IL
PIANOFORTE DI RADU LUPU IN RECITAL AL LAC
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Sabato
7 novembre 2015
Il
secondo appuntamento con i récital cameristici presso la Sala Teatro
LAC vede protagonista il 7
novembre
un gigante del pianoforte, il rumeno Radu
Lupu,
con un programma tagliato su misura per le sue doti di interprete
profondo e raffinato: il concerto sarà tutto dedicato ai maestri
della tradizione classico-romantica mitteleuropea, da Mozart a
Brahms, passando per Beethoven e per l’immancabile, adorato
Schubert.
Proseguono
gli appuntamenti con i récital cameristici proposti da LuganoMusica.
Dopo il violinista Leonidas Kavakos, il pubblico potrà ascoltare, il
7 novembre alle 20.30, un sommo maestro della tastiera, Radu Lupu.
Formatosi tra la nativa Romania e la Russia, Lupu si è segnalato
all’attenzione internazionale negli anni Sessanta, risultando
vincitore in tre importantissimi concorsi, tra cui il prestigioso Van
Cliburn. La sua carriera è quindi decollata su scala mondiale,
portandolo a lavorare con direttori del calibro di Giulini, Muti,
Karajan e Barenboim. Noto alla critica ed al pubblico per la
profonda pensosità delle sue esecuzioni, in cui il lavoro di cesello
timbrico si unisce ad una lucidissima analisi formale, Radu Lupu è
oggi riconosciuto come uno dei maggiori interpreti viventi dei grandi
autori austro-tedeschi dell’Ottocento, in particolare Schubert,
Schumann e Brahms. Autori che ha più volte inciso in cd, suscitando
consensi unanimi e ricevendo importanti premi.
Di
grande interesse il programma che Lupu proporrà al LAC il 7
novembre, interamente fondato proprio sugli autori a lui più
congeniali: se la Sonata D 894 di Schubert, con le sue aperture
formali verso l’infinito, rappresenta una pagina ben nota del primo
Romanticismo tedesco, di più raro ascolto sono invece le variazioni
di Mozart, Beethoven e Brahms che la precederanno nel corso della
serata. Le Variazioni KV 573, scritte da Mozart durante il viaggio
berlinese del 1789, si sviluppano a partire da un tema del
violoncellista Duport, allora in servizio presso il re di Prussia, e
rappresentano quindi un singolare biglietto da visita con cui il
compositore salisburghese cercò di ingraziarsi nuovi possibili
committenti. Di gusto piuttosto arcaico appaiono le giovanili
Variazioni in do minore WoO 80 di Beethoven, che, si narra,
ascoltandole chiese di chi fossero, disconoscendone la paternità, e
che non le volle includere nel catalogo definitivo delle sue opere.
Al contrario, sono già estremamente mature le Variazioni op. 21/1 di
Brahms che, partendo da un tema originale intimo ed amabile, riesce a
costruire un arco formale unitario di ampio respiro e di intensa
poesia.
Appuntamento
alle 20.30 alla Sala Teatro LAC
Sabato
7
novembre 2015 – 20.30
Sala
Teatro LAC
Interprete
Radu
Lupu,
pianoforte
Programma
Johannes
Brahms (1833-1897)
Variazioni
su un tema originale, op. 21/1
(1857)
Ludwig
van Beethoven (1770-1827)
Trentadue
variazioni su un tema originale in do minore, WoO 80
(1806)
Wolfgang
Amadeus Mozart (1756-1791)
Nove
variazioni su un minuetto di Jean-Pierre Duport, KV 573
(1789)
Franz
Schubert (1797-1828)
Sonata
in sol maggiore D 894 (1826)
Alcune
note al programma
-
Nella
parabola creatrice di Johannes
Brahms,
la forma delle variazioni su tema riveste una certa importanza, sia
per la continuità della produzione sia per la qualità degli esiti.
La giovanile op. 21 comprende due serie di variazioni per pianoforte
solo – la prima su un tema proprio, la seconda su un tema popolare
ungherese – che testimoniano una maturazione già perfetta
dell’arco unitario della scrittura.
