La 21° edizione di Milano Film
Festival si terrà dall’8 al 18 settembre 2016.
GULISTAN |
Nel cuore del distretto Tortona
Dopo venti edizioni, il Festival si
rimette in gioco e cambia radicalmente i suoi luoghi. 11 giorni di
film e ospiti da tutto il mondo in un nuovo esperimento
cinematografico e urbano. Con l’edizione 2016 Milano Film Festival
va ad abitare il polo culturale di BASE Milano e MUDEC, con un’arena
all’aperto adiacente ai magazzini del Teatro La Scala, e porta il
cinema nel distretto Tortona già celebre per design e moda. Si
confermano, come location in altra parte della città, il MIMAT e lo
Spazio Oberdan della Cineteca di Milano, punto di riferimento
imprescindibile per chi ama il cinema.
20 + 1 anni – Nuovo festival, nuova
direzione
Cambiano i luoghi, ma non gli
obiettivi. Con la direzione artistica di Alessandro Beretta e, da
quest’anno, Carla Vulpiani, nel team da 5 anni, la ricerca del
Milano Film Festival prosegue nella ventunesima edizione per offrire
al pubblico il cinema emergente internazionale. Storie, visioni e
modi di raccontare, tra opere prime e seconde e giovani registi, che
aprono prospettive su un’idea di cinema inattesa e brillante,
dinamica come la città che ospita il Festival. Non è solo il
cinema, ma anche l’idea di far incontrare registi e pubblico,
discutere, scoprire poetiche, avere occasioni formative, a muovere il
Milano Film Festival. Un’occasione culturale e sociale, diretta a
un’idea di cinema aperto che sappia mettersi in discussione.
PROGRAMMA – 3 CONCORSI
Il cuore del programma come ogni anno
prevede il CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI, aperto solo a opere
prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, tutte
in anteprima italiana. Filo conduttore delle opere scelte, la
reinterpretazione dei generi cinematografici per dare anima a storie
che puntino a volte allo spettacolo altre alla riflessione:
dall’horror usato in chiave politica in Under the Shadow, al
musical che rilegge una favola in The Lure, al coming of age
screziato di documentario in Diamond Island, per fare alcuni esempi.
Negli anni, infine, sono sempre più importanti i titoli che
accettano il Concorso Lungometraggi per l’anteprima italiana, segno
della crescita di stima del panorama internazionale verso Milano Film
Festival.
Film di apertura (giovedì 8 settembre
ore 21, MUDEC) Gulîstan, Terre de roses della regista canadese Zaynê
Akyol, un racconto in prima persona di un gruppo di guerrigliere del
PKK che vivono sulle montagne e nei deserti del Kurdistan, donne
rivoluzionarie che combattono per la libertà del proprio paese
rinunciando a tutto, presentato a Visions du Réel e premiato anche a
Locarno per la selezione Doc Alliance; Baden Baden della debuttante
Rachel Lang, produzione belgo-francese che racconta un’estate
particolare della giovane Ana, tra precariato e legami personali;
Jacqueline (Argentine) del regista statunitense di origine brasiliana
Bernardo Britto, film girato con i-phone che segue la sgangherata
fuga di un’informatrice interpretata da Camille Rutherford, in
Argentina; Radio Dreams di Babak Jalali, premiato al 45°
International Film Festival Rotterdam, black comedy in cui un un
brillante e incompreso scrittore sogna di unire le culture di
Occidente e Oriente nel rock, invitando a suonare con i Kabul Dreams,
prima rock band afghana, i Metallica, che accetteranno; Under the
Shadow dell’iraniano Babak Anvari, presentato come il nuovo The
Badabook in anteprima mondiale al Sundance, horror ambientato nella
Teheran sotto assedio del 1988, nel momento più sanguinoso della
guerra Iran-Iraq, protagonista una madre e la figlia, minacciate da
una forza maligna nel loro stesso appartamento; The Lure della
polacca Agnieszka Smoczynska, musical tra l’eros e l’horror
premiato dalla giuria del Sundance che rilegge la fiaba della
Sirenetta in un night club stile anni ’80; Diamond Island, prima
opera di fiction del regista franco-cambogiano Davy Chou, storia di
una formazione ai giorni nostri a Phnom Penh; Victoria di Justine
Triet, commedia interpretata da Virginie Efira e secondo
lungometraggio della regista francese de La bataille de Solférino;
Mimosas, opera seconda di Oliver Laxe, ambientata tra i monti
dell’Atlante marocchino, in cui una carovana asseconda il desiderio
di un anziano sceicco di morire ed essere sepolto vicino ai propri
cari e vincitore della Semaine de la Critique a Cannes.
