Dal
1 al 13 marzo al Piccolo Teatro Strehler
1455275036_MorteDanton_Paolo Pierobon_Giuseppe Battiston_©Mario Spada |
Martone
dirige Morte
di Danton
La
Rivoluzione vista da Georg Büchner
Un
cast d’eccezione per un testo raramente allestito in Italia
Nella
regia di Mario Martone (che ne cura anche le scene) arriva al Piccolo
Teatro Strehler – dal 1 al 13 marzo – Morte di
Danton di Georg Büchner, un testo grandioso, con una compagnia
di grandi interpreti, tra cui: Giuseppe Battiston (nel ruolo di
Georges Danton), Paolo Pierobon (Robespierre), Iaia Forte (Julie,
moglie di Danton), Paolo Graziosi (Thomas Payne), Alfonso Santagata
(Lacroix), Roberto De Francesco (Philippeau). Lo spettacolo, che vede
impegnati in palcoscenico 30 attori e 20 tecnici, è prodotto dal
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.
Nei soli ventiquattro
anni in cui si consuma la sua tormentata esistenza, Georg Büchner ci
ha lasciato alcuni tra i testi più significativi del teatro moderno,
come Woyzeck, Leonce e Lena. Scritto in sole cinque settimane
tra il gennaio e il febbraio del 1835 dal ventunenne scrittore e
anatomista, in fuga dalle autorità dell’Assia dove era stato
coinvolto in una rivolta, Morte di Danton (Dantons
Tod) descrive l’atmosfera degli ultimi giorni del Terrore, la
caduta di Georges Jacques Danton nel 1794 e l’antagonismo con
Maximilian Robespierre. Il testo si concentra proprio sulla
contrapposizione tra i due protagonisti della Rivoluzione francese,
compagni prima e avversari poi, entrambi destinati alla ghigliottina
a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Danton non crede
alla necessità del Terrore e difende una visione del mondo liberale
e tollerante, anche se consapevole dei limiti dell’azione
rivoluzionaria; Robespierre, invece, incarna la linea giacobina,
stoica, intransigente e furiosa. La fatica di Danton, che si
contrappone con lucida razionalità al fanatismo del suo rivale,
altro non è che la sfiducia nella possibilità di trasformare il
mondo, una visione che tuttavia non incrina la volontà di lotta e la
coscienza di trovarsi dalla parte giusta della storia.
Capace di esercitare
ancora oggi una potente attrazione sul pubblico, Büchner nutre il
testo di temi particolarmente sensibili in quest’epoca di scontro
culturale e religioso: la libertà di pensiero, la natura della
rivoluzione, la violenza e il terrore, il determinismo e il
materialismo, il ruolo del teatro stesso. Oggetto di rari
allestimenti in Italia, La morte di Danton è stato
messo in scena da Giorgio Strehler, Jean Vilar e più recentemente da
Robert Wilson, Thomas Ostermeier, Christoph Marthaler.
Mario
Martone dirige per la prima volta al Teatro Stabile di Torino il
capolavoro del grande autore tedesco: «Arrivo alla
Morte di Danton – scrive – dopo Noi credevamo, dopo
le Operette Morali, dopo Il giovane favoloso: è questo
lungo laboratorio, in gran parte torinese, sulla storia e sulla
visione che della storia aveva Leopardi che costituisce oggi la mia
via di accesso ai labirinti del testo di Büchner».
Il lavoro di Büchner
nella nuova traduzione di Anita Raja, realizzata per l’occasione, è
pubblicato dalla Casa Editrice Einaudi. Nella prefazione al volume,
Mario Martone scrive: «Sotto l’apparenza del dramma storico Morte
di Danton nasconde i nervi scoperti della condizione umana, così
come sarà rivelata e rappresentata un secolo dopo, nel Novecento,
con quella stessa incandescenza, la stessa disillusione, lo stesso
urlo soffocato. Per Büchner, come per Leopardi (La Ginestra è
di un anno dopo), la Storia non è che una macchina celibe, anche se
le ragioni per scatenare la rivoluzione sono sempre tutte vive e
presenti. Quello che commuove, in Morte di Danton, è la
fragilità: sembra un paradosso, trattandosi di vicende che
raccontano i protagonisti di un tempo in cui si è sprigionata una
forza di cui ancora oggi sentiamo la spinta. Eppure nessuno di quegli
uomini ha potuto sottrarsi, oltre che alla ghigliottina, alla
verifica della propria impossibilità di invertire la rotta assegnata
(da Dio? dalla Natura? dal nulla?) agli esseri umani, nonché di
porre rimedio all’ingiustizia che da sempre regna sovrana».
LOCANDINA DELLO SPETTACOLO
MORTE
DI DANTON
di Georg Büchner
traduzione Anita Raja
regia e scene Mario
Martone
con (in ordine alfabetico) Giuseppe
Battiston, Fausto Cabra, Giovanni Calcagno, Michelangelo Dalisi,
Roberto De Francesco, Francesco Di Leva, Pietro Faiella, Denis
Fasolo, Gianluigi Fogacci, Iaia Forte, Paolo Graziosi, Ernesto
Mahieux, Carmine Paternoster, Irene Petris, Paolo Pierobon, Mario
Pirrello, Alfonso Santagata, Massimiliano Speziani, Luciana Zazzera,
Roberto Zibetti
e con Matteo Baiardi, Vittorio
Camarota, Christian Di Filippo, Claudia Gambino, Giusy Emanuela
Iannone, Camilla Nigro, Gloria Restuccia, Marcello Spinetta, Beatrice
Vecchione
costumi Ursula Patzak
luci Pasquale Mari
suono Hubert Westkemper
registi collaboratori Alfonso
Santagata e Paola Rota
scenografo collaboratore Gianni
Murru
Teatro Stabile di Torino – Teatro
Nazionale
Salvo diversa indicazione, gli orari degli
spettacoli al Piccolo sono:
martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì
e venerdì 20.30; domenica 16. Lunedì riposo.
Durata: 3 ore e 30 minuti (compreso intervallo)
Prezzi: platea 33
euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni 848800304 –
www.piccoloteatro.org
News, trailer, interviste ai
protagonisti su www.piccoloteatro.tv
Milano, 12 febbraio 2016