Falcone e Borsellino |
È il 1992 quando le
stragi di Capaci e via d’Amelio fanno piombare il Paese in un dramma che
sembra senza uscita. Gli eccidi in cui perdono la vita Giovanni Falcone
e la moglie Francesca Morvillo, e poi Paolo Borsellino, con i loro
agenti di scorta, scuotono il paese da un torpore lungo anni e
rappresentano uno spartiacque della storia italiana e dei rapporti tra
lo Stato e le organizzazioni criminali. Lo racconta “La lotta alla
mafia” di Alessandro Chiappetta che Rai Cultura propone venerdì 7
ottobre alle 21.10 su Rai Storia per “L’Italia della Repubblica”, con
un’introduzione di Paolo Mieli. Ospite in studio, intervistato da
Michele Astori, il Presidente del Senato, Pietro Grasso, magistrato fin
dai primi anni 70, giudice a latere nel maxiprocesso di Palermo,
Procuratore di Palermo dal 1999 al 2005, e Procuratore Nazionale
Antimafia dal 2005 al 2012.
La lotta dello Stato alla mafia ha radici lontane, ma troppo spesso è
stata figlia soltanto dell’emergenza, con provvedimenti nati in
conseguenza di fatti delittuosi, come la prima commissione parlamentare
antimafia, nata nel 1962, ferma per un anno e riattivatasi soltanto un
anno dopo, dopo la strage di Ciaculli del 1963; poi, gli anni ’70 con la
Palermo dei delitti eccellenti, perpetrati dai Corleonesi di Riina e
Provenzano. Un crescendo di terrore e violenza che costò la vita a molti
uomini delle istituzioni, tra politici, magistrati, giornalisti e forze
dell’ordine. E che portò lo Stato a reagire, all’indomani del delitto
Dalla Chiesa, nel 1982, varando l’articolo 416bis, e introducendo il
reato di associazione mafiosa. Da lì in avanti, grazie al lavoro del
pool di Palermo, ideato da Rocco Chinnici, e portato avanti da Antonino
Caponnetto dopo la strage in cui proprio Chinnici perse la vita nel
1983, i rapporti di forza tra Stato e mafia cambiarono. Giovanni Falcone
e Paolo Borsellino con i colleghi, Leonardo Guarnotta e Giuseppe di
Lello, sferrarono un attacco senza precedenti a Cosa Nostra, con
indagini bancarie, arresti eccellenti e controllo del territorio,
mettendo a frutto le intuizioni già avute in passato da uomini come
Boris Giuliano e Cesare Terranova. Il risultato sarà il rinvio a
giudizio di 476 mafiosi nel maxiprocesso di Palermo, che si aprirà il 10
febbraio 1986, e che due anni dopo, il 16 dicembre 1987, comminerà 19
ergastoli e 2665 anni di carcere a più di trecento uomini d’onore.
La reazione di Cosa Nostra, pochi mesi dopo l’ultimo grado di giudizio
della Cassazione che il 30 gennaio 1992 confermerà sostanzialmente le
sentenze di primo grado del maxiprocesso, facendole diventare
definitive, saranno le stragi del 1992, e quelle di Roma, Milano e
Firenze del 1993.
Il racconto è un percorso attraverso la Sicilia che cambia lungo il
Novecento, grazie al contributo delle teche Rai, per raccontare il
maxiprocesso di Palermo e per dare voce a chi la mafia l’ha combattuta
sul campo, e ha pagato il suo impegno con la vita, come Carlo Alberto
Dalla Chiesa, Pio La Torre, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
La puntata si avvale, inoltre del contributo degli storici Salvatore Lupo e Isaia Sales, e del giornalista Francesco La Licata.