LOMBARDIA, ECCO CHI
SONO GLI ANGELI DEL SOSTEGNO PSICHIATRICO
Stamattina
presentati i risultati di una ricerca sul Supporto tra Pari del
Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di
Milano-Bicocca condotta nei dipartimenti di Salute Mentale di Como,
Busto Arsizio/Saronno, Milano, Legnano/Garbagnate, Brescia e Pavia
MILANO,
22 APRILE 2016 – Hanno un’età che varia
dai 22 ai 68 anni, quasi la metà ha un titolo di studio di scuola
media superiore e il 15% una laurea. Tre su dieci lavorano e la
maggior parte vive in famiglia. E’ l’identikit degli ESP,
Esperti in Supporto tra Pari,
persone che hanno vissuto l’esperienza della sofferenza psichica,
ne sono usciti trasformati e ora aiutano altri malati con disturbi
mentali, che emerge da una ricerca del Dipartimento di Sociologia e
Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca, (Osservatorio e
Metodi per la Salute OsMeSa) finalizzata a ricostruire le
caratteristiche e la specificità dell‘ESP nel contesto della
Regione Lombardia.
Nelle
sei zone che hanno partecipato alla ricerca – i dipartimenti di
Salute Mentale di Como, Busto Arsizio/Saronno, Milano,
Legnano/Garbagnate, Brescia e Pavia – sono risultati oltre un
centinaio (115) gli Esp in attività
al momento della rilevazione e 106 hanno risposto alle domande del
questionario.
I
dati sono stati presentati stamattina nell’ateneo milanese nel
corso del seminario “PASSWORD
ESP” – I nuovi
orizzonti della Salute Mentale in Lombardia, incontro
proposto dal gruppo PROmozione ESP per la salute mentale in Lombardia
in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale
e l’Azienda socio sanitaria territoriale Lariana (Como), con il
supporto della Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia, della
Rete Utenti Lombardia (RUL), delle associazioni di familiari aderenti
a URASAM.
“Gli ESP – ha spiegato la professoressa Mara
Tognetti -, oltre a rappresentare una modalità di coinvolgimento e
attivazione dei cittadini utenti, rappresentano una risorsa
importante del welfare generativo e un esempio di come il nuovo
welfare debba e possa coinvolgere i cittadini sulla base delle loro
competenze e capacità”.
Il
superamento del disagio psichico
“Gli
ESP – ha specificato Antonino Mastroeni,
psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda socio
sanitaria territoriale Lariana (Como) – non sono medici psichiatri,
psicologi, infermieri e nemmeno educatori o assistenti sociali:
non sono tradizionali professionisti della salute mentale. Sono
persone che hanno saputo trasformare in risorsa l’esperienza di un
disturbo mentale e oggi svolgono il proprio lavoro in modo
professionale. Per questo si sono sottoposti a un percorso di
formazione e hanno superato una selezione. Oggi, svolgono
un’attività che viene rimborsata grazie a una sperimentazione
finanziata da programmi innovativi di Regione Lombardia. Un passo
concreto nell’ottica dell’inclusione e della valorizzazione dei
saperi esperienziali”.
I
risultati della ricerca
Chi
sono gli Esp: equamente divisi tra uomini
(48%) e donne (52%), hanno
un’età che varia tra 22 e 68 anni – ma la maggioranza è nella
fascia adulta compresa tra i 46 e i 55 anni (34%) e 36-45 anni
(31%), con gruppi minoritari ma significativi di più “anziani”
(21% oltre i 55) e di più giovani (14% sotto i 36 anni)
- ha
un titolo di studio di scuola media superiore il 46%, e la laurea il
15%. Il 30% ha una attività lavorativa (oltre a quella in qualità
di Esp) - La
maggior parte vive in famiglia, di origine, con genitori e/o
fratelli (44%) o propria, con coniuge e/o figli (22%). Vive solo
uno su quattro (25%). Una minoranza (9%) vive in una situazione
differente (in comunità, residenzialità leggera ecc.)
Attività:
Gli ESP svolgono attività di varia natura, e di norma sono
impegnati in più di una (75%): sostegno personalizzato e
affiancamento nei confronti di altri utenti (55%), interventi di
risocializzazione – residenziali e nel territorio ( 48%), conduzione
e facilitazione in gruppi di auto mutuo aiuto (40%), attività di
front office nel servizio di salute mentale (30%). Inoltre effettuano
testimonianze
e interventi in iniziative di formazione (59%) e di
sensibilizzazione e lotta al pregiudizio su temi di salute mentale
(58%).
Svolgono
le loro attività soprattutto presso le strutture del Dipartimento di
Salute Mentale – Centro PsicoSociale, Centro Diurno, comunità ecc.
(80%), ma anche presso altri enti – Comune, scuole, Terzo settore
(23%), Residenze Sanitarie per Anziani (9%), oppure presso privati
(14%)
Associazioni: Gli ESP
sono presenti in associazioni di difesa dei diritti degli utenti dei
servizi della salute mentale (38%) e in ambiti di programmazione
delle politiche sociali (27%), sia a titolo personale che in
rappresentanza degli utenti. Un terzo degli ESP intervistati ha
promosso o contribuito al sorgere delle associazioni o reti di utenti
sia a livello locale che regionale (RUL Rete Utenti Lombardia).
A
fronte delle attività svolte il 70% degli Esp riceve un compenso
(retribuzione o rimborso) , per un impegno variabile tra 1-2 ore fino
a 24 ore settimanali (in media 8 ore).
Prospettive:
Coerentemente con la soddisfazione espressa circa la propria
esperienza di ESP (48% si dichiara molto soddisfatto), la maggioranza
degli intervistati si vede nei prossimi anni a continuare ed
eventualmente aumentare il proprio impegno (oltre 60%). Circa la
figura dell’Esp, tre quarti degli intervistati ne prevedono un
aumento e una maggior presenza negli organismi che rappresentano gli
utenti.