Kolja Blacher e il suo Stradivari per i concerti della De Sono martedì 15 marzo 2016 ore 20.30 •

Kolja Blacher e il suo Stradivari per i concerti della De Sono

martedì 15 marzo 2016 ore 20.30 • Sala Cinquecento, Via Nizza 280, Torino

Kolja Blacher


Per anni primo violino dei Berliner Philharmoniker ai tempi di Claudio Abbado, Kolja Blacher
è il grande protagonista del prossimo concerto della De Sono, che
eccezionalmente abbandona i sentieri battuti dai propri giovani borsisti
per avventurarsi nelle vie del grande concertismo internazionale.
Formatosi prima alla Juilliard School di New York e successivamente a
Salisburgo con Sándor Végh, ha suonato in tutto il mondo con le più
prestigiose orchestre e i massimi direttori; autore di un’ampia
discografia è stato interprete di prime esecuzioni mondiali di
compositori contemporanei. 

All’insegna
dell’originalità strumentale il programma del concerto che vede,
insieme a Blacher, la partecipazione del violoncellista Jens-Peter Maintz, primo parte della Deutsch Symphonieorchester Berlin e della Lucerne Festival Orchestra, del pianista Thomas Hoppe e del trio di percussionisti Raymond Curfs, prima parte della Bayerischer Rundfunk, Claudio Andres Estay Gonzalez e Mark Haeldermans.

Spazio alle sole percussioni per la Music for Pieces of Wood di Steve Reich che apre la serata, in programma martedì 15 marzo 2016 alle 20.30, eccezionalmente nella Sala Cinquecento del Lingotto (via Nizza 280, Torino). A seguire la Jazz Suite n. 2 (altrimenti nota come Variety-Suite) di Dmitrij Šostakovič
nell’arrangiamento per pianoforte, violino, violoncello e percussioni
di Oriol Cruixent; scritta nel 1938 per l’Orchestra Jazz di Stato di
Leningrado, in realtà mostra pochi punti di contatto con l’autentica
scrittura jazzistica afroamericana dell’epoca, sintomo di quanto, per un
russo sempre vissuto all’interno dei confini della propria nazione, la
parola “jazz” significasse non molto più che musica leggera, con forti
allusioni alle danze dell’epoca e sonorità bandistiche, cosa che
tuttavia non limitò la fortuna dell’opera e alcuni degli otto movimenti
che compongono la Suite sono entrati nel patrimonio sonoro collettivo
grazie al loro impiego nei più svariati contesti. Ancora Šostakovič
nella seconda parte del concerto con la trascrizione di Andrei
Pushkarev, per il medesimo organico, della Sinfonia n. 15 in la maggiore op. 141;
testamento sinfonico del compositore scritto nel 1971 in un periodo
particolarmente difficile della sua vita, rappresenta una sorta di
autoritratto conclusivo che sembra sintetizzare le esperienze di una
vita, dall’infanzia stilizzata del primo movimento fino alle battute
conclusive dell’opera che, appropriandosi del tema wagneriano del
destino, gradualmente si dissolve nel silenzio.


Il concerto è come di consueto a ingresso libero e gratuito.


PROGRAMMA DI SALA


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