Trento Film Festival 2018 – Vince Señorita Marìa, la falda de la montaña”

La giuria internazionale, composta dallo scrittore italiano Paolo Cognetti, dall’artista e direttore del Dutch Mountain Film Festival Toon Hezemans, dalla produttrice cinematografica inglese Katie Moore, dal regista altoatesino Ronny Trocker e dalla critica cinematografica, sceneggiatrice e produttrice giapponese Emi Ueyama, ha assegnato il prestigioso Gran Premio “Città di Trento” – Genziana d’oro al miglior film con la seguente motivazione: “Unanime nella sua decisione, questo film magnificamente realizzato dimostra come una piccola storia ambientata in un villaggio possa toccare temi universali della contemporaneità, risuonando oltre i confini del paesaggio montano. Forse più forte di qualsiasi protagonista di film di montagna, Marìa ha bisogno di un grande coraggio per essere se stessa, convinta di seguire la volontà di Dio. Con una grande attenzione ai dettagli, sensibilità e nessuna caduta nel ridicolo, il regista ci invita a immergerci nel mondo di Marìa, a vedere attraverso i suoi occhi. Accompagnandola in momenti intimi, condividendo pensieri ed emozioni, la musica aggiunge un ulteriore livello alla storia, portandoci alla scoperta di un personaggio memorabile.”

Il film conduce lo spettatore nella vita di Miss Marìa Luisa, una donna di 45 anni nata uomo a Boavita, un villaggio cattolico e conservatore incastonato nelle Ande. Dietro quella che sembra essere una vicenda di conflitti di genere e identità, si cela molto di più: una storia familiare amara e inimmaginabile, sullo sfondo della dura vita rurale in Colombia.

Il Premio del Club Alpino Italiano – Genziana d’oro al miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna è stato assegnato al documentario The Dawn Wall di Peter Mortimer e Josh Lowell (Austria/Stati Uniti, 2017), che racconta la straordinaria impresa sulla Dawn Wall, con cui nel gennaio 2015 Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson hanno catturato l’attenzione del mondo aprendo una via apparentemente impossibile di 915 metri sulla leggendaria parete di El Capitan, nel Parco Nazionale di Yosemite.

Così la giuria in merito al film: “Narrazione impeccabile, fotografia intelligente e sapiente uso di filmati d’archivio, oltre a un ritmo fantastico e uno sviluppo sottile dei personaggi, contribuiscono a rendere The Dawn Wall molto più di un film di alpinismo. Spaccato su un mondo di cui si sa poco o nulla, la pellicola rende l’arrampicata accessibile anche a chi non la pratica. La passione e la determinazione di Tommy per il suo progetto e i drammatici eventi che si trova a superare sono certamente d’ispirazione, ma ciò che più commuove è la sua umanità. Tommy utilizza l’arrampicata per riemergere dal fallimento; possiamo osservare le sue debolezze ed essergli accanto mentre procede verso l’obiettivo – con umiltà, senso dell’umorismo e generosità. Quando il sole sorge sulla Dawn Wall, ci rimane un senso di realizzazione, ottimismo e una coscienza molto più profonda di cosa significhi l’arrampicata in parete.”

Per Caldwell, quella sulla Dawn Wall è stata molto più di una scalata; ha rappresentato il culmine di una vita segnata da numerose difficoltà, come il rapimento da parte dei ribelli in Kirghizistan. Quando il suo matrimonio va in pezzi, sfugge al dolore concentrandosi sull’obiettivo straordinario di scalare la Dawn Wall. Tra dedizione e ossessione, trascorre sei anni pianificando meticolosamente la via insieme a Jorgeson. Nel tentativo finale, in diretta mondiale, Caldwell si trova però di fronte a un momento decisivo: abbandonare il partner per realizzare il suo sogno o mettere a rischio il successo per il bene della loro amicizia.

Il Premio della Città di Bolzano – Genziana d’oro al miglior film di esplorazione o avventura è stato assegnato al documentario The Last Honey Hunter di Ben Knight (Stati Uniti, 2017) con la seguente motivazione: “Vera e propria avventura in un mondo poco conosciuto, The Last Honey Hunter indaga una pratica unica e uno stile di vita, in un’esplorazione che porta i registi ben fuori dalle loro comfort zone. Riprese innovative realizzate con tecniche proprie dei film d’avventura e di arrampicata ci catapultano al centro dell’azione. Sequenze spettacolari e vertiginose permettono al pubblico di vivere un’esperienza in prima persona, lasciandoci pieni di meraviglia sia per il lavoro del protagonista sia per quello della troupe.”

L’opera offre uno spaccato su un’antica forma di animismo praticata dai Kulung sulle montagne nebbiose della valle del fiume Hongu, in Nepal. Qui, un uomo minuto e senza pretese di nome Mauli Dhan Rai si ritiene sia stato scelto dagli dei per il pericoloso rito della raccolta del miele.

La Genziana d’argento al miglior contributo tecnico-artistico è stata assegnata a Braguino di Clément Cogitore (Francia, 2017) con la seguente motivazione: “La regia incredibilmente coraggiosa di questo film ci trasporta in un luogo remoto che non potrebbe essere più lontano dalle nostre vite, ma che in qualche modo costituisce una metafora della società in cui viviamo. Veniamo immersi nella famiglia e ne diventiamo parte, calati nella sua quotidianità inusuale. Un montaggio e delle scelte sonore eccellenti mostrano senza dire e ci coinvolgono subito nella storia, mentre osserviamo le bizzarre interazioni dei bambini e simpatizziamo con persone la cui scelta di vita sembra essere a rischio.”

Il film cala lo spettatore nel mezzo della taiga siberiana, nella località di Braguino, a 725 km dal villaggio più vicino. Qui due famiglie autosufficienti vivono seguendo regole e principi propri, ma separate come da una barriera si rifiutano di parlare tra loro. Nell’isola in mezzo al fiume, si forma una comunità: quella dei bambini, liberi, imprevedibili, selvaggi.

La Genziana d’argento al miglior cortometraggio è stata assegnata a Imagination di David Mossop (Canada, 2017) con la seguente dichiarazione: “La prima nevicata d’inverno porta sempre la gioia con sé, e questo film è quattro minuti di gioia pura. Con una narrazione intelligente, una produzione estremamente complessa e un’attenta considerazione di ogni dettaglio, siamo trasportati in un mondo che la maggior parte di noi ha dimenticato. Un luogo dove tutto è possibile e l’unico limite è la nostra immaginazione.”

Il breve film percorre le strade di Nelson, nella British Columbia, attraverso gli occhi di un bambino che, insieme allo sciatore professionista Tom Wallisch, trasforma un banale viaggio in macchina in un’avventura sugli sci.

Il Premio della Giuria è andato a Köhlernächte di Robert Müller (Svizzera, 2017) con la seguente motivazione: “Con una fotografia sapiente e una narrazione immersiva, questo film documenta magnificamente una comunità calata nelle tradizioni e la sua passione e determinazione nel mantenere vivi i propri costumi. Sequenze splendidamente girate che mostrano un mestiere tramandato per generazioni trasmettono l’importanza di un’usanza viva e del patrimonio culturale che rappresenta. Personaggi coinvolgenti rendono vitale questo processo, e gli sforzi dei giovani sostenitori di questa antica professione ci danno speranza per la sua sopravvivenza, insieme a quella della comunità.”

Con immagini placide e stupefacenti, il film invita lo spettatore alla scoperta del mondo arcaico e magico della produzione artigianale di carbone nella regione del Napf, in Svizzera.

Menzione Speciale a Lorello e Brunello</