Foto di Marina Antonioli_ HasaMazzotta |
Ci siamo incontrati nel 2005 lavorando ad alcuni progetti musicali. Io da qualche anno conoscevo dei musicisti rumeni e slavi che mi hanno introdotta al mondo della musica balcanica, Redi, che viveva già da diversi anni in Salento, si era integrato perfettamente nel territorio collaborando a progetti di riproposta della musica tradizionale. Prima di tutto siamo diventati degli ottimi amici che si emozionavano nelle tranquille serate invernali suonando e raccontando ciascuno col proprio linguaggio. Ci siamo ritrovati in possesso di un repertorio senza neanche rendercene conto, cosi è nato il nostro progetto.
“25 Trecce” è il primo estratto dal vostro nuovo album, “Novilunio”. Da cosa deriva la scelta dell’ambientazione del video?
É stato merito del duo AcquaSintetica con i quali siamo stati felicissimi di lavorare. Essendo il primo video è anche quello di presentazione dell’intero album, hanno unito il tema del «Novilunio», che dà il titolo all’album, a quello del brano «25 trecce», ossia l’amore irraggiungibile, intoccabile e quasi divino, traslato nella rotazione lenta ed infinita di due corpi celesti, Terra e Luna, sempre vicini ma mai in contatto. Il primo attraversa ere ed evoluzioni mentre osserva costantemente l’altro che, immutabile e puro, gli gira intorno senza mai svelarsi completamente.
Qual è a parer tuo il sentimento che prevale nelle vostre canzoni?In assoluto L’Amore, quello tra uomini, quello per la propria terra, per la madre terra, per la divinità, per l’umanità, per se stessi. Credo che ogni canzone parli dell’Amore.
Di cosa parla il brano “Aux Souvenirs”? Souvenirs sono i ricordi, quelli dei migranti verso l’Italia oppure altri?
Il testo, in francese, racconta di un uomo che, osservando un vecchio quadro di una coppia che danza, comincia a ricordare. Il dipinto si anima, prende vita, e l’uomo rivive il suo passato, un tempo ormai finito che gli ha dato tanto. Potrei dire che sono i ricordi di qualcosa che è stato e di cui si può fare tesoro.
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Cordiali saluti,
Iaphet Elli