regia Emiliano Bronzino
scene Marco
Rossi, costumi Gianluca Sbicca, luci Claudio De
Pace
con Pasquale Di Filippo, Sergio Leone, Bruna Rossi, Sara
Zoia
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro
d’Europa
in collaborazione con Fondazione Fiera Milano
Orari: martedì, giovedì e sabato, 19.30;
mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni 848800304 – www.piccoloteatro.org
News, trailer, interviste ai
protagonisti su www.piccoloteatro.tv
Le
biografie
Laura
Curino
Attrice e autrice
torinese, tra i maggiori interpreti del teatro di narrazione, Laura
Curino riunisce in sé la precisione della ricercatrice, la
creatività dell’artista, la passione dell’interprete. Nel suo
repertorio, testi di nuova drammaturgia si alternano ai classici.
Particolarmente significativa la lunga collaborazione con Gabrele
Vacis. Tra i titoli principali, Esercizi sulla tavola di Mendeleev,
1984, Premio Francesca Alinovi Opera Prima; Elementi di struttura del
Sentimento, da Le affinità elettive di Goethe, 1985, Premio Ubu
migliore spettacolo di ricerca della stagione; Stabat Mater, 1989,
Premio Città Urbino, Premio Fringe Festival di Edimburgo; La Storia
di Romeo e Giulietta, 1990, Premio Ubu 1992 per la drammaturgia;
Passione, 1992 scritto con Roberto Tarasco e lo stesso Vacis, Premio
Milano ‘90 – Il Contemporaneo 1993 per la drammaturgia;
Villeggiature, smanie, avventure e ritorno, 1993 dalla trilogia
goldoniana; Macbeth Concerto, 2001; Viaggiatori di Pianura, 2008,
scritto da Vacis e Natalino Balasso; Zio Vanja, 2009.
Grande risalto nel suo
percorso ha la “saga” dedicata agli Olivetti, imprenditori
illuminati di Ivrea, con Olivetti, 1996 e Adriano Olivetti, 1998,
testi di Laura Curino e Gabriele Vacis, regia sempre di Vacis.
Diretta da Serena
Sinigaglia, allestisce L’età dell’oro, 2002, scritto con Michela
Marelli.
Con la Marelli, collabora
anche alla scrittura di Una stanza tutta per me, 2004 e di Le
Designer, 2008, insieme a Luca Scarlini e Roberto Tarasco.
Tra gli altri lavori
realizzati, Il sorriso di Daphne, 2005, regia di Alessandro D’Alatri,
Premio Enrico Maria Salerno 2004 per la Drammaturgia Europea; La
Magnifica Intrapresa, 2007, di Paolo Domenico Malvinni, regia di
Titino Carrara, Santa Bàrbera, 2008, a cura di Roberto Tarasco,
Caffé, 2008, scritto con Lucio Diana ed Elisa Zanino, Il senato
delle donne, 2011, Malapolvere veleni e antidoti per l’invisibile
2012, progetto di Laura Curino, Lucio Diana, Alessandro Bigatti,
Elisa Zanino, Scintille, 2012, testo e regia di Laura Sicignano, La
diva della Scala, 2014.
Per il Piccolo, scrive e
allestisce Il Signore del cane nero, 2006; con Lucio Diana realizza
Mani grandi, senza fine, 2011, per il 150° anniversario della
Fondazione del Politecnico di Milano, Miracoli a Milano, 2012, per i
450 anni dalla nascita di Shakespeare, lo spettacolo, ispirato al
Macbeth, Shakespeare, streghe, ribelli e altre passioni, 2013.
Nel 2015 scrive e
realizza con Anagoor Santa Impresa ed è Annie nello spettacolo
Calendar Girls.
Emiliano
Bronzino
Regista teatrale
riconosciuto a livello nazionale e internazionale, Emiliano Bronzino
è nato a Torino nel 1974. Si è formato alla Scuola del
Teatro Stabile della sua città, dove si è diplomato sotto la guida
di Luca Ronconi nel 1995; lo spettacolo era Qualcosa di vero
dev’esserci, regia dello stesso Ronconi, con il quale dopo il
diploma ha collaborato come regista assistente per circa venti
produzioni. La sua formazione è proseguita lavorando con numerosi
registi italiani ed europei, tra cui Giancarlo Sepe, Robert Carsen,
Myriam Tanant, Guido Ceronetti, Massimo de Francovich, Juli Leal,
Glauco Mauri.
Al periodo trascorso
presso lo Stabile di Torino ha fatto seguito la collaborazione
con il Teatro di Roma, con spettacoli come Verso Peer Gynt, I
fratelli Karamazov, Diario Privato (tutti e tre diretti da Luca
Ronconi) e Le Cugine, regia di Massimo De Francovich.
Successivamente ha
iniziato una collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria, dove
ha lavorato in Memorie di una cameriera (regia Luca Ronconi) e
Che farai fra’ Jacopone (regia Ninni Bruschetta).
Nel 2002 ha iniziato un
percorso, tuttora in essere, con il Piccolo Teatro di
Milano-Teatro d’Europa, dove, oltre a collaborare a molte
produzioni dirette da Ronconi come regista assistente, ha firmato
alcuni spettacoli diventando uno dei giovani registi di riferimento
per le produzioni del Piccolo con produzioni come Alice, Sei
Personaggi in cerca d’Autore (per l’EXPO di Shanghai 2010), Alice
2.0.
Dal 2002 collabora con
l’INDA-Istituto Nazionale del Dramma Antico, partecipando a
numerose produzioni (dirette da Ronconi Prometeo Incatenato,
Baccanti, Rane; dirette da Daniele Salvo Edipo a Colono, Aiace,
Edipo Re) e nel 2010 ha firmato una Lisistrata per la
stagione del Teatro greco di Siracusa.
Dal 2011 porta avanti un
percorso artistico con la Fondazione TPE Stabile di
Innovazione a Torino, dove, assieme al direttore Beppe Navello,
ha formato una compagnia che lavora in maniera continuativa da alcuni
anni e ha firmato, tra gli altri, Zia Vanja, e Woyzeck
(entrambi riconosciuti da critica e pubblico) debuttando quest’anno
con Tre Sorelle.
All’estero ha lavorato
in Francia, Russia, Cina e soprattutto in Spagna, dove ha firmato
diverse regie per il teatro pubblico Teatres de la Generalitat
Valenciana, per il CRC e per Purnateatre.
Milano, 11 novembre 2015