In programma anche il tradizionale
CONCORSO INTERNAZIONALE CORTOMETRAGGI, riservato a registi under 40:
quest’anno sono in tutto 55 cortometraggi da 30 paesi che si
possono considerare una rappresentazione, fedele o rielaborata, della
realtà, specchi brevi e multiformi, capaci di riprodurre levita` e
asprezze del reale. Tra questi, solide conoscenze del festival e
conferme dai Festival internazionali: Ce qui nous eloigné di Hu Wei
da Venezia, Valparaiso di Carlo Sironi, premiato a Locarno, Limbo di
Konstantina Kotzamani da Cannes e A man returned di Mahdi Fleifel,
Orso d’Argento alla Berlinale.
Infine, terza sezione in concorso, la
seconda edizione del NASTRO AZZURRO VIDEO TALENT AWARD, che
incoraggia la sperimentazione di progetti innovativi della produzione
video. Il concorso si avvale della tutorship di Studio Azzurro e si
articola in due categorie (Best Innovation on Tools e Best Innovation
on Languages) a ognuna delle quali verrà assegnato un premio di
3.000 euro.
Nastro Azzurro supporterà gli eventi
del Milano Film Festival anche attraverso la piattaforma digitale
#TiPortaLontano e alla webzine FORWARD MAG.
ALTRE RASSEGNE ED EVENTI SPECIALI
Le tre categorie in concorso saranno
affiancate come sempre da sezioni fuori concorso, film in anteprima,
ospiti, workshop, eventi paralleli.
FOCUS PHILIPPE GRANDRIEUX – Il
regista francese Philippe Grandrieux, membro della giuria del
Concorso Internazionale Lungometraggi, nel suo cinema indaga il
confine tra ossessione, psiche e desiderio, attraverso fiction,
videosaggi, performance e installazioni. In occasione dell’anteprima
italiana del suo ultimo film Malgré la nuit, interpretato da Ariane
Labed e Roxane Mesquida, Milano Film Festival ne omaggia l’opera con
la proiezione, accompagnata dall’autore, dei suoi film di fiction:
dall’esordio Sombre (1998), dedicato a un serial killer fuori dagli
schemi del genere, al suo più celebre La vie nouvelle (2002) fino a
Un lac (2008), menzionato alla Mostra del cinema di Venezia.
FOCUS ALBERT SERRA – In programma un
focus dedicato al catalano Albert Serra (1975), giovane regista
presente durante il Festival dalla poetica in bilico tra classicismo
e sperimentazione, amato dal pubblico internazionale e
misteriosamente non distribuito in Italia. Il focus, nato in
collaborazione con la rivista di critica cinematografica Filmidee,
presenta i film di fiction dell’autore, attivo anche nel
documentario e nell’arte contemporanea, partendo dall’anteprima
italiana del più recente La mort de Luis XIV (2016), presentato al
Festival di Cannes, che racconta gli ultimi giorni di vita del
morente Re Sole interpretato dall’attore culto della Nouvelle Vague
Jean-Pierre Léaud, e prosegue con altri tre titoli – proiettati in
35 mm – Honor de cavalleria (2006), ispirato dal Don Chisciotte, El
cant dels ocells (2008) e Historia de la meva mort (Pardo d’Oro a
Locarno 2013) dedicato al tramonto di Casanova.
OMAGGIO AD ANDRZEJ ZULAWSKI –
Irregolare e visionario, per la prima volta il Festival dedica un
omaggio a un autore scomparso: Andrzej Zulawski, mancato a febbraio
di quest’anno. Del regista polacco, verranno proiettati in
anteprima italiana tre restauri recentemente completati di sue opere
prodotte in Polonia: l’esordio La terza parte della notte del 1971,
che fu presentato a Venezia nella celebre edizione non competitiva e
provocatoria di Gian Luigi Rondi; il raro The Devil (1972) e Sul
globo d’argento (1988). Chiude l’omaggio la proiezione di Cosmos
(2015), ultimo controverso lungometraggio presentato nel 2015 a
Locarno tratto dall’omonimo romanzo di Witold Gombrowicz.
www.milanofilmfestival.it