DAYMÉ AROCENA
PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA
Daymé Arocena waxmaxresdefault |
DOMENICA 10 APRILE ALLE 23,45 SARA’ L’OSPITE MUSICALE DI GAZEBO SU RAI3
GIOVEDÌ 14 APRILE IN CONCERTO A ROMA – JAZZ EVIDENCE AL MONK CLUB
VENERDÌ 15 APRILE IN CONCERTO A MILANO – BIKO CLUB
Celia Cruz e Aretha Franklin. Questa può sembrare un’improbabile combinazione di ispirazioni ma non lo è. (NPR)
L’habanera che colma la distanza tra musica cubana e americana. (Bilboard)
Unisce musicalità cosmopolita e radici profonde. (NYTimes)
Versatile e potente. (OkayPlayer)
CANTANTE, COMPOSITRICE, ARRANGIATRICE,
DIRETTRICE DI CORO E BAND LEADER,
CARISMATICA PRESENZA DELLA MUSICA CUBANA
STA EMERGENDO RAPIDAMENTE SULLA SCENA INTERNAZIONALE JAZZ E NEO-SOUL
I CONCERTI DEL 14 E 15 APRILE
SARANNO PRECEDUTI DALLA PROIEZIONE DEL DOCUFILM
LA
CLAVE
Daymé Arocena – voce
Crispin Robinson –
batteria
Robert Mitchell –
piano
Maria Julia Nuñez –
percussioni
Tom Mason – basso
Cantante, compositrice, arrangiatrice, direttrice
di coro e band leader, Daymé Arocena a 24 anni è già una veterana e una
presenza carismatica nella scena musicale cubana, dove ha esordito da
professionista all’età di 14 anni.
A cominciare dagli studi sui canti e sulle musiche
tradizionali, ha via via scoperto e assimilato altri stili, in particolare il
jazz e il soul.
Grazie alle sue straordinarie doti è riuscita a
catturare ben presto l’attenzione degli addetti ai lavori. Nel 2010, entra a
far parte del quintetto jazz fusion, Sursum
Corda, con cui si esibisce anche al di fuori del suo paese. Il suo status
cresce ulteriormente, finanche arrivando a duettare prima con Wynton Marsalis e
la sassofonista canadese Jane Bunnett e poi con Ed Motta e Roy Ayers.
Nel frattempo era stata notata da Gilles Peterson,
spesso a Cuba in ambito della collaborazione con il progetto Havana Cultura,
che era rimasto estasiato al punto da volerla fortemente nel roster della sua
etichetta.
Nueva
Era, prodotto tra Londra e L’Havana è il titolo, quanto mai profetico, del
suo album di esordio pubblicato a giugno 2015 dalla Brownswood Records. Un
album in cui mescola jazz e musica afro-cubana a strutture musicali moderne,
riuscendo a creare un’affascinante fusione. Un lavoro che ne conferma le
immense doti e che fa di Daymè Arocena una moderna interprete di una scuola, quella
Cubana, ricca di tradizioni.
Per il 6 maggio è stata annunciata l’uscita diOne
TakesEP, frutto di
sessions in cui Daymé si è misurata in maniera istintiva con le cover di brani
tra loro molto differenti, un modo per far emergere la sua unicità e mostrare la
sua reale gittata come performer.
Dal vivo si presenta con una band dove spiccano le presenze di
Robert Mitchell, pluripremiato pianista inglese, tra i più influenti della scena contemporanea, un musicista che ha collaborato tra gli altri con Norma Winstone, Steve Coleman,
Greg Osby, Courtney Pine e Omar Puente;
e di Crispin Robinson alla batteria, tra i più
noti esperti di ritmi sacri afro-cubani, che ha collaborato tra gli altri con Soul
II Soul, Galliano, Roni Size, Brian Eno, Lamb, Divine Comedy, Coldplay.
BILLBOARD
“Her
voice pouring liquid over hectic conga beats before breaking out in
soulful celebration of the storied perfect combination of Cuban music
and jazz. While U.S. and Cuban politicians currently struggle to find
common ground, Arocena’s big voice finds harmony in the two
countries’ shared musical history. (…) Arocena (…) seems ready
to join the ranks of commanding female artists often described as
global divas.”
THE GUARDIAN:
“At 22, Daymé Arocena
has all the makings of being the next major Cuban star”.
EL MUNDO
“She composes with no
fear to challenges”.
AFRIK
“An exceptional
vocalist, A peerless jazz improvisatric”
TELERAMA
“His vocal ease, its
composition abilities are obvious. A successful instrumental
ornamentation while she stays sober: here a synth loop, there a few
bass notes (…) Daymé Arocena has all the cards. The maturity will
do the rest.”
NPR
“The biggest myth of the
decades old Cuba/U.S. standoff is that it produced cultural
isolation. One listen to Dayme Arocena’s voice and there is no
doubt she heard as much Aretha as she heard Celia.”
NPR
“With a voice that is a
rich as tthe deep Cuban mahogany called cahoba, she is steeped in the
Afro-Cuban Santeria tradition and she sings with a combination of a
jazz sensibility and African-American gospel fervor. The result is an
album full of material that basically redefines what you might think
of as Cuban music. While she isn’t the only young Cuban musician
turning heads and catching ears, after hearing Nueva Era you’ll see
why she deserves to be standing in the front of that genre-defying
pack. —Felix Contreras”