9. Kai Wiedenhöfer_Tijuana, Paseo Costero (Mexico), 2008 |
Martedì
8 dicembre si inaugura ‘Muri
su muri’,
fotografie
di frontiere sulle mura del Teatro
India
Wallonwall
Il
tema del ‘muro’ al centro della mostra di fotografie di Kai
Wiedenhöfer
per
un progetto urbano diffuso per la città di Roma
un
progetto di lacasadargilla
e Alessandro Ferroni
FOTOGRAFIE
ESPOSTE
Lungotevere
Vittorio Gassman – Teatro India
Belfast,
Bryston Street, 2006
Gerusalemme,
Pisgat Ze’ev Settlement, 2009
Nicosia,
Lidmis Street, 2012
Berlino,
Mühlenstrasse, 2009
Melilla,
Barrio Chino, 2009
Facciata
esterna – Teatro India
Tijuana,
Paseo Costero (Mexico), 2008
Baghadad,
Shorja Market, 2012
Foyer
– Teatro India
Arizona,
San Luis, 2007
Gerusalemme,
Ramallah Road, 2005
Arte
diffusa per la città con Wallonwall.
Fotografie e frontiere ai ‘margini’ della città,
l’inedita mostra di fotografie ‘fuori formato’ fra le più
grandi frontiere esistenti al mondo, documentate nell’arco di dieci
anni dal fotografo tedesco Kai
Wiedenhöfer.
La
mostra si inaugura martedì
8 dicembre srotolando,
‘muri su muri’, nove fotografie di frontiere negli spazi esterni
del Teatro
India (Lungotevere
Vittorio Gassman, facciata e foyer),
in
occasione del debutto in prima nazionale di LEAR
DI EDWARD BOND,
diretto da Lisa Ferlazzo Natoli (in scena fino al 20 dicembre).
Esposte
nel 2013 sull’ala Ovest del Muro di Berlino con il titolo
Wallonwall,
queste panoramiche raccontano lo stato di pericolo diffuso in tutte
le ‘cortine di ferro’ che separano il mondo, interrogandosi sulla
funzione e sul paradosso della loro esistenza dopo il 1989, in un
tempo in cui si erigono nuove barriere a difesa della ‘nostra’
Europa e le frontiere liquide divengono il fossato del Mediterraneo.
Queste frontiere saranno impresse sugli spazi esterni del Teatro
India –
Lungotevere
Vittorio Gassman
– per attraversare e raccontare 6386
kilometri di linee tirate
nel mezzo di Bagdad
e della Corea,
fra Stati
Uniti
e Messico,
linee che isolano l’enclave di Ceuta
e Melilla
dal Marocco, che rigano Israele
e i Territori
Occupati,
che spaccano in due Belfast
o Nicosia
(Cipro). Linee che hanno diviso, fino al 1989, la Germania.
Gli scatti di Kai Wiedenhöfer cominciano qui, l’anno della caduta
del muro, in bianco e nero a Potsdamer Platz, dal berretto di un
gendarme, fino alle nuove barriere e ai vecchi muri che non crollano.
Sono
inquadrature lente quelle di Wiedenhöfer in cui il presente si
immobilizza come nelle fotografie di Andreas Gursky o di Bernd &
Hilla Becher: lunghi istanti di posa in cui le ombre di tetti e
comignoli si stagliano sul muro di Bryston Street (Belfast,
2006),
le fenditure del cemento armato danno a vedere il cielo del confine
(Berlino,
2009),
o pacchi di provviste sfilano nei pressi della rete metallica al
confine col Marocco (enclave di Ceuta
e Melilla,
2009). Muri a confronto che mostrano la loro forza simbolica,
apparentemente neutre, una in fila all’altra, queste fotografie di
cemento armato, lamiere, filo spinato, palizzate, reti, circuiti
elettrici, cancelli, rivelano la messa in scena del potere,
registrando anche quel che se ne fugge, come un albero bianco
cresciuto nei bidoni nel mezzo di Nicosia
(Cipro, 2012).
A
srotolarsi sulla facciata
del Teatro India
l’infilata dei pali conficcati nel terreno per dividere il mare
dalla sabbia (Tijuana,
Messico-Stati Uniti, 2008),
e dall’altra parte il grandangolo inquadra la prospettiva della
strada murata di Baghdad (Bagdad,
Shoria Market, 2012).
Nel foyer
del
Teatro India
ritroviamo le due fenditure simmetriche che si aprono sul cemento
agli opposti del mondo (Gerusalemme,
Ramallah Road, 2005; Ariziona San Louis 2005).
Wallonwall.
Fotografie e frontiere ai ‘margini’ della città
è un progetto di arte pubblica che traccia una ‘mappa delle
frontiere’ nella città di Roma che ha avuto inizio l’8 ottobre
con l’esposizione di un’unica grande fotografia presso il MACRO
(nell’ambito di Fotografia-Festival Internazionale di Roma), e che
si irradia per il mese di dicembre al Teatro
India
per estendersi nel 2016 alle mura perimetrali delle carceri di
Rebibbia
e Regina
Coeli.
Ideato e curato dall’associazione culturale lacasadargilla
insieme
con Fotografia-Festival Internazionale di Roma, l’iniziativa si
avvale della collaborazione di Teatro di Roma e il patrocinio
dell’Assessorato alla Cultura e allo Sport di Roma Capitale.
Wallonwall.
Fotografie e frontiere ai ‘margini’ della città prende
le mosse da Linee
di Confine,
un cantiere allargato che la compagnia
lacasadargilla
e
Alessandro
Ferroni,
ha costruito intorno al testo teatrale Lear del
drammaturgo inglese Edward Bond dove si narra del principio di
potere, violenza e controllo che disegna le società contemporanee e
di tutti quei muri, tangibili o meno, che si sono costruiti e si
vanno edificando nel mondo. Lear
di
Edward Bond regia
di Lisa Ferlazzo Natoli e Wallonwall sono
i due poli di un progetto diffuso e cittadino che apre il teatro
alla città, affinché la scena
e il mondo
fuori
– stampato in grande scala – sconfinino l’una nell’altro
sotto gli occhi del cittadino-spettatore.
WALLONWALL.
FOTOGRAFIE E FRONTIERE AI ‘MARGINI’ DELLA CITTÀ
è
un progetto di lacasadargilla
e Alessandro Ferroni
con la collaborazione di Fotografia-Festival Internazionale di Roma,
il sostegno di Teatro di Roma e il Patrocinio di Assessorato alla
Cultura e turismo di Roma Capitale.
a
cura di Maddalena Parise/lacasadargilla
capo
macchinista costruttore Claudio Beccaria
responsabile
tecnico per lacasadargilla
Gianluca Tomasella
realizzazione
dei pannelli Laboratorio di scenotecnica di Teatro di Roma
macchinisti
Amoni Vacca e Davide Clementi
ringraziamenti
speciali Franca Imbergamo Magistrato, Prof. Ulderico Santamaria,
Dott.ssa Federica Giacomini, Architetto Sergio La Macchia, Sveva
Bellucci, Margherita Mauro.
INFO
TEATRO INDIA
Lungotevere Vittorio
Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) – Roma
Ufficio
promozione Teatro di Roma: tel. 06.684.000.346 –
www.teatrodiroma.net
Inaugurazione
Giovedì 8 dicembre TEATRO iNDIA
INFO
lacasadargilla
lacasadargilla@gmail.com
Maddalena Parise 339 8800429