Il
motivo-guida dell’op. 21/1 ha un carattere amabile ed intimo e
viene sviluppato in una serie di variazioni che superano la
frammentarietà dei singoli momenti per creare un unico respiro
poetico, sviluppo in cui si riconosce la lezione dell’ultimo
Beethoven. -
Si
dice
che Beethoven,
sentendo suonare in un salotto le 32 variazioni su un tema originale
in do minore, avesse chiesto di chi fossero, stupendosi nel sentire
che erano sue. Un episodio mai confermato, che però è sintomo di
un certo distacco dell’autore rispetto a quest’opera
(significativamente non inserita nel conteggio ufficiale del suo
catalogo). Pare che Beethoven non l’amasse per un motivo preciso:
il basso del tema è discendente per gradi cromatici e viene
richiamato costantemente nelle Variazioni,
assumendo così un ruolo quasi da basso
ostinato di gusto un po’ arcaico. Solisti e pubblico hanno
dedicato a questa pagina attenzioni alterne: grande entusiasmo verso
la metà del ‘900 e minori frequentazioni negli anni più recenti. -
Le
variazioni su un minuetto di Duport
vennero composte durante il viaggio compiuto da Mozart
a Berlino nella primavera del 1789, al seguito del principe Karl
Lichnowsky. Mozart arrivò a Potsdam, dove il Re Federico Guglielmo
II di Prussia manteneva la propria residenza principale, il 25
aprile. Chiese di essere ricevuto dal Sovrano ma si trovò di
fronte, come intermediario, Jean-Pierre Duport, importante
violoncellista nonché direttore della musica da camera del Re. Come
tentativo di ingraziarsi l’arcigno Duport – un tentativo che non
sembra essere stato molto proficuo – Mozart scrisse appena tre
giorni più tardi un ciclo di variazioni pianistiche basato sul
Minuetto della Sonata op. 4 n. 6 per violoncello di Duport.
La
maggior parte delle variazioni pianistiche pubblicate da Mozart sono
il risultato della trascrizione di sue improvvisazioni su un tema.
Nel caso delle Variazioni
KV
573 la scrittura ha invece preceduto l’esecuzione, anche se lo
schema e il tipo di variazioni rispecchiano quelli adottati
dall’autore nel corso delle sue famose improvvisazioni. -
Nella
sua
breve esistenza creativa, Franz
Schubert
dedicò ben 23 opere alla forma della Sonata per pianoforte, una
forma intesa principalmente per l’esecuzione privata e quindi con
una diretta finalità editoriale. La Sonata per pianoforte n. 20 in
sol maggiore – dalle ampie dimensioni e dall’intensa
espressività – faticò non poco a trovare un proprio mercato, in
un’epoca in cui il gusto del pubblico iniziava a privilegiare i
pezzi brevi e concisi. Arrivò però un’entusiastica recensione di
Robert Schumann ad affermare e riabilitare pubblicamente la
composizione.
«Rimanga
lontano dall’ultima parte chi non ha fantasia per scioglierne
l’indovinello», scrisse Schumann a proposito dell’ultimo
movimento. Si tratta infatti di un estesissimo Rondò in cinque
episodi dove la coda promana un fascino straordinariamente
suggestivo, vagando su tutta la tastiera in un modo che sembra
aprirsi verso l’infinito.
Biografia
interprete
Radu
Lupu
Nato
a Galaţi,
in Romania, ha iniziato gli studi di pianoforte all’età di sei
anni con Lia Busuioceanu, debuttando in pubblico a dodici anni con un
programma completo di musiche da lui stesso composte. Per diversi
anni ha continuato gli studi con Florica Muzicescu e Cella
Delavrancea finché, nel 1961, ha vinto una borsa di studio per il
Conservatorio di Mosca, dove ha studiato con Galina Eghyazarova ed
Heinrich Neuhaus. È risultato vincitore in tre importanti concorsi
internazionali: il Van Cliburn del 1966, l’Enescu International del
1967 e il Concorso di Leeds del 1969. In seguito a questi successi
suona regolarmente con le più importanti orchestre internazionali: i
Berliner Philharmoniker (con cui ha debuttato nel 1978 al Festival di
Salisburgo sotto la direzione di Herbert von Karajan), i Wiener
Philharmoniker (con cui ha inaugurato il Festival di Salisburgo del
1986 sotto la direzione di Riccardo Muti) la Royal Concertgebouw
Orchestra, le maggiori orchestre londinesi e tutte le grandi
orchestre americane. I suoi primi importanti concerti negli Stati
Uniti hanno avuto luogo nel 1972, con la Cleveland Orchestra diretta
da Daniel Barenboim a New York e con la Chicago Symphony Orchestra
diretta da Carlo Maria Giulini.
Le
incisioni discografiche realizzate da Radu Lupu per Decca includono i
Concerti per pianoforte di Beethoven, il Concerto n. 1 di Brahms, i
Concerti di Grieg e di Schumann, l’integrale delle Sonate per
violino e pianoforte di Mozart con Szymon Goldberg, le Sonate per
violino e pianoforte di Debussy e di Franck con Kyung Wha Chung e
opere per pianoforte solo di Beethoven, Brahms, Schumann e Schubert.
Nel 1995 ha vinto due premi nella categoria “Best Instrumental
Record of the Year”: un Grammy per le Sonate D664 e D960 di
Schubert e un Premio Edison per Kinderszenen,
Kreisleriana
e
Humoresque
di
Schumann.
Partner
di LuganoMusica
La
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Modalità
di ingresso
Biglietti
Categoria
1: Fr. 70/60
Categoria
2: Fr. 55/45
Categoria
3: Fr. 45/35
Categoria
4: Fr.35/25/18
Categoria
5: Fr. 25/20/12
Riduzioni
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