Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim Firenze,Palazzo Strozzi 19 marzo-24 luglio 2016

Vasilij

Vasil’evič
Kandinskij
(Mosca

1866-Neuilly-sur-Seine

1944) Dominant


Curve,
aprile 1936,
New York,
Solomon R.
Guggenheim
Museum, 45.989

Dal 19 marzo 2016 a Palazzo Strozzi a Firenze una grande mostra di capolavori dell’arte europea e americana tra

gli anni venti e gli anni sessanta del Novecento. Nel segno dei collezionisti Peggy e Solomon R. Guggenheim.

DA KANDINSKY A POLLOCK. La grande arte dei Guggenheim

Palazzo Strozzi, Firenze 19 marzo-24 luglio 2016

Dal 19 marzo al 24 luglio 2016 Palazzo Strozzi ospita una grande mostra che porta a Firenze oltre 100

opere d’arte europea e americana realizzate tra gli anni venti e gli anni sessanta del Novecento, in un

percorso che ricostruisce rapporti e relazioni tra le due sponde dell’Oceano, nel segno delle figure dei

collezionisti americani Peggy Guggenheim e Solomon R. Guggenheim.

Curata da Luca Massimo Barbero, curatore associato della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, la

mostra nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Strozzi e la Fondazione Solomon R.

Guggenheim di New York e mette in scena uno straordinario e inedito confronto tra le collezioni di

Solomon e Peggy, zio e nipote, in un percorso che si snoda tra le più grandi figure della storia dell’arte

del XX secolo. Partendo da grandi artisti come Kandinsky, Duchamp, Max Ernst, la mostra si focalizza

poi sull’arte del dopoguerra a cavallo tra Europa e America, con i cosiddetti informali europei quali

Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, e alcune delle maggiori personalità

dell’arte americana tra gli anni quaranta e sessanta, tra cui spiccano Jackson Pollock, di cui saranno

esposte addirittura 18 opere, Mark Rothko presente in mostra con ben 6 quadri; Alexander Calder con

5 grandi sculture, i cosiddetti mobiles; ma anche, tra gli altri, Willem de Kooning, Robert Motherwell,

Roy Lichtenstein, Cy Twombly.

Realizzare questa eccezionale rassegna a Firenze vuol dire inoltre celebrare un legame speciale che

riporta indietro nel tempo. È proprio a Palazzo Strozzi, infatti, che nel febbraio 1949 Peggy Guggenheim,

da poco tornata in Europa, decide di presentare la collezione che poi troverà a Venezia la definitiva

collocazione. Ben venticinque delle opere che figuravano nella rassegna che inaugurò gli spazi espositivi

della Strozzina sono presenti in mostra.

Attraverso dipinti, sculture, incisioni e fotografie provenienti dalle collezioni Guggenheim di New York e

Venezia, nonché da alcuni musei e collezioni private, la rassegna costituisce un’occasione unica per

ammirare e confrontare insieme massimi capolavori di movimenti artistici che hanno definito il concetto

di arte moderna, dal Surrealismo all’Action Painting fino all’Informale e alla Pop art. Tra le opere esposte

ci sono la monumentale tela di Kandinsky Curva dominante (1936), che Peggy vendette durante la

guerra (una delle “sette tragedie della sua vita di collezionista”); Il bacio (1927) di Max Ernst, manifesto

dell’arte surrealista e immagine copertina della mostra alla Strozzina nel 1949; lo Studio per scimpanzé

(1957) di Francis Bacon, opera raramente esposta fuori da Venezia e che Peggy Guggenheim teneva

appesa nella propria camera da letto; grandi capolavori dell’Espressionismo astratto americano come

Shining Back (1958) di Sam Francis e della pittura Color-Field e Post Painterly Abstraction come Gray

Scramble (1968-1969) di Frank Stella; la grandiosa opera Preparativi (1968) di Roy Lichtenstein, in cui

l’artista pop, attraverso il tipico stile che rimanda al fumetto, propone una denuncia della guerra in

Vietnam.

LA GRANDE ARTE DEI GUGGENHEIM

La mostra testimonia l’importanza delle due collezioni, confermando Peggy e Solomon Guggenheim

quali figure portanti della storia dell’arte del XX secolo.

