SHYLOCK di Gareth Armstrong Shylock, acclamato al festival di Edimburgo e poi replicato in tutto il mondo mette in scena uno spin-off del Mercante di Venezia di Shakespeare. Chi era realmente l’ebreo Shylock che rivendica la sua libbra di carne dal petto del protagonista? Tra situazioni esilaranti, travestimenti, incursioni e rimandi, Shylock è un Mercante di Venezia come non lo avete mai visto. Il coltello affilato, gli occhi iniettati di sangue, il naso adunco e una parrucca rossiccia che gli da un aspetto diabolico. Oppure, una semplice tunica nera e un portamento nobile ed elegante. Nel primo caso, il villain rivendica la sua libbra di carne suscitando le risa e lo scherno del pubblico, nel secondo la sua pietà. Comunque sia, si tratta sempre di uno dei personaggi immortali partoriti dal genio di Shakespeare: Shylock. Ma chi era veramente l’ebreo del Mercante di Venezia?
Un uomo solo, senza amici, un padre abbandonato e pieno di rabbia. Un personaggio controverso, capace di dividere la storia, che in alcuni casi ne ha fatto un baluardo dell’antisemitismo, mentre in altri l’esempio prediletto per vivaci discussioni sulla questione ebraica. Come è possibile, dopo tanto parlare, rappresentare, riscrivere e riadattare questa icona del teatro, confrontarsi ancora con Shylock?
con Mauro Parrinello
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