Edward Hopper (1882 1967), Second Story Sunlight, 1960, Oil on canvas, 102,1×127,3 cm, Whitney Museum of American Art, New York; purchase, with funds from the Friends of the, Whitney Museum of American Art © Whitney Museum of American Art, N.Y. |
C’è
chi lo ritiene
un narratore
di storie e
chi, al
contrario,
l’unico che ha
saputo fermare
l’attimo –
cristallizzato
nel tempo – di un panorama,
come di una
persona. È
stato lo
stesso Edward
Hopper (1882-1967)
– il più
popolare e
noto artista
americano del XX
secolo – uomo
schivo e
taciturno,
amante degli
orizzonti di
mare e della
luce chiara
del suo grande
studio, a
chiarire la
sua poetica:
“Se potessi
dirlo a
parole, non ci
sarebbe alcun
motivo per
dipingere
La mostra che
apre dal 25
marzo al 24
luglio 2016
a Palazzo
Fava – Palazzo
delle
Esposizioni
di Bologna,
prodotta e organizzata
da Arthemisia
Group,
unitamente a Fondazione
Carisbo e
Genus
Bononiae.
Musei nella
Città e
con il Comune
di Bologna
e il Whitney
Museum of
American Art
di New York,
dà conto
dell’intero
arco temporale
della produzione
di Edward
Hopper, dagli
acquerelli
parigini ai
paesaggi e
scorci
cittadini
degli anni ‘50
e ‘60,
attraverso
circa 60 opere
tra cui
celebri
capolavori South
Carolina
Morning
(1955), Second
Story Sunlight
(1960),
New York
Interior (1921), Le
Bistro or The
Wine Shop
(1909), Summer
Interior
(1909),
interessantissimi
studi (come lo
studio
per Girlie
Show
del 1941)
che celebrano
la mano di
Hopper,
superbo
disegnatore:
un percorso
che attraversa
la sua
produzione e
tutte le
tecniche di
un artista
considerato
oggi un grande
classico della
pittura del
Novecento.
Prestito
eccezionale è
il grande
quadro
intitolato Soir
Bleu
(ha una
lunghezza di
circa due
metri),
simbolo della
solitudine e dell’alienazione
umana, opera
realizzata da
Hopper nel
1914 a Parigi.
L’esposizione
è curata da Barbara
Haskell –
curatrice di
dipinti e
sculture del
Whitney Museum
of American
Art – in collaborazione
con Luca
Beatrice.
Il Whitney
Museum ha
ospitato varie
mostre
dell’artista,
dalla prima
nel 1920 al
Whitney Studio
Club a quelle
memorabili del
1950, 1964 e
1980. Inoltre
dal 1968,
grazie al
lascito della
vedova
Josephine, il
Museo ospita
tutta
l’eredità
dell’artista:
oltre 3.000
opere tra
dipinti,
disegni e
incisioni.
Grazie alla
collaborazione
con le
istituzioni
culturali
cittadine,
durante il
periodo di
mostra,
saranno
proposte una
serie di attività
correlate per
omaggiare
l’opera e la
poetica
dell’autore.
Dal 7 aprile
al 26 giugno
2016 l’Istituzione
Bologna Musei
| Museo
Morandi
presenterà un
focus di
paesaggi
morandiani che
dialogheranno
a distanza con
i lavori
dell’artista
americano, mettendo
in evidenza
analogie e
differenze e
soffermandosi
in particolare
sullo studio
della luce.
Sarà esposta
una selezione di
lavori
trasversale
alle tecniche
utilizzate da
entrambi gli
artisti:
dipinti,
acquerelli e
incisioni. La
Fondazione
Cineteca di Bologna
proporrà una
rassegna che
racconterà
l’influenza di
Hopper sul
cinema, a
partire dal
cinema noir
fino ad
arrivare a “Shirley
– Visions of
Reality” di
Gustav Deutsch
(2013). La
rassegna
inizierà nel
mese di maggio
al Cinema
Lumière e prevederà
anche degli
appuntamenti
all’interno
del programma
delle arene
estive.
Infine, l’Istituzione
Biblioteche di
Bologna organizzerà
alcune
conferenze
dedicate al
rapporto fra
la pittura di
Hopper e la
contemporanea
letteratura
americana.
Anche questo
evento –
contestuale
alla mostra
sulla street
art in corso a
Palazzo Pepoli
(Street
Art – Banksy
& Co.
L’arte allo
stato urbano
Palazzo Pepoli
– Museo della
Storia di
Bologna fino
al 26 giugno
2016) – vede
realizzarsi la
partnership culturale
tra Fondazione
Carisbo, Genus
Bononiae.
Musei nella
Città e Arthemisia
Group.
La mostra vede
come special
partner Ricola
e come sponsor
tecnico Monrif
Hotels. Si
ringrazia Gruppo
HERA.
L’evento è consigliato
da Sky
Arte HD.
Catalogo Skira.
www.arthemisia.it