Si aprono le
sale di Palazzo
della Gran
Guardia al
mistero e al
fascino di una
delle civiltà
più
interessanti
dell’America
precolombiana:
con oltre 250
opere
provenienti
dai principali
musei del
Messico arriva
la mostra Maya.
Il linguaggio
della bellezza,
a partire
dall’8
Incensiere
– effige Comitán, Chiapas Periodo Classico Tardo (600 – 900 d.C.) Ceramica INAH. Museo Regional de Chiapas. Tuxtla Gutiérrez, Chiapas 10 – 409817 |
ottobre 2016
fino al 5
marzo 2017.
Maya. Il
linguaggio
della bellezza
è una mostra
del Governo
della
Repubblica
Messicana,
del Ministero
della Cultura
del Messico
e dell’INAH
(Instituto
Nacional de
Antropología e
Historia),
l’istituzione
più importante
del Ministero
della Cultura
del Messico,
ed è curata da
Karina
Romero Blanco.
Promossa dal Comune
di Verona,
con il
supporto di AMO
– Arena Museo
Opera, la
mostra è
prodotta e
organizzata da
Arthemisia
Group e Kornice
e vede il
coinvolgimento
di Antonio
Aimi,
consulente
scientifico di
Kornice e
Arthemisia.
Sponsor
dell’esposizione
AGSM
con il
sostegno di Fondazione
Antonveneta.
La mostra vede
come media
partner L’Arena
e Radio
Company.
L’evento è
consigliato da
Sky Arte HD.
Catalogo edito
da Piazza
Editore.
A 18 anni di
distanza dalla
mostra del
1998 sui Maya
di Venezia,
torna in
Italia il
racconto della
storia di un
popolo che non
cessa di
affascinarci
per le sue
conoscenze
matematiche,
per i suoi
raffinatissimi
sistemi
calendariali e
per le sue
realizzazioni
artistiche.
L’esposizione
– risultato
della
particolare
attenzione per
le tematiche
specificamente
artistiche di
questa civiltà
– presenta
sculture,
stele
monumentali,
elementi
architettonici,
figure in
terracotta,
maschere in
giada,
strumenti
musicali e
incensieri,
che daranno ai
visitatori la
possibilità di
esplorare gli
aspetti
artistici di
una delle
civiltà più
affascinanti
della storia,
attraverso il
tema
universalmente
riconosciuto
della
bellezza.
La mostra di
Verona
affronta per
la prima volta
il tema della
cultura di
questo antico
popolo
attraverso le
parole e i
testi degli
stessi Maya,
utilizzando –
come mai è
avvenuto in
passato – la
più grande
rivoluzione
antropologica
dell’ultimo
secolo: la
decifrazione
della loro
scrittura.
Parallelamente, l’esposizione offre uno sguardo nuovo, innovativo e
sorprendentemente
attuale
sull’arte maya
a partire
dall’individuazione
dei maestri,
delle
scuole e
degli stili:
finalmente si
ha la
possibilità di
rapportarsi
alle opere
attraverso una
lettura
storico-artistica
e non solo
archeologica.
I tre grandi
periodi –
preclassico,
classico e
postclassico –
che dal 2000
a.C. al 1542
d.C. hanno
visto fiorire
questo popolo,
sono spiegati
attraverso
straordinari
capolavori
dell’arte maya
come il
Portastendardi,
pregiata
scultura
risalente
all’XI secolo
realizzata da
un maestro di
Chichen Itza
(complesso
archeologico a
nord della
penisola dello
Yucatan,
inserito nel
2007 fra le
sette
meraviglie del
mondo moderno)
che senza
dubbio
rappresenta la
migliore opera
di una
tipologia
tipica di
molte città
del Periodo
Postclassico;
la Testa
raffigurante
Pakal il
Grande
che visse dal
603 al 683
dopo Cristo e
fu il più
importante re
di Palenque
(oggi tra i
più importanti
siti
archeologici
maya situato
nello stato
messicano del
Chiapas); la Maschera
a mosaico di
giada
raffigurante
un re
divinizzato
tipico esempio
di maschera
funeraria,
fondamentale
per il defunto
per
raggiungere il
mondo
sotterraneo; e
infine come l’Adolescente
di Cumpich,
imponente
scultura
risalente al
periodo tardo
classico
ritrovata nel
sito
archeologico
di Cumpich.
La civiltà
maya è
spiegata anche
attraverso la
ricostruzione
di antiche
architetture,
utensili della
vita di tutti
i giorni che
hanno
cavalcato
millenni come
collane,
orecchini,
strumenti
musicali, vasi
e incensieri
tutti
provenienti
dai più
importanti
musei
messicani
quali il Museo
Nacional de
Antropología
(Città del
Messico) che
coi suoi due
milioni di
visitatori è
il primo museo
di
antropologia
del mondo, il
Museo
Regional de
Antropología
Palacio Cantón
(Mérida,
Yucatán), il Museo
Arqueológico
del Camino
Real de
Hecelchakán
(Hecelchakán,
Campeche) e
dai tanti siti
archeologici
delle più
importanti
città maya
come Calakmul,
Chichen Itza,
Palenque e
Uxmal.
L’esposizione
veronese svela
i risultati
delle ultime
ricerche
scientifiche
sui Maya e
consente ai
lettori di
leggere
direttamente i
loro testi,
senza sfuggire
a temi
avvincenti
come le
profezie, la
fine del
tredicesimo
baktun (caduta
il 21 dicembre
2012) e i
segreti del Conto
Lungo, un
ciclo di
5125,3661 anni
che aveva
cominciato a
“girare”, il
giorno della
creazione, che
per questo
popolo era
avvenuta il 6
settembre del
3114 a.C.
Info
e prenotazioni
T. +39 045
853221
Sito