Da un lato Solomon Robert Guggenheim (1861-1949), sotto la guida della baronessa e pittrice tedesca

Hilla Rebay, che sarà poi la prima direttrice del Guggenheim di New York, fonda nel 1939 il “Museum of

Non-Objective Painting” (Museo della pittura non oggettiva), basato sull’idea purista dell’astrazione

come assenza di figura, e sull’arte di Vasily Kandinsky in particolare, affidando quattro anni dopo

all’innovativo e visionario architetto Frank Lloyd Wright il progetto di costruzione del celebre museo che

aprì nel 1959. Dall’altro lato Peggy (1898-1979) sembra invece connotarsi secondo una scelta più

“trasgressiva”, aperta, e trasversale. Si avvicina all’arte contemporanea quando aveva quasi quarant’anni,

e attraverso i consigli del grande storico e critico Herbert Read, nonché di amici come Marcel Duchamp,

Howard Putzel, e Nellie van Doesburg, si orienta verso le avanguardie europee, dal Cubismo al

Surrealismo, non trascurando di acquistare i capolavori delle avanguardie astratte, arrivando ad includere

nella sua collezione opere dell’Espressionismo astratto americano, di artisti come Jackson Pollock e

Robert Motherwell, che espone a New York, durante la breve ma intensa e feconda stagione della sua

galleria Art of This Century (1942-1947), che precede la nascita del suo museo a Venezia nel 1951.

Con la morte di Solomon nel 1949, il museo newyorkese acquisisce il suo nome, e sotto la nuova

direzione di James Johnson Sweeney apre a correnti dell’avanguardia oltre all’astrazione, e in particolar

modo all’arte europea e americana del secondo dopoguerra, ponendosi come museo d’arte moderna a

contemporanea ad ampio raggio.

Negli anni la collezione originaria di Solomon ha visto l’accrescimento attraverso altre collezioni:

l’eredità di Karl Nierendorf (1948), la collezione di Justin K. Thannhauser (1976), della collezione di

Giuseppe Panza di Biumo (1990-92), importanti donazioni dalla Robert Mapplethorpe Foundation (1992)

e la Bohen Foundation (2001), e infine, nel 2012, le ottanta opere del dopoguerra americana e europea,

con diversi capolavori, della collezione Hannelore B. e Rudolph B. Schulhof. Fondamentale per

l’arricchimento e l’internazionalizzazione della Fondazione Solomon R. Guggenheim è stata la donazione

da parte di Peggy Guggenheim della sua collezione e museo veneziano nel 1976.

LA MOSTRA

La mostra è suddivisa in nove sale: la prima presenta i due grandi collezionisti della famiglia

Guggenheim: da un lato Peggy e la sua galleria-museo Art of This Century, dall’altro Solomon con il

Museo Guggenheim di New York. La seconda sala approfondisce l’esperienza collezionistica di Peggy e

la sua passione per il Surrealismo, la terza è dedicata a Jackson Pollock e alla sua avventura artistica,

mentre le sale 4 e 5 sono dedicate all’Espressionismo astratto di de Kooning e alle esperienze artistiche

che in quegli stessi anni maturano in Europa. Una saletta attigua accoglie oggetti amati da Peggy,

ricostruendo una magica Wunderkammer. La sala 6 è dedicata alla pittura Color-Field e alla Post

Painterly Abstraction e ai mobiles di Calder, in parte appesi al soffitto in parte montati a terra. La sala 7 è

dedicata interamente a Rothko, di cui Peggy riconobbe sin da subito le potenzialità, mentre conclude la

mostra l’ambiente riservato alle ricerche artistiche degli anni ’60 in Europa e negli Stati Uniti:

Preparativi, del 1968, un’opera di grandi dimensioni di Roy Lichtenstein, chiude idealmente il cerchio

dell’avventura collezionistica della famiglia Guggenheim.

Promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dalla Fondazione Solomon R. Guggenheim

con il sostegno del Comune di Firenze, la Camera di Commercio di Firenze, l’Associazione Partners

Palazzo Strozzi, la Regione Toscana. Con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.

Orari Tutti i giorni 10.00-20.00, Giovedì 10.00-23.00. Dalle ore 9.00 solo su

prenotazione. Accesso in mostra consentito fino a un’ora prima

dell’orario di chiusura

Informazioni in mostra T. +39 055 2645155 www.palazzostrozzi.org

Biglietti intero € 12,00; ridotto € 9,50; € 4,00 Scuole

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